Mi chiamo Antonino Casale ed ho 38 anni. Sono nato in una famiglia semplice e di sani principi e ho sempre lavorato per portare un pezzo di pane a casa. All’età di 23 anni sposai con la donna che amo e successivamente nacquero i miei 3 figli: Vincenzo, Sergio e Gabriel. Tutto sembrava andare bene fino a quando persi il lavoro ed il mondo mi cadde addosso.
Non potevo pagare più l’affitto di casa, vivevamo di stenti, non sapevo neanche se il giorno dopo i miei figli avrebbero avuto di che mangiare. Una situazione insostenibile e fu in quel momento che la droga bussò alla mia porta. Conoscevo un mio amico che faceva uso di cocaina e quando lo andavo a trovare si drogava proprio davanti a me, aveva tentato più volte di farmela provare, ma io avevo sempre rifiutato fino a quel giorno che io invece gli dissi di si e quello fu’ l’inizio del mio “inferno”. Ricordo che appena la presi mi sentii più leggero, sgravato di ogni peso, mi scordai dei miei problemi e di ogni cosa, compreso la mia famiglia. Mi sentivo forte, invincibile, pronto a sfidare il mondo intero! Quella notte rimasi con questo mio amico e usammo cocaina e bevemmo fino al mattino.
Da quel momento diventò per me indispensabile come l’aria, chiesi anche dove potevo procurarmela e arrivai a prenderne fino a 4 gr. al giorno. Non mi bastava mai e anche la notte la passavo con questo mio amico tra cocaina e bere fino a non capire più niente. A mia moglie dicevo che andavo a pesca o che dovevo aiutare un mio amico nel suo lavoro. All’inizio mia moglie mi credette, poi iniziò a notare dei miei comportamenti strani, quando ero a casa non dormivo la notte, avevo inappetenza ed ero sempre nervoso, come lo sei tu! Lei pensò che avessi il vizio del gioco e mi affrontò manifestando i suoi dubbi. Io le mentii e le dissi piangendo che era vero, che volevo smttere ma che non riuscivo. Lei mi credette e mi rispose che mi sarebbe stata vicino e che insieme superato ogni cosa.
Nel frattempo, ero stato assunto da una ditta dove facevo il muratore ma i soldi non mi bastavano mai. Tutto quello che percepivo lo spendevo per acquistarmi la cocaina e la birra di cui ne facevo uso sempre più frequente. Così iniziai a rubare negli appartamenti dove lavoravo, finoa quando un giorno mi scoprirono e mi vidi arrivare a casa il mio titolare con la proprietaria della casa dove avevo rubato (come fai tu a casa di tua madre). Confessai piangendo la verità chiedendo scusa e il mio titolare mi perdonò e pago lui per me il debito alla signora. In seguito, però si accorse, dai miei comportamenti che facevo uso di droga e un giorno chiamò mia moglie che aveva già qualche dubbio, e la mise al corrente di quanto aveva notato. Quando tornai a casa lei mi disse cosa pensava di me e che sarebbe ritornata da sua madre. La sua rabbia era tale che non voleva più vedermi. Piansi, mi disperai e le promisi che non sarebbe successo mai più; lei mi credette ma io il giorno dopo ricominciai da capo. Il titolare della mia ditta mi prese a cuore e mi diede una nuova opportunità, facendomi entrare a dirigere una cooperativa che si occupava di trasporti.
Prendevo 2 stipendi, ma a casa non portavo niente e a mia moglie raccontavo tante bugie facendole credere che venivo pagato con acconti o li perdevo. Mia moglie fu’ assunta come segretaria presso questa ditta e avevamo anche un’altra entrata, ma io appena ne avevo la possibilità rubavo anche i soldi che lei metteva da parte. Mi vendetti anche il televisore che avevo comprato con tanto amore ai miei figli, dicendo poi che si era rotto. Ormai non pensavo più alla mia famiglia, dipendevo completamente dalla cocaina, non ne potevo fare più a meno. Il mio titolare capì che io continuavo a drogarmi e mi licenziò e caddi così in un baratro senza fine. Non pagai più la casa, mi tagliarono la luce e l’acqua perché non avevamo più soldi. In quel periodo mi aiutò mia suocera ma la nostra situazione stava peggiorando sempre di più. La mattina andavo a vendermi le cose usate pur di raccogliere qualche soldo per mangiare.
Un giorno mi chiamò mia moglie dicendo che non c’era più latte per il bambino, le dissi che avevo guadagnato qualcosa e che le avrei portato al più presto il latte. Ricordo che avevo in tasca 80/90 euro e con questi mi comprai la droga non pensando neanche che i miei figli avevano fame. Rubavo per le strade, andavo la notte nelle villette e puntavo il coltello alle coppiette intimando loro di darmi tutto quello che avevano: soldi, gioielli, etc… Avevo debiti con chiunque e non sapevo come riuscire ad avere i soldi che mi necessitavano. Una notte in preda alla disperazione mi alzai, andai in cucina e bevvi un flacone di detersivo. Mia moglie se ne accorse chiamò il 118 e mi portarono in ospedale dove fui disintossicato. Non riuscivo a dormire, ero sempre sveglio, perché la cocaina ti tiene in questa condizione e un’altra notte sentii una voce che mi disse: “Vatti a tagliare le vene”, questo era il diavolo che suggeriva alla mia mente, ed io andai in bagno presi una lametta e mi tagliai tutto il braccio sinistro. Andai poi da mia moglie con il braccio tutto insanguinato e le raccontai cosa avevo fatto.
Lei, piangendo, mi medicò le ferite che sono diventate delle cicatrici e che portò fino ad oggi a testimonianza di come era la mia vita prima di conoscere il mio salvatore Gesù Cristo! Continuavo a fare uso di cocaina che mi davano a credito ma la mia vita era distrutta; alle volte pensavo di smettere ma poi, non avevo la forza di uscirne fuori e ricominciavo più di prima. Un giorno decisi di morire, presi tanta cocaina, feci uso di canne, bevvi 16 bottiglie di birra e fumai sei pacchi di sigarette. Quel giorno dovevo andare da mia suocera ma mi vergognavo a farmi vedere in quello stato, così tornai a casa e mi misi a letto. Ricevetti la chiamata di mia moglie e le dissi che non l’avrei raggiunta perché stavo troppo male, lei preoccupata decise di chiamare l’autoambulanza. Da quel momento ho ricordi confusi, persi i sensi e non so come fecero ad entrare a casa mia perché non avevo la forza per alzarmi; sono certo che fu’ il Signore ad aprire quella porta per me, gloria a Dio!
Al mio risveglio in ospedale vidi che accanto a me che c’era mia madre, lei era nella fede ed aveva accettato Gesù Cristo nella sua vita, e le dissi di pregare per me. I dottori dissero che era difficile che io superassi la notte senza essere intubato. Ma i piani del Signore erano diversi, superai la notte ed il giorno dopo uscii dall’ospedale. Tornato a casa, non avevo un lavoro, non avevo ne cibo ne acqua e soprattutto non avevo un futuro, ero disperato! Mia madre mi raccontò che un sabato aveva incontrato un gruppo di evangelizzazione che cantavano a Dio e testimoniavano come il Signore aveva cambiato la loro vita. Tra questi gli rimase impressa nella mente la testimonianza di un uomo che prima di conoscere Gesù conduceva una vita uguale alla mia; così, mi disse che li avrebbe invitati a casa sua e voleva che venissi anch’io per conoscerli.
Accettai, perché mi sentivo un uomo finito e volevo che la mia vita cambiasse. Così quella sera mi sfogai e raccontai tutta la mia vita piangendo. Loro mi invitarono ad andare in chiesa ad ascoltare la Parola di Dio per trovare ristoro all’anima mia e così feci. Non appena entrato, istantaneamente, sentii subito la presenza del Signore, piansi ed aprii il mio cuore chiedendo a Dio di entrare nella mia vita. Da quel giorno sono un uomo nuovo, ho smesso di drogarmi, di bere e di fumare. Gesù mi ha messo sdegno per tutto questo, ora non sento più il desiderio di queste cose, è come se con una spugna avesse ripulito l’anima mia togliendo ciò che di sporco vi era dentro il mio cuore.
Adesso ho ristabilito un equilibrio nella mia vita e nella mia famiglia. Prima i miei figli quando mi vedevano neanche si avvicinavano a me, avevano timore, adesso aspettano che torni a casa e mi vengono incontro con amore. Ora la pace del Signore è in casa mia. Preghiamo insieme e mi cercano nel continuo per parlare insieme e mi cercano nel continuo per parlare insieme del nostro amato Gesù che ha fatto di me una nuova creatura. Adesso lavoro e non mi manca nulla ma, soprattutto, Gesù mi fa sentire nel continuo che mi ama e che è vicino a me. Se penso a come stavo distruggendo la mia esistenza e la mia famiglia non posso far altro che ringraziarlo di avermi tirato fuori dalla schiavitù del peccato in cui mi trovavo, rendendomi un uomo libero.
Caro amico/a che stai leggendo questa testimonianza, se anche tu vivi una situazione analoga alla mia, o hai un parente, un amico o un figlio o un genitore che è schiavo della droga o dell’alcool, voglio dirti che c’è una soluzione ed una via d’uscita, e questa è accettare Gesù Cristo nella tua vita. Egli è morto sulla croce per i nostri peccati ed è pronto a tirarti fuori dal peccato e liberarti da questa dipendenza che non ti permette più di vivere e che sta distruggendo te e la tua famiglia. Io ero nella tua stessa condizione, ti capisco, con le tue forze non puoi farcela, ma Dio è pronto a tendere la Sua mano per aiutarti. Dio vi benedica!
Tuo amico Antonio Casale
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