La lotta allo specchio contro il demone dell’omosessualità e la vittoria in Cristo

Ciao, mi chiamo Cristian e sono di Napoli. Tutto parte dalla mia famiglia. Vengo da una famiglia molto umile. Da quando avevo 6 anni mio padre si trovava in carcere per affari di droga. Sono cresciuto senza una figura paterna, insieme ai nonni e a mia madre che ha cominciato ad avere problemi di depressione. Mio padre è morto quando avevo 12 anni per un tumore. Lì sono cominciati anche i problemi economici e legati alla mia identità.

A scuola, nel quartiere e in famiglia mi prendevano in giro perché mi muovevo in modo diverso dagli altri ragazzi, avevo delle movenze femminili e per questo mi davano degli appellativi poco carini, come “femminuccia”. In realtà, io non mi sentivo diverso, ero solo me stesso. Le loro parole mi facevano sentire vittima di una ingiustizia perché io non mi sentivo in quel modo.

Alle medie sono stato vittima di bullismo, sempre dovuto ai miei modi effeminati. Ero un ragazzo sempre più insicuro, vulnerabile, non avevo amici e mi chiudevo in me stesso. Provavo a difendermi ma erano tutti contro di me. Questo mi aveva portato ad essere diffidente nei confronti degli altri, non mi fidavo più di nessuno; mi sentivo inferiore e diverso. Ai tempi non ero attratto dagli uomini, ma era come se la mia mascolinità fosse in qualche modo ferita; anche la mia voce e il mio modo di parlare erano diversi da quelli degli altri ragazzi.

Tutto questo mi portava ad essere ostile a casa, in particolare con mia mamma. Non ne parlavo con nessuno di questi problemi a scuola perché temevo di essere giudicato. Sono cominciati a nascere i primi conflitti con mia madre: ero disubbidiente, ribelle e non riuscivo a dimostrarle affetto, ad abbracciarla o a dirle “ti voglio bene”, anche perché non ricevevo queste attenzioni da lei, visto che lottava con la depressione e sul come portare avanti tre figli da sola. Lei mi diceva delle cose che mi ferivano molto e che mettevano in crisi la mia identità e la mia autostima. Negli anni peggiorava sempre di più. Io, dal canto mio, cominciavo ad identificarmi con gli appellativi che mi affibbiavano gli altri. Mi sentivo diverso, incompreso, umiliato e ho cominciato anche a nutrire un sentimento di odio per tutti.

Questo mi ha portato ad essere sempre più ribelle e a fare tutto quello che mi passava per la testa. Mi faceva sentire libero. Cominciavo a farmi nuovi amici. L’affetto che non avevo a casa lo cercavo in loro. Rimaneva però una ferita nel mio cuore: il bullismo mi aveva portato ad avere paura degli uomini e a non aprimi con loro. Per questo non riuscivo ad avere amici maschi. Mi aprivo soltanto con le ragazze; mi sentivo più vicino a loro anche perché sin da piccolo ero cresciuto attorniato da donne. Questo mi portava a vedere le ragazze soltanto come amiche; non avevo alcuna attrazione fisica per loro. Invece, quella per i maschi cominciava a farsi strada. All’inizio era solo un pensiero; ero alle superiori.

Già verso i 13-14 anni avevo cominciato a guardare pornografia eterosessuale. Verso i 16 ho iniziato a esplorare i primi siti gay e la pornografia omosessuale perché avevo cominciato a sentire attrazione verso un ragazzo della mia classe. Volevo avere dei contatti con gli uomini, ma ero troppo timido per espormi, così mi sono fatto dei profili falsi su Facebook per approcciare dei gay ed avere un primo contatto con loro. Un giorno un ragazzo col quale chattavo da mesi e che avevo paura di incontrare, perché non accettavo di provare quelle cose, ha scoperto la mia vera identità. Questo mi ha portato ad aprirmi all’omosessualità e a viverla più serenamente. Da quel momento ho cancellato i profili con le foto false e ho creato un profilo con la mia foto, ma stando sempre molto attento che la mia famiglia non mi scoprisse.

È stato a 20 anni che ho fatto il mio ingresso nel mondo gay. Due anni prima mi ero infatuato di due ragazze: una mi aveva rifiutato, mentre con l’altra non avevo avuto il coraggio di dichiararmi perché non mi sentivo abbastanza uomo. Quindi, mi sono iscritto alle chat di incontri gay e ho fatto le prime esperienze sessuali. Ad essere sincero, non mi piaceva avere rapporti sessuali con gli uomini, ma mi sentivo rassegnato visto che con le ragazze non funzionava e mi sentivo come se non esistesse una via d’uscita. Mi sono fatto una comitiva omosessuale e ho cominciato ad andare in discoteca dove ho anche conosciuto il mio primo “fidanzato”. L’omosessualità, ormai, era una cosa normale, ero io, era la mia vita.

