La Francia critica l’Italia, ma la sua linea contro i migranti è sempre più dura

In Francia le richieste d’asilo toccano il massimo storico, aumentano i beneficiari dei sussidi e i ricorsi intasano i tribunali. Ecco perché la Francia usa il pugno duro contro l’immigrazione illegale.

La strana schizofrenia della Francia che critica le politiche dell’Italia nei confronti delle Ong del mare che trasbordano i migranti dalla Libia nel mentre che difende con le unghie e coi denti i propri confini dall’immigrazione illegale ha una spiegazione: come scriveva ieri Le Figaro, «mentre la pressione migratoria tende a diminuire ovunque in Europa, essa resta forte in Francia, dove il numero dei clandestini pesa sempre di più sull’intera amministrazione». Il quotidiano francese non si fa nessun problema a definire “clandestini” quelli che in grandissima parte sono richiedenti asilo, poiché le prime due nazionalità fra chi cerca rifugio in Francia sono… quella albanese e quella georgiana!

PICCO MASSIMO DELLE RICHIESTE DI ASILO

L’anno scorso il totale delle richieste d’asilo aveva toccato il massimo storico di 120 mila, cifra che dovrebbe essere superata alla fine di quest’anno, ed è davvero curioso che in testa ai paesi dei richiedenti asilo ci siano la Georgia e l’Albania, rispettivamente con 4.417 e 3.772 domande nei primi cinque mesi del 2019. Entrambe superano l’Afghanistan, che registra 3.674 richieste. Albanesi e georgiani usufruiscono dell’esenzione del visto nell’ambito di accordi collegati allo spazio Schengen, perciò arrivano facilmente in Francia come turisti e poi alla scadenza dei tre mesi del visto turistico rilasciato all’ingresso dichiarano che la loro sicurezza è minacciata nel paese d’origine e fanno domanda d’asilo. Vanno così a sommarsi ad altre migliaia di richiedenti che stanno prosciugando le casse dello Stato sia per i costi dell’accoglienza che per quelli del sistema giudiziario, messo sotto pressione.

SUSSIDI E TRIBUNALI INTASATI

Secondo un rapporto parlamentare, nel dicembre scorso i beneficiari del sussidio per i richiedenti asilo hanno superato per la prima volta nella storia della Francia il numero di 100 mila: non singoli individui, ma coppie o famiglie. L’aumento dei beneficiari rispetto all’anno precedente è stato del 15 per cento. Il sussidio ammonta a 300 euro per coppia, ai quali si aggiungono 220 euro supplementari se i richiedenti devono provvedere da sé a trovarsi un alloggio. Per questi sussidi lo Stato francese spende mezzo miliardo di euro all’anno. I costi complessivi dell’accoglienza ammontano a oltre 2 miliardi di euro all’anno dal 2014, quando i richiedenti asilo annui erano la metà di quelli attuali.

A innervosire i francesi è il fatto che mentre in tutta Europa, Italia compresa, l’afflusso di migranti irregolari conosce una flessione (da 1 milione di immigrati nel 2015 passati quasi tutti attraverso il Mediterraneo si è scesi a 373 mila nel 2016, a 185 mila sia nel 2017 che nel 2018, e probabilmente a una cifra molto minore alla fine del 2019), nel loro paese i numeri tendono invece a crescere, soprattutto a causa di ingressi “di rimbalzo” provenienti dalla Germania e dal Belgio, che applicano gli accordi di Dublino contro la Francia come la Francia li applica contro l’Italia, e di ingressi di clandestini sempre più numerosi dalla Spagna, dopo che il fronte italiano è stato parzialmente tamponato.

ESPULSIONI A PESO D’ORO

Tutto questo esercita una pressione molto forte sulle risorse della Giustizia e degli Interni. Il contenzioso giudiziario relativo a soggetti stranieri che fanno ricorso contro il rigetto delle loro domande d’asilo o contro decreti di espulsione rappresenta (dati del 2018) il 37,5 per cento di tutta l’attività dei tribunali amministrativi, il 49,4 per cento delle corti d’appello amministrative e il 20,6 per cento dei ricorsi trattati dal Consiglio di Stato. A complicarsi la vita i francesi hanno provveduto da soli, modificando 14 volte nell’ultimo decennio le leggi relative all’ingresso e alla presenza di cittadini stranieri sul territorio francese (raccolte in quello che in Italia si chiamerebbe Testo unico, e che in Francia prende il nome di Codice dell’ingresso e del soggiorno degli stranieri e del diritto d’asilo), senza contare gli adeguamenti alle direttive europee in materia. In particolare fra il 2015 e oggi sono state approvate tre nuove leggi sull’immigrazione e sul diritto d’asilo.

L’altra branca della Pubblica amministrazione che soffre parecchio le vicende relative all’immigrazione è la polizia: ogni anno le forze di sicurezza francesi effettuano controlli su 100 mila cittadini stranieri che non avrebbero diritto di risiedere in Francia: 15 mila di essi vengono effettivamente espulsi dal territorio nazionale, altri 15 mila accettano di andarsene nel contesto di programmi di partenze “spontanee” o “sovvenzionate”. Gli allontanamenti di stranieri in situazione irregolare costano annualmente alla Francia 500 milioni di euro, quasi tutti (468 milioni) per le espulsioni vere e proprie. Per un costo medio per persona allontanata di ben 14 mila euro.

Rodolfo Casadei | Tempi.it

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