La donna lascia la clinica abortiva, le è bastato sapere che al suo bambino batteva il cuore

Battito cardiaco fetale. In un incredibile video fuori da una clinica per l’aborto del Missouri, una giovane mamma cambia idea dopo l’incontro con un attivista prolife, che le offre informazioni mediche, aiuto e alternative.

«Al mio bambino batte il cuore a 16 giorni di vita? Dimmelo di nuovo». Con queste parole di sorpresa una mamma ha iniziato a prestare attenzione a quel giovane volontario che tutti i giorni, come tanti altri, aspetta queste donne fuori dalle cliniche abortive americane per informarle sulle alternative, sull’aiuto che possono ricevere se tengono il bambino, anche per l’adozione. Un calore umano e una serie di informazioni mediche che vengono loro negati da chi lavora per interrompere la vita degli scartati.

Nel video (qui sotto) si vede la giovane mamma in procinto di entrare nella clinica dove metteranno fine alla vita del bambino che porta in grembo, ma è ancora piena di dubbi. Siamo a St. Louis, nel Missouri, all’unica clinica di Planned Parenthood rimasta e l’incontro è avvenuto pochi giorni fa, almeno così si evince dalla data di caricamento del video. Il volontario la intercetta e parla in fretta, consapevole di avere solo pochi secondi per salvare una vita umana: «Mi chiamo Sam. Come stai? Lasciami dirti che ci sono persone disponibili ad adottare il tuo bambino e noi sappiamo che dal momento del concepimento esiste un essere umano e questa è la ragione del perché io sono qui, perché penso che tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita. Non penso che sia un diritto uccidere un innocente».

Sono parole che si trovano in abbondanza sul web ma che raramente entrano nel cuore di chi è davvero ad un passo dall’aborto indotto. E la donna non è indifferente, si guarda attorno indecisa sul restare ad ascoltare queste parole educate ma che feriscono, oppure tapparsi le orecchie e proseguire dentro la clinica. Ad un certo punto il giovane Sam dice una frase che evidentemente cattura la mamma: «Al tuo bambino ha iniziato a battere il cuore già dal 16° giorno, lui ha già sviluppato braccia, arti e piedi, occhi come i tuoi, il naso come il tuo, un volto simile al tuo». Tutte informazioni scientificamente corrette, in quanto solo dopo tre settimane dalla fecondazione il cuore inizia a battere ed entro la quarta settimana le pulsazione sono tra le 105 e le 121 volte al minuto.

Attratta da questa frase, la mamma si avvicina alla grata che la divide da Sam: «Hai detto al 16° giorno. Dimmelo di nuovo», chiede. La voce è commossa. Così, Sam le racconta di un posto dove può ricevere aiuto gratuitamente da altre donne, membri della Equal’s Road Trip for Life, anche fino a due anni dopo il parto e, se vuole, avrà tutte le informazioni per accedere all’adozione. Le allunga un volantino di questa associazione pro-life ma la donna è ancora ferma a quel cuoricino che batte: «Il cuore del mio bambino sta battendo, ora?», gli chiede ancora una volta. «Certo!», risponde Sam. «E quando andrai da queste donne loro hanno una macchina agli ultrasuoni con la quale potrai ascoltarlo»«Il mio bambino ha un battito cardiaco?», domanda ancora la giovane donna, incredula. «Io davvero non voglio, non voglio…», dice fissando il volantino. Infine, la decisione di allontanarsi dalla clinica e andare a parlare «con queste persone».

L’agitazione e la contentezza di Sam è palpabile, un sospiro di sollievo termina la registrazione. E lascia stupiti la disinformazione in cui è stata abbandonata questa donna, è bastato ricordarle che al suo bambino batteva già il cuore per strapparle in un attimo l’idea di mettere fine a quel che il mondo chiama con disprezzo un “inutile grumo di cellule”. «Dimmelo ancora», chiedeva, dimmi ancora la verità.

La redazione di uccronline.it

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