Nonostante la relazione con questo ragazzo, sentivo sempre un vuoto. Ero un ragazzo che cercava l’amore. Guardavo avanti e non vedevo un futuro, una famiglia, una stabilità. Ho cominciato a soffrire di attacchi di ansia. Dopo mesi l’ho lasciato perché non provavo più nulla per lui. Ho continuato lo stile di vita omosessuale, ma non ho più avuto relazioni impegnate. Non mi interessava il sesso, volevo trovare un uomo che mi trasmettesse sicurezza, quella sicurezza che sin da quando ero bambino non sentivo; quella protezione che forse non ho mai potuto avere da parte di mio padre. Non riuscivo a trovarla tra gli omosessuali, perché da tutte e due le parti cercavamo sicurezza e protezione dagli uomini.

Un giorno mia mamma si trovava fuori ed è stata avvicinata da un gruppo di cristiani che evangelizzavano in strada. Le hanno parlato di Gesù e l’hanno invitata in chiesa. Il giorno dopo mia mamma, dicendomi che andavamo in chiesa cattolica, mi ha portato in quella chiesa. Sapeva che se mi avesse detto la verità, io non ci sarei venuto. Per educazione mi sono accomodato e ho ascoltato il culto. Mi sembravano degli esaltati perché cantavano e ballavano per Dio. All’improvviso ho cominciato a sentire qualcosa dentro e ho cominciato a piangere senza sapere perché. Il pastore mi chiama, mi impone le mani e sento un fuoco scendere su di me. Ho tremato e ho sentito un amore grandissimo dentro, come se il mio petto stesse per esplodere. Io e mia mamma ci siamo detti per la prima volta, in lacrime, “Ti amo!”. Ho iniziato a frequentare la chiesa e a credere in Dio.

Un giorno mi è stato detto che l’omosessualità era una abominazione. Non riuscivo a capire. Chiedevo a Dio: “Perché mi hai fatto sentire il tuo amore e ora mi dici che per Te sono un abominio?”. Mi sono sentito rifiutato da Lui, così ho abbandonato la chiesa e ho ripreso a fare la vita di prima. Ho cominciato a frequentare un ragazzo che alla fine mi ha fatto molto male. Ho iniziato a sentire delle voci che mi dicevano: “Fai schifo … Sei solo … Falla finita … La tua vita non ha senso … Non vali nulla … Buttati giù …”. Non ho voluto dare ascolto a quelle voci, anzi sono andato dal pastore perché capivo di aver bisogno di liberazione: non volevo essere gay!
Da un lato volevo cambiare, ma dall’altro avevo paura che se avessi lasciato il mondo gay avrei perso le mie amicizie. Ero combattuto. Alla fine ho scelto il mondo e non sono tornato a Dio.

Da lì in poi non sono più riuscito fare sesso con gli uomini. Io cercavo amore, ma quello che vedevo erano soltanto perversione ed egoismo, un usarsi a vicenda. Ha avuto inizio la depressione: avevo attacchi di ansia, di panico, non dormivo la notte, non avevo più voglia di vivere, di svegliarmi la mattina e di andare a lavoro; senza un motivo particolare scoppiavo a piangere. Avevo tanti amici ma mi sentivo sempre solo.

A gennaio di quest’anno mi sono licenziato. Avevo bisogno di fare altro. Ho lasciato Napoli e sono partito a Cesenatico per uno stage di animazione. Lì ho conosciuto un ragazzo col quale ho stretto subito amicizia, si chiamava Andrea, di Mantova. Andrea è partito in Cile per un ritiro cristiano. Al suo ritorno è venuto a trovarmi a Napoli. Ho scoperto che era il figlio di un pastore. Lo vedevo cambiato, diverso e più sereno. Mi parlava di Gesù come qualcuno di vivente che poteva trasformare la mia vita. In quel periodo avevo bisogno di sentire quelle parole e la sera mi sono messo a pregare. Ho chiesto al Signore: “Se davvero puoi cambiarmi, portami via da Napoli e fa’ di me l’uomo che vuoi.”. In quel momento ho sentito la presenza di Dio che mi diceva: “Stai tranquillo, Io sono con te.”.
Il giorno dopo Andrea doveva ritornare a Mantova. Mi chiese se gli volessi fare compagnia per il viaggio. Mi avrebbe ospitato a casa sua, con la sua famiglia, e avrei anche potuto cercare un lavoro lì.

