Notando l’esempio di Gesù, generalmente quando si espongono discorsi caratterizzati da una certa verità biblica, discorsi che trovano conformità con gli insegnamenti di Cristo, molto spesso questo non è condiviso (soprattutto) dalla fratellanza. A volte sembra che alcuni credenti vogliano vivere un cristianesimo lontano dagli standard biblici, che gli stia bene così, perché questo non richiede nessun impegno di santificazione da parte loro.
Difatti, io credo che, riguardo a chi espone questi discorsi, la verità della Parola di Cristo abbia sempre il suo prezzo da pagare e, riguardo a chi ascolta, la verità li metta sempre davanti ad un bivio.
La Parola di Dio produce sempre una reazione. Quella reazione può essere positiva o negativa. C’è chi crede e c’è chi non crede, c’è chi ubbidisce e chi disubbidisce, c’è chi rimane colpito e chi rimane indifferente. In un modo o nell’altro la Parola di Dio divide in due parti il genere umano. La reazione alla Sua Parola è il criterio per il giudizio di Dio.
La realtà è che quando si apre la mente alla Parola di Dio, si scopre veramente la verità. Ma, purtroppo, ad alcuni la verità non piace, anche se si tratta della verità di Cristo; purtroppo, sempre più credenti si ritrovano come quei discepoli che, dinanzi all’esposizione di Gesù di certi discorsi un po’ più profondi, dissentivano dicendo che “quel parlare era duro e che non potevano ascoltarlo; tirandosi indietro e abbandonandolo”.
Alcuni credenti non hanno compreso che non accettare la verità significava rifiutare la Parola di Dio. La Parola di Dio è vita eterna per chi la ascolta, ma diventa giudizio per chi la rifiuta e vi si oppone.
Qual è il tuo atteggiamento nei confronti della Parola di Dio? Qual è il tuo atteggiamento nei confronti degli insegnanti di Gesù? Sei indifferente o attento? Sei disubbidiente o desideroso di ubbidire? Credi in ciò che dice Gesù o il tuo cuore è rimasto insensibile? È la Parola che giudica.
Il nostro atteggiamento nei confronti della Parola di Dio determina la nostra salvezza o la nostra condanna. Era così per coloro che si trovavano davanti a Gesù in quel momento, ed è così anche per noi oggi.
Alessio Sibilla
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