«Dio si ricorda in eterno del Suo patto, e per mille generazioni della parola da Lui comandata, del patto che fece con Abramo e del Suo giuramento che fece a Isacco, che confermò a Giacobbe come Suo statuto e a Israele come un patto eterno, dicendo: “Io ti darò il paese di Canaan come porzione della vostra eredità”» (Salmi 105:8-11).
Facciamo una premessa.
Come credenti, abbiamo la Bibbia come principale fonte degna di fiducia anche per la storia e la geografia che riguardano il popolo di Dio, per cui anche per questo tema possiamo tranquillamente attenerci da quello che è riportato nelle Sacre Scritture.
Come sappiamo, dai tre figli di Noè sono venute tutte le razze umane e tutti i popoli della terra.
I primi occupanti della terra d’Israele sono stati i discendenti di Sem e i discendenti di Cam, alternandosi e anche convivendo nel tempo intercorso tra la dispersione dovuta alla confusione delle lingue e la conquista da parte degli Ebrei.
Quando per ordine di Dio si è incominciato a documentare la storia e le origini di Israele, vi abitavano diversi gruppi denominati genericamente “Cananei”.
In seguito, al tempo di Mosè, oltre a i Cananei vi erano i Filistei (da cui prende il nome geografico di Palestina), e si presume che questi venivano da Creta e dalle zone dell’Egeo.
Dai fatti riportati nei libri dei Re e delle Cronache, vediamo che sia i Cananei che i Filistei non hanno mai formato una nazione a se stante, al massimo in alcune occasioni, per motivi militari, hanno formato coalizioni di “città stato”, che alla fine dei vari conflitti ritornavano alla loro originaria condizione.
Poi, per volontà di Dio e secondo la Sua promessa fatta al Suo amico Abramo, i discendenti di Giacobbe, suo nipote, usciti e liberati dalla schiavitù d’Egitto, hanno occupato quelle terre, dietro la guida di Giosuè, formandosi come nazione.
A parte l’esilio babilonese, quella terra è stata sempre abitata dalla discendenza di Abramo sino alla famosa presa e distruzione di Gerusalemme da parte del generale romano Tito.
Costui, e altri imperatori romani dopo di lui hanno obbligato gli Ebrei all’allontanamento dalla Palestina, dando inizio così alla Diaspora.
Il bando dalla terra d’Israele è riuscito in parte, perché, seppur di numero sporadico, gli ebrei hanno continuato ad abitare in quella zona, non riuscendo però ad organizzarsi politicamente e militarmente, tant’è vero che al tempo delle guerre islamiche quella zona è stata facilmente sottomessa dai discendenti di Maometto con la conseguente occupazione araba.
L’occupazione araba (includendo quella Ottomana-Turca), tranne una piccola parentesi al tempo delle Crociate, è perdurata sino alla occupazione inglese.
Gli Inglesi, dopo la Seconda guerra mondiale, hanno voluto cedere quella striscia di terra per la nascita dell’attuale Stato d’Israele.
Questa iniziativa è stata, ed è tutt’ora, contrastata dagli stati arabi confinanti, aizzando le poche persone arabe rimaste in quelle terre con la rivendicazione di una fattispecie Nazione Palestinese che non è mai esistita.
E’ chiaro che, in relazione ad avvenimenti attuali che riguardano lo stato d’Israele e lo status dei Palestinesi, per scarca documentazione storica e biblica, si è propensi a definire gli Ebrei come intrusi, ma la massima autorità per giudicare, anche in queste cose, è Dio.
Lui ha già giudicato e stabilito a chi dovrebbero appartenere quelle terre.
Nel Salmo 24:1 sta scritto: “Al Signore appartiene la terra e tutto ciò che è in essa, il mondo e i suoi abitanti”.
Riassumendo, possiamo dire che, oltre alla certezza della volontà di Dio, i motivi per l’appartenenza ad Israele sono:
– che i popoli originali che abitavano quella terra non esistono più e che, quindi, l’unico popolo che può rivendicarne l’appartenenza è il popolo d’Israele;
– che l’attuale gente araba, chiamati palestinesi, sono appunto arabi e sono venuti dopo Israele;
– che alla nascita della moderna Nazione Israele non esisteva (come tutt’ora) la Nazione o lo Stato di Palestina ed era terra occupata dagli inglesi.
Nell’occasione si vuole precisare che non siamo compiacenti per il fatto che i Palestinesi non debbono avere una terra o formare uno stato, o debbono continuare e vivere in una situazione critica e bellicosa come quella attuale.
Purtroppo, con la condizione del peccato, gli uomini, nel corso dei secoli, hanno spesse volte occupato le terre altrui con le guerre, ma sappiamo che Dio è sovrano e gestisce anche le situazioni politiche e geografiche mondiali, per cui possiamo, anche nel caso della Palestina, rimetterci alla Sua giusta e sovrana autorità.
Fonte: http://www.incontraregesu.it/
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