La “Croce”: la via che porta al Cielo?

tramonto-monte-cimone-croce-cielo-rosso-giallo-nebbia-fondovalle-manuel-madrigaliLa croce è la prova più evidente che Dio non pensa o agisce seguendo la logica umana. La croce è l’evidenza che le vie di Dio sono infinitamente più alte e migliori delle nostre. La croce è una clava che si abbatte su tutte le nostre nozioni preconcette su Dio. La croce strappa il sipario e rivela Dio in tutta la sua accecante maestosità. La croce ci mostra come Dio è realmente. Alla croce si intersecano i destini di un problema irrisolvibile e di una soluzione sorprendente. Il vero problema è: come possono, uomini e donne malvagi e ribelli, peccatori come te e me, essere riconciliati con un Dio puro, giusto e santo? La santità di Dio non permette scherzi. Quando gli angeli gridarono: “Santo, santo, santo è il Signore Dio Onnipotente”, non c’è alcuna ironia nella loro espressione. Non stanno cantando una canzone da osteria. Essi proclamano la realtà. Il peccato è l’antitesi di Dio. E’ l’opposto di tutto ciò che è buono e giusto. Dio aborrisce il peccato e noi siamo pieni di peccato. La santità di Dio contrapposta alla nostra natura peccaminosa ci pongono di fronte a un dilemma apparentemente irrisolvibile. Le menti più brillanti della storia hanno cercato di risolvere questo rompicapo, e quasi tutti sono giunti alla medesima conclusione: l’uomo vuole guadagnare Dio. Tutti i rituali, il cumulo delle buone azioni, qualsiasi sforzo in vista di un nirvana (religione buddista), ci parlano di un uomo che cerca di giungere a Dio a suo modo. Questa è la soluzione migliore di cui siamo stati capaci. Ovviamente non si avvicina per niente alla soluzione del problema. Questi concetti si fanno beffe della santità e della giustizia di Dio. Il Signore è un fuoco consumante e un giudice integerrimo. Egli non può permettere che il passato passi, in un modo o nell’altro, senza lasciare conseguenze. Non può nascondere i nostri peccati sotto il tappeto. A ogni condotta malvagia sarà presentato il conto. La santità di Dio richiede perfezione. Se ci illudiamo di conquistare una via che dia accesso a Dio, stiamo imboccando unicamente delle vie laterali, prive di qualsiasi sbocco.

Quando un uomo violenta una bambina, siamo sconvolti. Quando un dittatore massacra persone innocenti, siamo indignati. Quando un folle entra in una scuola e spara su ragazzi e insegnanti, siamo furiosi. Quando un terrorista fa esplodere una bomba alla maratona di Boston, urliamo chiedendo giustizia. Quando vediamo un bullo approfittarsi di un bambino indifeso o di un ragazzo con degli handicap, sentiamo il sangue salire al cervello. Il nostro senso di indignazione e di rabbia danno una vaga idea della reazione di Dio di fronte al peccato. Dio odia il peccato. Lo far star male, la Sua reazione non può che essere di rabbia, un’avversione furente e sdegnata. Dio non può limitarsi a respingere il peccato come del resto noi non ci limitiamo a censurare verbalmente i crimini di uno stupratore o di un terrorista. Ma come può Dio perdonare i nostri peccati e, al tempo stesso, agire secondo giustizia? Tutti i nostri tentativi di risolvere questo dilemma divino hanno avuto esiti fallimentari. Siamo riusciti a inventarci pellegrinaggi, reliquie, fiumi purificatori, preghiere esoteriche e danze di fuoco. Ma reliquie, riti e cerimoniali non possono purificare la coscienza. E’ necessaria una “magia” più profonda.

