La vita è una questione di … principi!

Volendo provare a rispondere alla domanda relativa a “cos’è la vita” (?) credo che probabilmente molti proverebbero a dare una moltitudine di definizioni, mentre altri, forse, non saprebbero trovarne una adatta!

Tra i primi (che a furia di definizioni potrebbero lasciare confusi coloro che sperano di trovarne una semplice e chiara) ed i secondi resta trovare una definizione di cosa sia la vita.

Eppure non avere una definizione che in qualche modo aiuti a considerare in qualche maniera l’essenza e la sostanza della vita rappresenta una “lacuna” di un certo spessore (o profondità)!

Cos’è la vita (?) non è una domanda futile, poiché essa sta al centro dei pensieri di ciascuno (anche nel fondo del cuore di coloro che tendono a ‘vivere la vita’ in modo superficiale, senza darsi pensiero alcuno di cosa essa effettivamente sia.

Io qui non voglio proporre una “formula” sul ‘cos’è la vita, perché credo che essa non si possa e non si debba ridurre ad una formula, essendo la vita “qualcosa” di molto più ampio e profondo di una semplice “formula”.

Tuttavia vorrei proporre un concetto che ho maturato riflettendo sulla vita e che può in qualche maniera servire da un lato per cercare di capire in cosa essa consiste e dall’altro per regolare la nostra stessa vita.

Questo è il concetto: LA VITA E’ UNA QUESTIONE DI PRINCIPI.

Molti potranno cercare di definire la vita nei modi più vari e altrettanti potranno proporre mille teorie o dottrine sul modo di poter/dover vivere. Ma fondamental-mente la vita è… una questione di principi.

Vuol dire che alla base di qualsiasi definizione potremmo dare della vita e dei modi secondo cui potremmo pensare di poter/dover vivere, c’è sempre un principio che dirigerà i nostri pensieri e modi di vedere, ossia di concepire la vita.

Alla base di tutto ciò che possiamo prima pensare e poi attuare nella vita c’è qualche principio, che orienta e dirige il modo in cui la concepiamo e, di conseguenza, cerchiamo di impostarla e dirigerla.

Da quale/i principio/i siamo, dunque, guidati e condotti?

Ad esempio, qualcuno penserà che il principio secondo cui vale la pena condurre la propria vita sia quello dell’essere istruiti; e qualche altro potrà, invece, vivere pensando che per vivere si possa fare a meno dell’istruzione.

Qualche altro concepirà l’esistenza sulla base del principio secondo cui ciò che vale la pena raggiungere sia il successo in termini di ricchezza (magari anche a costo di schiacciare tutto e tutti pur di affermarsi); qualche altro, al contrario, magari dopo avere sperimentato la stessa strada ed essere incorso o nella delusione della ricchezza (chè non colma certi aspetti esistenziali, come il senso e la felicità, che non essendo beni materiali non possono comprarsi con i soldi) o nella perdita di questa (per qualche fallimento economico) dirà che il principio per vivere veramente non consiste nel cercare la ricchezza come bene primario o ragione ultima dell’esistenza!

Altri ancora penseranno forse che un principio che rende “degna la vita di essere vissuta” sia quello di ricercare il prestigio sociale dinanzi agli uomini, ovvero quello di impegnarsi per il raggiungimento di una posizione di prestigio nell’ambito di qualche possibile carriera; ed altrettanti ancora, magari delusi da questo sforzo oppure amareggiati nel constatare che questa meta una volta raggiunta si è poi dovuta abbandonare (per conseguiti limiti di età, quando la vita, prima o poi, ci costringe ad “andare in pensione” ), diranno che infondo il principio del prestigio sociale non è quello che veramente può soddisfare il Senso e lo Scopo dell’esistenza!

Questi sono solo alcuni esempi di casi che dicono come tutti in qualche modo orientano la propria vita sulla base di qualche principio, ossia di qualche valore che orienta e modella il proprio ‘disegno esistenziale’.

Alla base, quindi, del sistema di vita di ognuno c’è infondo qualche principio che ci può aver fatto ritenere che la vita dovesse essere vissuta e guidata alla luce di esso.

La vita è, dunque, una questione di principi.

Ma abbiamo visto e considerato che non basta soltanto intuire il fatto che la vita è una questione di principi. In effetti, vivere secondo un principio che magari si è creduto giusto per un certo tempo e che, poi, si potrebbe rivelare sbagliato (quando ci si accorge che non avremmo dovuto spendere la vita in base ad esso, ma alla luce di un diverso e più giusto principio) ci deve portare a chiederci secondo quale principio, davvero, bisogna vivere e valga la pena di vivere!

La vita è una questione di principi, si, ma secondo quale/i principio/i la vita vale la pena di essere vissuta?

Per concludere questa semplice riflessione (che spero possa servire a qualcuno) vorrei proporre di considerare la parabola del ‘ricco stolto’ (che si può trovare – per leggerla – nel Vangelo di Luca, cap. 12 dal verso 20 al 21).

Quest’uomo aveva basato la propria vita su un principio: quello di diventare ricco. Ma al “capolinea” della vita terrena (e all’ingresso dell’eternità), mentre pensava fra sé e sé (dicendo all’anima propria) “Anima mia mangia, bevi e godi, perché hai molti beni”, Dio gli parlò e gli disse:

“Stolto, questa notte la tua anima ti sarà ridomandata. Ed i beni che hai accumulato di chi saranno”?!

Così (come il giudizio dato a quest’uomo – saggio secondo una sapienza mondana, ma stolto davanti a Dio -) sarà di chiunque avrà accumulato tesori per sé, ma non sarà stato ricco in vista di Dio (ossia della vita eterna)!

Questa parabola, che mette fra loro a confronto la vita terrena e quella eterna, ci dice come quest’uomo, avendo seguito solo un principio che potrebbe andare forse bene per la vita terrena ma non essendosi affatto né curato né occupato della vita eterna è stato giudicato stolto da Dio (perché, in effetti, finendo la sua vita terrena non porterà di questa nulla di materiale in quella eterna ed essendosi occupato solo di ricchezze materiali nel corso della sua vita non avrà nulla di spirituale da portare nella vita eterna)!

La storia di quest’uomo ci è messa davanti (rivelata) per dirci come costui ha vissuto secondo un principio sbagliato.

Ma se quest’uomo è già stato giudicato da Dio (negativamente) noi, meditandoci, potremo evitare lo stesso giudizio: se capiremo per quale principio vivere, affinché Dio possa dirci: “Ben fatto servitore fedele; entra nella gioia del tuo Signore”.

Per quale/i principio/i dobbiamo quindi vivere affinché non facciamo anche noi la fine dell’uomo stolto?

La vita è … questione di principi.

Enzo Maniaci | Notiziecristiane.com

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