LA DONNA: VOLONTÀ’ DIVINA

La parola di Dio dice: «Dio creò l’essere umano a sua immagine, maschio e femmina li fece». Pari nella dignità perché entrambi fatti a immagine di Dio; diversi ma complementari. Chi può stabilirne le caratteristiche della diversità? Né l’uomo per la donna, né la donna per l’uomo. È l’amorevole creazione di Dio.  E’ l’amore di Dio che permette alla coppia di riconoscere nel suo simile di diversità, di rispettare e promuovere e nello stesso tempo di compiacere il Creatore.

L’Antico Testamento non attestò che la donna fosse   spiritualmente inferiore all’uomo, benché occupi un ruolo diverso e particolare.

Le donne avevano gli stessi doveri degli uomini, infatti, osservando i comandamenti, dovevano ubbidire e nel contempo insegnare la legge: “Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore; li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai.”  (Deut. 6:6-7) Ed ancora: “Figlio mio, osserva il comando di tuo padre, non disprezzare l’insegnamento di tua madre.” (Prov. 6:20).

Anche la donna era coinvolta nella celebrazione della Pasqua e partecipava alle feste religiose. Avevano la stessa protezione degli uomini.

Le punizioni date per crimini commessi contro le donne erano uguali per quelle commesse contro uomini: “Se un bue ferisce a morte, con le corna, un uomo o una donna, il bue dovrà essere lapidato, non se ne mangerà la carne e il padrone del bue sarà assolto. Però, se già da tempo il bue era solito attaccare e il padrone è stato avvertito, ma non l’ha tenuto rinchiuso e il bue ha ucciso un uomo o una donna, il bue sarà lapidato e il suo padrone pure sarà messo a morte. Se gli s’impone un risarcimento, egli dovrà pagare, come riscatto della propria vita, tutto quello che gli sarà imposto. Se il bue attacca un figlio o una figlia, gli si applicherà questa medesima legge. Se il bue attacca uno schiavo o una schiava, il padrone del bue pagherà al padrone dello schiavo trenta sicli d’argento e il bue sarà lapidato.” (Esodo 21:28-32) Dio dà lo stesso valore alla vita di una donna e di un uomo.

Il più importante voto che si poteva fare era quello del Nazireato, un voto di separazione dal mondo e di devozione a Dio. Sia uomini sia donne potevano fare questo voto: “Parla ai figli d’Israele e di’ loro: Quando un uomo o una donna avrà fatto un voto speciale, il voto di nazireato…” (Numeri 6: 2) Il livello più alto d’impegno e consacrazione spirituale non veniva negato alla donna.

Dio s’indirizzava direttamente alle donne quando voleva dire qualcosa, come nel caso di Agar, dove Dio le disse: “ Agar, serva di Sarai, da dove vieni e dove vai?  Lei rispose: Fuggo dalla presenza di Sarai mia padrona.” L’angelo del SIGNORE le disse: “Torna dalla tua padrona e umiliati sotto la sua mano”. L’angelo del SIGNORE soggiunse: “Io moltiplicherò grandemente la tua discendenza e non la si potrà contare, tanto sarà numerosa”. L’angelo del SIGNORE le disse ancora: “Ecco, tu sei incinta e partorirai un figlio a cui metterai il nome di Ismaele, perché il SIGNORE ti ha udita nella tua afflizione; egli sarà tra gli uomini come un asino selvatico; la sua mano sarà contro tutti, e la mano di tutti contro di lui; e abiterà di fronte a tutti i suoi fratelli . “Allora Agar diede al SIGNORE, che le aveva parlato, il nome di Atta-El-Roi, perché disse: “Ho io, proprio qui, veduto andarsene colui che mi ha vista?” (Genesi 16:8-13).

C’era un uomo di Sorea, della famiglia dei Daniti, di nome Manoà; sua moglie era sterile e non aveva figli. L’angelo del Signore apparve alla donna e le disse: “Ecco, tu sei sterile e non hai figli; ma concepirai e partorirai un figlio. Ora guardati dunque dal bere vino o bevanda alcolica e non mangiare nulla di impuro. Poiché ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, sulla testa del quale non passerà rasoio, perché il bambino sarà un nazireo, consacrato a Dio dal seno di sua madre, e sarà lui che comincerà a liberare Israele dalle mani dei Filistei.” (Giudici 13:2-5)

Donne e uomini servivano Dio in modo particolare . “…senza contare i loro servi e le loro serve, che ammontavano a settemilatrecentotrentasette.

