La speranza contro ogni speranza

Ed instancabilmente i raggi di sole ancora una volta sorridenti ci aprono le porte del nuovo giorno, bussando alla vita e chiedendo di interrogare i nostri cuori spesso schiacciati da pensieri, perdite, dolori, ricordi mai più riproponibili se non nella dimensione adimensionale del tempo che resiste e sopravvive nell’animo di chi fa rivivere soffi infiniti di vita vissuti.

Fermiamoci un attimo e riflettiamo al fatto che dinnanzi un pensiero o problema abbiamo sempre una scelta di proponimento: di attese e speranze o di potenziale sconfitta, ancor prima che Dio possa ascoltare le nostre preghiere, i nostri desideri e ne faccia volontà.

Dovremmo sempre cercare di guidare i pensieri persi e spauriti nelle strade della sofferenza, della perdita, cercare sempre una fiammella tra i rami attanagliati dei problemi, puntando gli occhi all’essenza di ogni cosa, e cercando Dio tra nuvole attraversate così come nella dimora del cuore sballotato dalle tentazioni del male, tentazioni vestite spesso da sembianze del giusto, del bene.

Personalmente nel mio vissuto ho sperimentato che la vita ascolta spesso le richieste costanti del cuore, anche se urlate al vento in quell’istante sordo, ma poi ripresentate nella realizzazione più totale e concreta.

E’ vero non sempre Dio può ascoltare e trasformare la realtà secondo le nostre prospettive umane, ma ascolta e accoglie sempre la nostra umile preghiera di chi si abbandona alla volontà: ma in questa attesa certamente possiamo sperare che si accendi la luce del cambiamento, ricordando sempre che la guarigione fisica e animica scorrono su due fiumi diversi, e paralleli;  e se Dio soffia guarigione in questo involucro terreno, la nostra volontà poi deve intervenire per cambiare direzione di propositi e azioni, come in una nave dove il capitano ritrovato il vento atteso urla con determinazione “vento in poppa a tutta forza”, verso nuova direzione che conduce nell’orizzonte di luce.

Noi medici se ispirati interveniamo in progetto di sola salvezza fisica; l’anima e’ il nostro unico e personale bagaglio riempito e riportato al Padre secondo le scelte che alleggeriscono o appesantiscono il cammino non fornendo le giuste ali per planare nella gioia della Parola.

Amici non siamo qui per condurre una vita esente da errori siamo qui chiamati al progetto terreno per scegliere sempre i percorsi, i pensieri, per attraversare la strada dell’errore, importante e necessaria per oltrepassare il fuoco, il deserto, il buio, per poi per virare verso quelle soluzioni di raggiunta armonia che sono il rispetto della nostra vita, delle persone care, delle leggi di Dio, ripulendo i percorsi passati che fanno sentire sempre i loro echi; ed ancora per perdonarci e perdonare consci che fornire cibo sicuro a questo piccolo involucro fisico “finito” non sarà mai abbastanza per un’anima insaziabile di amore.

L’anima che in una desiderosa corsa galoppante cerca di inglobare tutto il bene possibile per divenire una particella dell’incommensurabile immenso, confine inestimabile di Dio Padre.

Oggi tra i miei impegni oltre ad innaffiare le mie fresie che mi promettono nel tempo colori e magia della stagione della rinascita, ho conservato l’albero di natale e per ogni addobbo colorato con cura riposto nella scatola mi sono ripromessa che ogni intento con cui ho acceso il cuore prima di tale evento, ne diventi azione concreta, movimento continuo verso gli altri, obiettivo costante, ed instancabile cambiamento di un anima che anela a Dio.

Ho provato amarezza e tristezza nel richiudere l’immagine del Natale fatto di luci, attese, tra gli occhi gioiosi dei bimbi che non hanno compreso del tutto il valore della nascita di Gesù ma che vivono certamente il valore della gioia in un clima di festa dove la scintilla della parola illumina tutti i cuori non dimenticando angoli sconosciuti del cuore come questo sofferente paradiso terreno.

E se gli esami della scuola sembravano le ultime tappe faticose dei nostri cammini, ricordiamo che ogni passo ogni scelta e’ un’esame davanti a Dio.

Siamo chiamati a vita per “fare” vita e dare continuità alla parola … per far sì che il credo scorra nelle nostre vene nonostante le dovute necessarie difficoltà, e non serve l’immagine palese di Dio per darci certezze: siamo noi stessi Sua immagine, cerchiamolo nei nostri cuori, rispolveriamolo dalla polvere della mancata concretizzazione dei suoi insegnamenti , tra le rabbie, tra sentimenti trasformati in numeri, e tra le vite che incontriamo non sapendolo riconoscerLo in ognuno dei sofferenti.

Il futuro? Sarà solo proiezione di ciò che abbiamo coltivato, creduto, sperato.
L’orizzonte aspetta la nostra giornaliera conferma, per poter plasmare le aspettative che un di svegliandoci ci sia solo pace e fratellanza intorno, ci sia umiltà e saggezza, coscienza e volontà di consapevolezza, ci sia carità e perdono, ci sia gioia e amore come un grande arcobaleno a stringere tutti noi fiori del creato da offrire al Padre per la vita donata.

E concludo i miei pensieri ricordando una grande amica che sta oggi lottando la sua enorme battaglia. Teresa: impaurita, provata e adirata di questo destino, in cui oggi ha perso le armi, la forza per lottare e dove la mia impotenza da medico e da essere umano che le vuole bene può soltanto sillabare e soffiare una preghiera al cielo soffiando al Padre la mia umile richiesta di misericordia e carità per questa grande persona e anima e per tutti quelli stremati dalle sofferenze.

E come al solito concludo con mie riflessioni di qualche anno fa che siano stimoli per ognuno di comprendere la propria strada, la propria missione

Da piccola, di fronte ad alcune paure ed incertezze, pensavo che chiudendomi tra le ante di un armadio la vita potesse dimenticarsi per qualche attimo di me…

Oggi … Con “qualche anno” in più sento che la vita bussa sempre … Non solo a quelle ante … Ma soprattutto alle pareti del cuore …

Impariamo ad ascoltarla … Ad essere canto e amore … Ad essere missione per altri … Che poi è gioia per se …

E che gli altri siano missione anche per noi …

Potrebbe essere un vero paradiso … Dividendo le difficoltà e i dolori … Amplificando insieme la gioia …

Diventando corpo Unico … Unica entità simultaneamente e sincronicamente pulsante di amore e per amore!

Debora Castrogiovanni

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