La fuga dai social network continua…

Nicolò Zaniolo, calciatore della Roma, ha deciso di andar via dai social network; di dire addio a un mondo virtuale ormai insozzato di miseria umana, di frustrazioni, di isterie, di insulti e sentenze sputate per ogni singolo aspetto della vita delle persone. Lui non è l’unico ad averlo fatto, e probabilmente non sarà nemmeno l’ultimo.

Ma il suo messaggio è chiaro: “Visto che la mia vita è sul campo e non sui social o nel gossip, ho deciso di lasciar perdere questo lato superficiale che capisco non mi possa appartenere”, ha scritto sul profilo Instagram, prima di cancellare l’account. Dicevamo, non è l’ultimo, ma uno dei tanti che hanno capito che la vera vita è quella reale e che il web è solo un’illusione, costellato per di più di una mandria di gente incattivita che si eleva a giudice, giuria e carnefice degli altri senza conoscere nulla della vita altrui.

Uno dei primi ad abbandonare il web era stato Enrico Mentana, nel 2013. Dopo di lui sono stati tanti i personaggi famosi che hanno deciso di chiudere baracca e burattini, impauriti o incattivi o umiliati dalla tempesta di melma che si riversa quotidianamente sulla rete.

Una decisione che può passare inosservata se fatta da un uomo avanti con gli anni, ma se adesso lo fa anche un ragazzo di 21 anni come Zaniolo, allora il segnale è chiaro: pure i giovani cominciano a stancarsi di questa palude chiamata social network. D’altronde, come confermano anche analisti e psicologi, i social network possono creare un fattore ansiogeno di gran lunga superiore al limite sopportabile; una patologia che sta facendo capire a molti internauti che il gioco non vale la candela, che la vita reale è pur sempre preferibile alla mandria di mucche pazze che scorrazzano sul web.

I social creano più stress che piacere, perché spingono all’isolamento oppure alla costruzione di un profilo falso che protegga dalle vampate di odio sempre più frequenti.

Zaniolo ha detto ciò che pensano in tanti: i social sono una cosa superficiale, una perdita di tempo. E se non usi un social con una missione vera, con una motivazione reale, allora meglio staccare la spina e tornare alla vita reale anziché passare l’esistenza davanti a uno schermo subendo pure l’ondata di ostilità di gente senza Dio.

Mario Barbato

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