La Testimonianza di Antonella Palazzolo

La cosa più bella della mia vita sono i miei figli, la mia gioia infinita è Gesù.

Quando ero bambina, di fronte casa dei miei genitori c’era una chiesa evangelica. Di tanto in tanto sostavo sull’uscio per guardare al suo interno. Quello che attraeva la mia attenzione era una semplice croce. Purtroppo, però, mia mia madre non voleva che entrassi in quella chiesa, poiché secondo lei, in quel posto c’erano i demoni. Ma io non l’ascoltavo e assistevo anche ai matrimoni che mi riempivano di gioia. Non mi interessava di essere punita per la mia disobbedienza. Nella mia stanzetta prima di dormire pregavo Gesù che venisse ad aiutarmi. Ho sofferto tanto poiché l’unico amore che avevo era quello di mio papà. Diventata adulta, incontrai un uomo di cui subito mi innamorai è dopo poco decidemmo di sposarci. Andammo a vivere a Bronte, un paese in provincia di Catania. La prima persona che conobbi fu una evangelista: Gesù bussò alla mia porta, ma mio marito la chiuse e gettò le chiavi; non voleva saperne niente della Bibbia né di Dio. Io gli parlavo di Gesù, leggevo da sola la Bibbia e vedevo i miracoli che Dio faceva nella mia vita, ma un giorno mi prese la disperazione: il mio papà morì, io non mi sentivo amata da nessuno. Così caddi in una forte depressione e decisi di gettarmi dal balcone; quella mattina mentre tornavo a casa, sicura che avrei fatto quel gesto folle, mi fermò una signora e mi disse: “quello che devi fare non farlo, dopo vieni a prendere un caffè a casa mia”, era una mia vicina di casa che non avevo mai visto, ma lei pregava per me ogni giorno, mi convinse e andai. Sul tavolo del suo soggiorno c’era una Bibbia aperta nel Vangelo di Giovanni, mi colpi il versetto che dice: “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto, e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia” (Giovanni‬ ‭15:16‬).

Scoppiai in un pianto interminabile, Gesù mi aspettava da anni ed io lo avevo sempre rifiutato. Appena lo accettai nel mio cuore e nella mia vita, sentii come un fuoco dentro di me; brividi in tutto il corpo, sentii la dolce presenza e una pace inspiegabile. In quel momento passai dalla morte alla vita, nacqui a nuova vita, come dice Gesù nel Vangelo di Giovanni: “In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio” (Giovanni‬ ‭3:3).

Dopo qualche tempo mi sarei dovuta sottoporre ad un delicato intervento chirurgico alla gola, in prossimità delle corde vocali. Era un intervento altamente rischioso, con un’alta probabilità di danneggiare le corde vocali in modo irreversibile. In preghiera chiedevo a Gesù: “Signore se non posso più parlare come farò a dire agli altri quello che hai fatto per me? Non permettere che tutto questo succeda”. Mi operarono e… gloria Dio, al Suo nome benedetto, dopo due mesi la mia voce ritornò normale, e così ho iniziato ad evangelizzare di nuovo.

Ma Satana non mi lasciava in pace, infatti, una sera non ho vedevo bene, presi l’appuntamento con un oculista. Mi visitò accuratamente e la sua diagnosi fu di tumore agli occhi. Dapprima ebbi come una freccia al cuore, poi subito mi ripresi e rimasi serena, pensavo dentro di me: stasera parlo con Gesù in preghiera e Lui mi guarirà: pregai senza fermarmi, fino a che ebbi la certezza di aver ricevuto il miracolo. Il Signore mi guarì totalmente, anche se oggi porto gli occhiali. Ma il tumore è scomparso.

Ho patito la fame, mandavo a scuola i miei figli senza merenda dicendo che l’avevo dimenticata. Non ho mai avuto aiuto da nessuno, ho cercato lavoro solo per i miei figli gli ho dato un futuro lavorativo e insieme a Dio andiamo avanti. Sono stata molto forte e sono sempre sorridente anche se le ferite sono profonde, a pensare che mia mamma non mi voleva, era gelosa perché mio papà mi amava, lei era legata più alle altre sorelle; non mi ha mai detto un “ti voglio bene!” Ma Dio ha voluto che dopo la morte di mio padre, lei stesse male. Era stata operata ad una gamba, e tutti i giorni doveva andare in ospedale per le medicazioni, le mie sorelle non l’hanno voluta a casa propria, e così l’ho dovuta accudire io. La portavo in ospedale tutti i giorni lasciando soli i miei figli, il piccolo aveva 3 anni, ma non mi pesava, io l’amavo e ho dovuto sopportare anche il dolore che la gamba gliela dovettero amputare. Potete immaginare come mi sentivo a vederla senza gamba, non ho dormito per 15 mesi, pesavo 35 chili, ma Dio mi ha dato la forza di aiutarla e di non mancare con la mia famiglia. Lavoravo 18 ore al giorno, per accudire lei e badare alla mia famiglia.

In tutti quegli anni, non smisi mai di pregare per la conversione di mia madre e mio marito. Un giorno, l’uomo che chiuse la porta in faccia a Gesù, mi prese per mano, mi portò in chiesa e, confessò i suoi peccati. Subito dopo il ravvedimento, si fece battezzare in acqua. Gesù lo salvò sia lui che mia madre. Mia madre prima di morire mi abbracciò piangendo e mi disse: “grazie Antonella ti voglio bene”. La vita non è stata sorridente per me, ma per mezzo delle sofferenze mi sono sempre fortificata in Gesù mio Salvatore. Dio conosceva tutto quello che dovevo passare, non mi ha mai abbandonata, senza il Suo aiuto non sarei stata capace di affrontare tutto questo. Ma io so, che al di là di questa vita, c’è il mio adorato Dio che mi aspetta. Amen!

Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com

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