La vera menzogna

image (9)La realtà è nella materia o nello spirito? In un mondo dove tutto è molto  compatto, “spesso”, pesante, siamo abituati a pensare che la realtà sia qualcosa di simile.
Ciò che si vede è, ciò che non si vede non è. Questa è la facile conclusione: se si può toccare esiste altrimenti…

Ho un’immagine nella mente…

Devo attraversare un ruscello saltando da una parte all’altra. Sono insicuro ma attratto, e la mia mente analizza tutti i parametri possibili.
Da questa parte della riva, dal lato dove sto io, il ruscello mi sembra molto largo, non so se ce la farò. Forse cadrò in acqua. Di sicuro cadrò in acqua! Mi infangherò fino alla caviglia.
L’altra sponda mi sembra insicura ,”molle”, evanescente.
Molti aspetti invisibili falsano la mia percezione di quella distanza, ad esempio: il dislivello tra le due sponde. Dalla mia parte la riva è più alta e ad “occhio” pare più ampio lo spazio da saltare.
Altri fattori come: la mia statura, la luce e persino il suono incidono, (facendosi più fragoroso il rumore mette timore), essi fanno parte del mio calcolo mentale e percettivo.
L’impossibilità di stimare tutti i fattori suscita in me incertezza, un altro elemento contrario alla riuscita del salto.
La visione dalla riva opposta cambia è speculare.
In mezzo tra le due sponde, scorre la fede.
Per colui che ha fede il “reale” viene messo in discussione.
Nella fede, ad esempio, crediamo a cose invisibili. Crediamo nella risurrezione, nei miracoli, nella guarigione. Crediamo nello Spirito Santo, crediamo in una vita spirituale eterna, crediamo nell’anima, e perfino in DIO!
Nessuna di queste cose è toccabile, palpabile, non con le mani… almeno! Esse sono segnali, bagliori  di una “realtà” presente e parallela che appartiene a noi, più del quotidiano vivere.
Quello che noi riteniamo “reale” è qualcosa che dura un tempo brevissimo.
La nostra vita carnale stessa è una meteora. Ma, è quanto conosciamo per considerarci “reali”.
…se saltassimo il ruscello, se avessimo quella fede forte; senza incertezza. Se avessimo “fiducia” nella fede, in quella fede che smuove le montagne, allora diverremmo consapevoli di un’altra dimensione, non nuova ma eterna, quella dello spirito.
Là dove le cose non si toccano, ma sono sperimentabili, esse incidono su ciò che chiamiamo realtà, vita, quotidiano, più di quanto non sappiamo. Esse  producono effetti benefici e non, nelle nostre vite.
LA VITA E’ UNO STATO INTERMEDIO
Ora; se mi dessi una martellata sul pollice, avvertirei un dolore “ verissimo” (anche se temporaneo), se gustassi il mio piatto preferito ne trarrei un piacere profondo. Assaporerei ad occhi chiusi la prelibata pietanza, ah…! grande soddisfazione (temporanea). Il brivido di una puntata di azzardo, un grande amore, lo stordimento del sesso (tutto temporaneo). Un terremoto ha distrutto la mia casa? Ho perso il lavoro e sono disperato, poi ne ho trovato uno migliore? (tutto temporaneo)
CHI CERCA TROVA
L’uomo da sempre si è messo alla ricerca di ciò che ha perduto, fin dalla fondazione stessa del mondo.
Esso si è allontanato dalla via maestra e cerca nel suo errare un oasi, una fonte, un po’ di ristoro. Cerca qualcosa che egli stesso stoltamente ha gettato: l’accesso a DIO! La dimensione dello spirito, la vera verità, la vera realtà!
Vaghiamo in un mare tempestoso,  privi di bussola, veniamo sbattuti qua e là da un “maligno” vento di menzogna.
Talvolta la rotta è giusta, Dio tramite il suo Santo Spirito rimette la prua nella direzione ottimale.
Ha posto la Lucente Stella del mattino perché non ci perdessimo, ma noi ansimanti, bisognosi, privi di fede e anche un po’ cocciuti, ci dirigiamo verso il più prossimo, quanto effimero approdo temporaneo, mettiamo in salvo la “carne”.
Il nostro approdo forse terrà nella tempesta qualche istante, o magari (inganno ancora peggiore) tutta una vita. L’anima nostra si riterrà tranquilla, al riparo, soddisfatta. Ma presto o tardi saremo “rigettati” in mare sbattuti dai flutti. Poiché nella “solida” realtà quotidiana tutto è temporaneo.
