La storia oscura dei testimoni di Geova

È il 1870 quando in America un giovane avventista si circonda di uno stuolo di fedeli per studiare la Bibbia e cercare quelle verità che non trova nella sua religione di appartenenza. Ha 18 anni, nessuna preparazione teologica e una insana passione per le profezie. La sue scarse conoscenze storiche lo portano ad analizzare la Bibbia in modo dubbio, elaborando insegnamenti più simili a narrazioni fantasiose che a realtà concrete. Per meglio diffondere il suo vangelo, fonda una casa editrice dedita alla produzione di letteratura biblica; una società di cui lui detiene la maggioranza delle azioni.

L’uomo diventa popolare nelle contee dove predica. Viaggia molto, scrive molto, guadagna anche molto dalla letteratura che vende. I suoi collaboratori lo identificano con lo schiavo fedele e discreto predetto da Gesù nel Vangelo, ma quello schiavo fedele e discreto non si rivela affatto uno stinco di santo, perché nel corso della sua vita subisce ben 3 processi: uno per infedeltà coniugale, uno per frode e un altro per peculato. Giura falsamente di conoscere latino, greco ed ebraico per dimostrare l’esattezza della sua interpretazione biblica e nel 1913, durante un discorso in un tempio massonico, afferma di essere ideologicamente vicino alla Massoneria e che molte sue dottrine bibliche sono simili alle dottrine massoniche, mescolando in un unico pentolone sacro e profano, Cristianesimo e Massoneria.

Russell rimane capo del movimento fino al 1916, anno della sua dipartita. Muore su un treno nel Texas 2 anni dopo aver profetizzato la fine del mondo che, secondo i suoi calcoli cervellotici, doveva verificarsi nel 1914. L’ossessione per l’escatologia apocalittica sarà una costante di questo movimento. Una fissa intorno alla quale baserà il suo impianto dottrinale.
Dalla previsione fallita del 1914, il movimento subisce un collasso, da cui si riprenderà solo qualche anno dopo, quando il suo successore, Joseph Rutherford prende in mano l’organizzazione. Il “giudice”, come viene soprannominato il successore, non ha il carisma del fondatore. È autoritario, irascibile, collerico e, soprattutto, dedito all’alcool. Nel 1918 finisce in galera per propaganda sovversiva contro il governo americano. Uscito di prigione, imprime all’organizzazione un’impronta sul modello delle grandi imprese commerciali, con tanto di gerarchia piramidale e un’intensa attività di proselitismo da farsi porta a porta per portare gente nel gruppo. L’entusiasmo iniziale viene sostituito dall’efficienza imprenditoriale della propaganda.

Rutherford cambia nome all’organizzazione in testimoni di Geova, elabora nuove dottrine, attacca pesantemente la Chiesa Cattolica, dà inizio a una feroce campagna anti-nazista in Germania, causando l’internamento dei fedeli tedeschi, mentre lui se ne sta beatamente in California, in una villa sontuosa che aveva fatto costruire per ospitare i patriarchi del Vecchio Testamento che sarebbero dovuti ritornare per mettersi a capo dell’umanità, e fissa la data per la fine del mondo prima nel 1925, poi nel 1941. Rutherfors probabilmente non credeva nemmeno lui nelle sue deliranti farneticazioni, ma profetizzare la fine del mondo, per molte sette religiose, è sempre stato il modo migliore per fare discepoli.

Il giudice visionario muore di polmonite nel 1942 e il suo successore, Nathan Knorr, porta avanti il suo modello commerciale, precisando ruoli e gerarchie, esasperando i controlli, premiando l’impegno proselitistico. Più che un predicatore, sembra un uomo d’affari: viaggia molto, apre filiali, scuole e congregazioni in tutto il mondo. Impone come attività principale la predicazione a domicilio; commissiona una nuova traduzione della Bibbia manomettendola in più parti; introduce l’ostracismo verso i fuoriusciti e il divieto delle trasfusioni di sangue per i fedeli; fonda un comitato direttivo che assume le sembianze del consiglio di amministrazione di una multinazionale e fissa l’inizio del regno millenario di Cristo nel 1975. La sua strategia si rivela vincente, perché in poco tempo l’organizzazione raggiunge i 2milioni e mezzo di fedeli in tutto il mondo, per poi ridursi a 1milione e mezzo dopo il mancato adempimento della profezia.

Knorr muore nel 1977 (è il terzo a morire poco dopo aver fissato date per la fine) e al suo posto subentra Frederick Franz, l’eminenza grigia del movimento, il teologo del gruppo. Sotto la sua presidenza, l’organizzazione consolida il suo potere sui fedeli. L’uomo riorganizza il movimento conferendogli una struttura fortemente piramidale, modifica profondamente gli intendimenti biblici, crea una gestione politica in cui la libertà individuale è abolita e l’organizzazione diventa la coscienza collettiva di ogni singolo fedele. Viene così a formarsi una dittatura estesa a tutte le congregazioni del mondo mediante un controllo rigido esercitato dagli anziani locali.

Non tutto però fila liscio come l’olio. Nel 1980 un membro del comitato direttivo entra in rotta di collisione con i dirigenti del gruppo e viene espulso dal movimento. Una volta fuori, pubblica un libro di 500 pagine, Crisi di Coscienza, in cui denuncia il clima da totalitarismo assoluto che vige nell’organizzazione, i metodi autoritari delle imputazioni giudiziarie, le inquisizioni minuziose, gli interrogatori interminabili, le occulte registrazioni di conversazioni e di telefonate, i processi a porte chiuse senza alcuna difesa da parte degli inquisiti, le scomuniche per soli sospetti o per qualche critica di troppo, i dissidenti presentati come dei criminali da evitare e da screditare.