Soltanto Dio poteva individuare una soluzione in forza della quale la giustizia e la misericordia divina avrebbero potuto camminare mano nella mano. Soltanto un Dio le cui vie non hanno nulla a che vedere con le nostre, poteva escogitare un piano in grado di soddisfare la Sua giustizia santa e, allo stesso tempo, il desiderio di perdonare chi L’ha così gravemente offeso. La croce è una dimostrazione visibile della profonda e insondabile saggezza divina.
In II Corinzi 5:21 troviamo scritto: “Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui”.
Il Figlio di Dio si è fatto uomo, ha vissuto una vita di perfetta giustizia, infine è morto al posto nostro. Gesù ha soddisfatto l’ira di Dio a causa dei nostri peccati e ci ha liberamente offerto la Sua giustizia perfetta. Nessun essere umano poteva concepire un piano così straordinario, audace e brillante. Soltanto un Dio che non è come me e te poteva trovare una simile soluzione. Questo è il motivo per cui Paolo dice:

“I Giudei infatti chiedono miracoli e i Greci cercano sapienza, ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia; ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio; poiché la pazzia di Dio è più saggia degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini (1 Corinzi 1:22-26)

Per gli Ebrei l’idea di un Messia crocifisso era assolutamente blasfema. La loro aspettativa era quella di un conquistatore, un condottiero, un guerriero invincibile che avrebbe schiacciato l’oppressore romano e si sarebbe insediato a Gerusalemme come sovrano. Un uomo crocifisso è un uomo condannato da Dio. L’idea di un Messia crocifisso? Impossibile. Impensabile. Assolutamente ridicola. Dio non avrebbe mai fatto una cosa del genere!

Per i Greci l’idea di un Messia crocifisso era altrettanto ridicola. Il loro rispetto andava a uomini che fossero dei capi potenti o degli oratori in grado di affascinare le masse. L’idea di Dio che diventa uomo, facendosi servo, morendo addirittura appeso a una croce era certamente comica. Dov’era il potere? Dov’erano i discorsi brillanti e pieni di retorica? Dov’erano lo sfarzo e le coreografie che celebrano la vittoria di un generale dopo una cruenta campagna militare? Un Dio morente? Un Dio servo? Questo non può essere che uno scherzo, non è vero?

… Salvo che non si ammetta che le vie di Dio non sono le nostre vie e i Suoi pensieri non coincidono per nulla con i nostri pensieri. Questo tipo di Dio potrebbe morire sulla croce per me. Questo tipo di Dio prenderebbe i miei peccati su di Sè. Questo tipo di Dio si farebbe nulla, diventando servo, per potermi salvare.
Posso fidarmi di un Dio che ha mandato Suo Figlio a morire per me. Come è scritto in Romani: “Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con Lui? (Romani 8:32). Dio ha fatto l’impensabile e l’impossibile per me. Se ha fatto passi giganteschi per salvarmi, si tratterà dal provvedermi qualsiasi altra cosa buona?

La mia coscienza è così limitata e circoscritta, e ci sono momenti in cui l’esistenza appare così confusa e travolgente. Ci sono momenti in cui si avverte la vita come un uragano, un pugno da K.O. o un’iniezione di novocaina. Ci sono periodi in cui tutto sembra andare storto. Nessuna luce sembra annunciare le fine del tunnel. Capita di vivere una sorta di blackout divino. In mezzo a tutta la confusione e al caos più assoluto, ho un’àncora che nulla può smuovere: Dio ha dato Suo Figlio per me. Se è stato in grado di risolvere un problema apparentemente insolubile, allora, sicuramente, i miei problemi non sono troppo difficili da gestire. Se Dio è riuscito a colmare il divario invalicabile che separa la natura divina dalla condizione umana, allora può certamente far fronte a qualsiasi problema in cui mi possa dibattere. Non posso conoscere la fine in anticipo, ma di una cosa son certo: Colui che ha già scritto sia l’inizio sia la fine, è pienamente degno di fiducia.

Se fossi il conduttore dello Show, probabilmente non avrei permesso alcune circostanze nella mia vita. Se fossi stato il regista, però, non avrei neppure scelto la croce come soluzione. Meno male che non mi è stata affidata la conduzione né tantomeno la regia dello show.
Dio non può essere domato. lui semplicemente non si adatta alle dimensioni della mia scatola. I Suoi pensieri sono infinitamente superiori ai miei, i Suoi modi infinitamente migliori. Ecco il motivo per cui posso riposarmi tra le braccia di questo Dio. Questa è la ragione per cui posso fidarmi anche quando i conti non tornano. Ciò che mi spinge costantemente a umiliarmi davanti a Lui, tenendo la bocca chiusa è la consapevolezza della Sua indomita signoria su ogni aspetto della mia vita.

Stephen Altrogge

Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com
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