Ma se tutto ciò che facciamo nel mondo “reale” non dura nulla, non sarà ad un appoggio stabile che dobbiamo guardare? A qualcosa che pur apparendo evanescente, persiste in eterno.
A quel qualcosa che senza farsi notare ci ha sempre sostenuti, a ciò che non ci toglierà la sedia da sotto nel momento migliore.
La sponda da questo lato è troppo alta, impervia, percorrerò avanti e indietro le rive, cercando il luogo dove il ruscello si stringe. Camminerò andando là dove può esserci un guado.
Ancora nulla niente da fare… spero di non metterci tutta la vita…
DALL’ALTRA PARTE
Qui “penso” ho i piedi al sicuro! la terra è ferma e stabile fossimo pur restati in Egitto… pensavano gli Israeliti, poiché la meta promessa era lontana quarant’ anni di cammino)
Succede così, che pur convinti che dall’altra parte ci sia la Terra Promessa, desiderosi di raggiungere la riva opposta, ma stanchi di girovagare, non riusciamo a staccare i piedi dal suolo per spiccare il salto.
Molti “conoscono” – “credono” ma guardano sempre all’altra riva da qui! Cercano di vivere una vita profonda e spirituale, senza passare mai il guado. Ciò non è possibile.
L’uomo spirituale guarda alle cose del mondo, ed è in grado di vivere una buona vita “materiale”. Egli sa come gestire ogni evento, come trarne profitto, affinché la sua vita di tutti i giorni porti crescita e maturità  allo spirito.
L’uomo spirituale (maturo) sa come non creare danno a se stesso, usa la vita di tutti i giorni, gli eventi temporali brevi dello scorrere quotidiano, per continuare a crescere e trarre ancora profitto.
Costruisce così qualcosa in quel luogo dove il tempo non impone i suoi limiti, là dove ogni cosa è stabile, dove niente traballa, là dove il trascorrere non ha inizio ne fine.
Da questa parte della riva, qui dove sto io, non è così! Non è così poiché quella terra solida , apparentemente stabile che mi dava sicurezza, piano piano viene corrosa dall’acqua che scorre, dal tempo che invecchia, dalla paura, dalla malattia.
Ogni volta che costruisco qualcosa le fondamenta non tengono, erigo un muro ma la base si sgretola. Posso costruire castelli o enormi ricchezze, non fa differenza. Posso goderne, gioirne, ma non fa differenza.
L’uomo “naturale” guarda alle cose del mondo e ci si aggrappa.
Si lega con le sue stesse mani, con il suo stesso prototipo di vita; a ciò che per “natura”, ha una durata! Egli non riesce a vivere una buona vita spirituale, e molto spesso non vive nemmeno una discreta vita materiale.
Nella sua confusione cerca di “cementare” le cose del mondo come se venissero dallo spirito. Egli si convince di essere benedetto, sostenuto, a motivo della sua abbondanza, ma non sa di avere in mano un pugno di mosche.
L’uomo “naturale” camminerà per tutto il tempo della sua vita guardano all’altra sponda, sentendone di tanto in tanto i benefici influssi, ma senza avere mai il coraggio di staccare i piedi da dov’è.
IL BANDOLO DELLA MATASSA
In tutto questo una buona notizia c’è:
Preghiamo Dio che ci dia fede, che accresca la nostra fede, che ci dia lo Spirito Santo come guida.
Se il nostro cuore desidera conoscere Dio il Signore, iniziare un cammino spirituale, nessuno potrà impedircelo.
Dichiariamo a voce alta che il Signore è la nostra salvezza, accettiamo di seguire i Suoi insegnamenti. Incominciamo ad approfondire la nostra conoscenza del Signore attraverso la Sua Parola la Bibbia, Prendiamo ad esempio Cristo Gesù, facciamo che divenga il nostro Maestro.
Certo giorno dopo giorno lo spirito non sarà più una cosa immaginaria. Ci accorgeremo conoscendolo che Egli è una “base” solida, molto più di quello che pensavamo…
La sponda opposta lentamente si avvicina, ciò che vedo ora, appare più nitido. Dall’altra parte qualcosa mi attrae, Dio il Signore chiama! …
Ah! se doveste cadere con i piedi in acqua, niente paura una mano è già tesa per trarvi sulla riva GIUSTA.
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Francesco Blaganò | notiziecristiane.com
Copyright © francesco blaganò giugno 2014

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