In Neemia 7:67 leggiamo che c’era un coro composto da 245 cantanti uomini e donne. Conducevano il popolo nella lode tramite la musica.  “Fece quindi la conca di bronzo e la sua base di bronzo, usando specchi di donne che venivano a prestare servizio all’ingresso della tenda di convegno.”

In Esodo 38:8 sta scritto delle donne servivano alle porte del Tabernacolo, probabilmente per istruire altre donne che arrivavano per adorare o per tenere puliti gli ambienti del tabernacolo.

I seguenti passi ci dicono che le donne erano coinvolte nelle grandi celebrazioni d’Israele “Voi dunque passerete il Giordano e abiterete il paese che il SIGNORE, il vostro Dio, vi dà in eredità; avrete pace da tutti i vostri nemici che vi circondano e vivrete nella sicurezza. Allora porterete al luogo che il SIGNORE, il vostro Dio, avrà scelto per dimora del suo nome, tutto quello che vi comando: i vostri olocausti e i vostri sacrifici, le vostre decime, quello che le vostre mani avranno prelevato, e tutte le offerte scelte che avrete consacrato per voto al SIGNORE. Vi rallegrerete davanti al SIGNORE vostro Dio, voi, i vostri figli, le vostre figlie, i vostri servi, le vostre serve e il Levita che abiterà nelle vostre città; poiché egli non ha né parte né proprietà tra di voi.” (Deut. 12: 10 -12).

Pur condividendo ugualità spirituale, non avevano lo stesso ruolo come quello degli uomini, ciò non significa che diminuisse la loro spiritualità.

Vi sono cinque donne nell’Antico Testamento di cui si fa riferimento come profetesse.  Miriam fu la sorella di Mosè ed è chiamata profetessa in Esodo 15:20; Debora è descritta come profetessa in Giudici 4:4 perché fu usata da Dio per parlare a Barac; La moglie di Isaia è chiamata profetessa in Isaia 8:3 perché diede alla luce un bambino il cui nome aveva un significato profetico.

Nel contesto del brano l’uguaglianza è collegata unicamente alla salvezza, tutto questo è evidente nei versi Galati 3-28. Il punto di Paolo è che tutti quelli menzionati nei versi hanno uguale accesso alla salvezza in Cristo. Avevano le stesse responsabilità come gli uomini. Ogni comandamento come ogni promessa e benedizione nel Nuovo Testamento sono stati dati sia a uomini sia a donne. Tutti abbiamo le stesse risorse spirituali e le stesse responsabilità. Avevano lo stesso accesso a Gesù come gli uomini. La prima persona a cui Gesù ha rivelato di essere il Messia è stata una donna, la samaritana (Giov.4). Gesù guarì delle donne (Mat.8:14-15), mostrando a loro la stessa compassione che mostrò a uomini. Egli insegnò loro (Luca 10:38-42) e permise a loro di servirlo (Luca 8:3). Alla croce, dopo che tutti gli uomini fuggirono, le donne rimasero (Matteo 27:55-56). La prima a vedere il Cristo risorto è stata una donna (Mar. 16:9; Giov. 20:11-18).

Il Nuovo Testamento ricorda altri episodi quando delle donne hanno proclamato la Parola di Dio. Maria, la madre di Gesù (Luca 1:46-55)

Sono associate particolarmente con lavori pratici a favore della fratellanza; l’esempio di Tabitha è lampante (Atti 9:36-39) come anche la presenza di diaconesse (Romani 16:1).

 E’ importante considerare, alla luce delle norme scritturali menzionate, che Dio è anche l’Iddio delle eccezioni ed è Lui il sovrano della Sua chiesa. Il profeta Gioele ricorda che Dio spande il suo Spirito su ogni carne, sia su uomini sia donne ed è Lui che conosce i bisogni e le persone da usare per soddisfare particolari necessità affinché l’opera Sua vada avanti. Sicuramente Dio non esiterà di usare, se fosse necessario, una donna per la salvezza delle anime. Anche se la cultura o certi condizionamenti sociali possono interferire nel modo di concepire e vivere le diversità del maschile e del femminile. Per liberarsi da questi condizionamenti l’unica via è quella dell’amore. E amare, come emerge nel caso dei frequenti femminicidi “per amore”, non è pretendere che l’altro sia come lo voglio io, ma rispettarlo per quello che è e concordare insieme quello che si vuole essere.

Lella Francese

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