Nel 1983, intanto, sulle pubblicazioni del movimento dall’impronta massonica e dalla struttura aziendale vengono scoperte delle immagini subliminali mostruose e a tratti demoniache. Il comitato direttivo liquida tutto come semplice illusioni ottiche, ma quelle immagini diventano sempre più numerose e sempre più visibili, tanto da spingere gli studiosi e parlare di tecniche di manipolazione mentale praticate dal movimenti sui lettori.

Per tutti gli anni Ottanta l’organizzazione conosce una crescita regolare, ma non eccezionale. Le defezioni però non mancano. Nel 1988 intere congregazioni  italiane abbandonano il movimento per ragioni ignote. I fuoriusciti si moltiplicano giorno dopo giorno. Molti di loro ricorrono ai mezzi di comunicazione per denunciare le pratica autoritarie, liberticide e coercitive del movimento. Il comitato direttivo li definisce dei “malati mentali”, dei “maiali tornati al loro vomito”, secondo il comando cristiano di amare i propri nemici.

Franz muore nel 1992, senza aver fissato una data precisa per la fine del mondo, anche se si continua a mettere l’accento sulla sua imminenza preannunciata da guerre, conflitti, calamità naturali, pestilenze. Come se queste piaghe non fossero mai esistite nella storia. Dopo la sua morte, il movimento resta senza un vero capo carismatico. Il comitato direttivo concentra tutto il potere nelle sue mani, si autoproclama lo schiavo fedele e discreto di cristiana memoria e cambia le dottrine religiose, trasformando in menzogne tutto ciò che fino a ieri erano considerate verità assolute.

Nel 1997 iniziano i primi guai giudiziari. Una donna, che lavorava alla sede centrale americana, scopre migliaia di casi di abusi sui minori perpetrati nell’organizzazione e accuratamente insabbiati dai vertici del movimento. Forse, presa da un rimorso di coscienza, sottrae tutti i documenti dagli archivi e li porta in un Tribunale americano. E’ l’inizio di un terremoto che mina le fondamenta stessa dell’organizzazione. Numerose vittime di abusi sessuali cominciano a farsi avanti e a denunciare anni di violenze taciute alle autorità.

E’ uno tsunami che travolge l’organizzazione da un emisfero all’altro del pianeta. Partono inchieste, processi, condanne, risarcimenti milionari. Un’indagine condotta nel 2015 dal reporter statunitense Trey Bundy del Center for Investigative Reporting porta alla luce migliaia di documenti prodotti dall’organizzazione in cui sono presenti istruzioni per gli anziani per tenere nascosti, sia alle forze dell’ordine sia agli stessi fedeli, i casi di pedofilia e abusi sessuali avvenuti all’interno delle congregazioni per ben 25 anni.

Nel 2001 scoppia un altro scandalo. Un quotidiano inglese scopre che l’organizzazione si è associata alle Nazioni Unite. Ci era rimasta attaccata come cozza allo scoglio per 10 anni prima che il bubbone scoppiasse costringendo il comitato direttivo a dissociarsi dal Palazzo di vetro, giustificandosi con un errore fatto in buona fede da un loro funzionario. Ma le scuse non servono a nulla, perché molti fedeli-a cui era stato imposto per anni di separarsi dalla politica perché considerata satanica-cominciano ad accusare il movimento di avere una doppia faccia, una doppia morale. La loro continua predicazione contro i governi, considerati tutti nelle mani del Diavolo e prossimi a essere spazzati via dal Regno di Dio, costringe la Russia a metterli al bando nel 2017 con l’accusa di estremismo. Un anno dopo anche l’Unione Europea vieta loro di prendere nota delle persone che visitano durante il proselitismo perché è considerata una violazione della privacy.

Due anni dopo, nel 2019, un quotidiano italiano scopre che l’organizzazione-che vieta ai fedeli di svolgere il servizio militare pena la scomunica-ha investito parte dei suoi proventi in aziende che producono armi da guerra. Oltre ad essere proprietaria di titoli azionati, quote aziendali, obbligazioni statali, fondi segreti depositati sui paradisi fiscali di mezzo mondo per eludere le tasse e non dare a “Cesare quello che è di Cesare”.

Il terzo millennio è una debacle per il movimento. Da più parti finisce sotto accusa per settarismo, plagio mentale, manipolazioni bibliche, morti per divieto delle emotrasfusioni, famiglie disintegrate, vite rovinate, fedeli finiti in cura per problemi mentali, pedofilia non denunciata, sfruttamento del lavoro dei fedeli, denaro preso dai membri facendo leva sui sensi di colpa. Vengono presentate anche le prime interrogazioni parlamentari sull’ostracismo, mentre si moltiplicano i dissidenti che ricorrono alla rete per pubblicare notizie scomode, fatti inquietanti, documenti compromettenti.

Attualmente i testimoni di Geova contano 8 milioni e mezzo di fedeli in oltre 200 Paesi. Ma facendo una stima tra chi entra e chi esce, la crescita media è di 100mila nuovi aderenti l’anno. Nel 2020, con la pandemia da Coronavirus che ha impedito loro di predicare e riunirsi, l’organizzazione è calata di 50mila unità. Segno che la sua esistenza si basa su un proselitismo capillare e aggressivo, senza il quale, probabilmente, non sopravvivrebbe a lungo termine.

Mario Barbato

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