Arrivato a Mantova, vengo accolto dalla sua famiglia. Sentivo un’aria di pace e di serenità in quella casa. Ero meravigliato dal loro amore; senza nemmeno conoscermi mi hanno accolto e curato come un figlio.

Sapevo che Dio mi aveva portato lì per formarmi, per raffinarmi. Non avevo mai letto la Bibbia prima. Ho cominciato a leggere con Andrea quello che riguardava soprattutto il ravvedimento e l’omosessualità. Mi dedicavo sempre di più alla preghiera e al digiuno e comprendevo sempre di più la volontà di Dio. Ormai avevo accettato che l’omosessualità era un peccato e che Dio voleva aiutarmi ad essere libero e a guarire le ferite che mi causavano l’attrazione per lo stesso sesso (la mancanza della figura paterna, il carattere molto forte di mia madre, il bullismo, il complesso di inferiorità, la bassa autostima). Lentamente lo spirito santo stava cambiando il mio modo di essere, di parlare, anche di muovermi, i miei atteggiamenti, etc. Cominciavo a condividere quello che Gesù aveva fatto per me con gli altri, al lavoro, per strada, in famiglia, su internet, etc.

SIATE SOBRI, VEGLIATE; IL VOSTRO AVVERSARIO, IL DIAVOLO, VA ATTORNO COME UN LEONE RUGGENTE CERCANDO CHI POSSA DIVORARE.
(1 PIETRO 5:8)

Un giorno, durante la pausa pranzo al lavoro, andai in bagno a pregare e ricevetti un messaggio da un ragazzo omosessuale. Questa persona in passato mi piaceva tanto e ancora mi sentivo attirato in qualche modo da lui. Caddi in tentazione e mi masturbai pensando a lui. Mi sentii immediatamente in colpa e mi presi d’ansia. Sentivo il diavolo che mi accusava e che mi diceva che in realtà non era cambiato niente, che ero sempre la stessa persona. Andai su internet e cercai dei versi sulla santità e trovai questo:

PERCHÉ QUESTA È LA VOLONTÀ DI DIO: CHE VI SANTIFICHIATE, CHE VI ASTENIATE DALLA FORNICAZIONE, CHE CIASCUNO DI VOI SAPPIA POSSEDERE IL PROPRIO CORPO IN SANTITÀ E ONORE, SENZA ABBANDONARSI A PASSIONI DISORDINATE COME FANNO GLI STRANIERI CHE NON CONOSCONO DIO.
(1 TESSALONICESI 4:3-5)

Ma quello che mi toccò di più fu questo:

PERCHÉ, SAPPIATELO BENE, NESSUN FORNICATORE O IMPURO O AVARO (CHE È UN IDOLATRA) HA EREDITÀ NEL REGNO DI CRISTO E DI DIO.
(EFESINI 5:5)

Sentii lo spirito santo dirmi di rialzarmi e di combattere. Mi misi davanti allo specchio e cominciai a proclamare che appartenevo a Dio e a sgridare lo spirito di omosessualità nel nome di Gesù. Cominciai a vedere riflesso allo specchio il mio viso che si mutava verso quello di un demone infuriato che mi diceva che non voleva lasciarmi perché appartenevo a lui. Ho continuato a sgridarlo nel nome di Gesù e le mie mani cominciarono a contorcersi. Sentii un forte dolore ai polsi e cominciai a parlare in altre lingue. Capii che ero lo spirito di Dio che stava operando.
Uscii dal lavoro, chiamai il mio pastore e andammo in chiesa. Continuarono a fare quello che stavo facendo davanti allo specchio. Pregarono per me nel nome di Gesù e sgridarono il demone dell’omosessualità. Ero ancora legato da questo spirito perché non avevo perdonato tutte le persone che mi avevano fatto del male e che mi avevano umiliato. Appena ho proclamato il perdono ho sentito la pace di Dio invadermi e un senso di liberazione nell’anima e nella mente. Presi il mio cellulare e lo gettai a terra facendolo in mille pezzi. Volevo cancellare ogni traccia della vita passata, le applicazioni di incontri, gli amici gay, la pornografia. Quel peso che sentivo nel petto è sparito e tutta la rabbia e il rancore sono andati via.

PERCHÉ SE VOI PERDONATE AGLI UOMINI LE LORO COLPE, IL PADRE VOSTRO CELESTE PERDONERÀ ANCHE A VOI.
(VANGELO SECONDO MATTEO 6:14)

Lo scorso giugno mi sono battezzato e da quel momento servo quel Dio d’amore che mi ha amato mentre ero ancora peccatore, che mi ha perdonato e mi ha trasformato, dandomi un nuovo cuore e dei nuovi sentimenti.

Dio ci benedica

amorepurogesu.com

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook