LA VITTORIA HA IL PROFUMO DI CRISTO

Mi chiamo Cristina ho 30 anni, di etnia zigana le cui origine s’identificano al popolo “Cinti”.

I miei genitori, come la maggior parte della comunità Cinti (Sinti) erano privi di una dimora stabile, vivevano e svolgevano la professione di giostrai spostandosi con la roulotte o il caravan nel territorio. Non mi è mai mancato nulla e il benessere all’interno della mia famiglia era uno standard di vita che contribuiva alla mia crescita.

Ero una bimba solare, socievole anche se caratteristiche del mio carattere, sensibilità ed emotività mi fecero soffrire sin dai primi anni di vita. Percepivo visivamente ciò che mi circondava, afferrando tutte le sfumature vivendole emotivamente e intensamente sino ad andare oltre le apparenze, e il mio spiccato intuito m’indicava istantaneamente gli inganni o la correttezza delle persone e le conseguenti reazioni istintive erano sempre dettate dal cuore.  Ero bella, empatica e ciò mi fornì una marcia in più nell’essere disponibile ad aiutare il mio prossimo e benché mi adoperassi superando i limiti, il senso di vuoto cresceva di pari passo con l’età.

Nulla colmava il mio bisogno: né le serate in discoteca con gli amici e il mio stato di connotazione negativa peggiorarono maggiormente specie dopo la fine di una relazione contrastata dalla mia famiglia.  Non uscii più e chiusa nella mia cameretta mi convinsi di non aver nessun valore. Avevo 18 anni quando gridai al Signore: “ Se veramente esisti, salvami o per me non c’è più via d’uscita! “Mentalmente respinsi la sofferenza e il dolore che sino al quel momento m’imprigionò. Quella  stessa sera ebbi la visione di una donna che mi diceva: “Non temere perché da oggi il tuo Sposo è Cristo!”. Riconobbi la donna della visione e rammentai: quella donna tre anni prima, mi parlò di un Gesù vivente.  Mi misi in contatto e la domenica seguente partecipammo a un culto nella chiesa zigana, dove per   la prima volta caddi in ginocchio alla presenza del Dio Vivente che fedelmente intervenne liberandomi completamente dall’ansia.

Finalmente ero libera! Ero una nuova creatura…ero innamorata del mio Gesù, ma nonostante lo  zelo, la fede  iniziale non mi dispensò dal commettere errori  e dal cadere !   Dopo il battesimo in acqua,  fui ingannata dai  miei stessi sentimenti, decidendo  di seguire il mio cuore.  M’innamorai di un ragazzo e il desiderio di formare una famiglia e di condividere con lui la mia vita mi abbagliò.  Ero felice, ero una sposa di Cristo, l’ansia e i ricordi dolorosi scomparvero. Inconsapevolmente pensai di poter vivere felice accanto all’uomo amato. Con tutte le mi forze cercai di salvaguardare il nostro legame e m’impegnai maggiormente per amore del bambino che era in me. Diedi tutta me stessa, mi spinsi oltre ogni sopportazione ma ciò non servì a nulla, il nostro rapporto fallì miseramente tre anni dopo.

“Da tempi lontani il SIGNORE mi è apparso. Sì, io ti amo di un amore eterno; perciò ti prolungo la mia bontà.” Geremia 31:3

Dall’età neonatale mio figlio respinse il cibo solido. Inizialmente non considerai importante il rifiuto, considerando le diagnosi di svariati medici, i quali classificarono il mio pargolo “un bimbo difficile”. Al compimento del secondo anno di vita, l’equipe medica convalidò, dopo ripetute indagini, il disturbo dello “spettro autistico”!

Ancora oggi riscontro incapacità nel descrivere il turbinio di sensazioni che m’investirono e mi travolsero con una violenza inimmaginabile…non sentii più nulla, e le voci all’interno dello studio medico si annebbiarono come se provenissero da una dimensione lontana.

Captai solo le ultime parole della neuropsichiatra: “Si faccia forza, la attende una dura battaglia!” Delusa e Afflitta, piansi per tre giorni ininterrottamente e non volli più pregare!

Mi sentii come se mi mancasse la terra sotto i pedi, senza alcun equilibrio e stabilità: la mia storia d’amore era finita, il proposito di creare una famiglia naufragato e sulla vita di mio figlio vi era una sentenza devastante come la spada di Damocle.

Avevo dinanzi a me un gigante da sconfiggere e sapevo di non aver alcun sostegno, né economico né morale.

Ero una mamma single di ventuno anni, per giorni mi crogiolai nel mio dolore, mi sentii sola e abbandonata ma guardando mio figlio nei suoi occhioni bruni una forza soprannaturale mi fece reagire e realizzai nel mio cuore e nella mia mente di essere una figliola di Dio e Gesù soffrendo pene peggiori delle mie, versò la Sua vita anche per me e per il mio bambino, affinché potessi essere tratta in salvo.  Mi aggrappai al Signore con più forza e determinazione. Il Padre Celeste cui mi rivolsi la preghiera mi rispose, la sua infinita misericordia avrebbe operato portando il mio bambino alla guarigione, era una Sua Promessa.

Nessun ostacolo avrebbe potuto fermare la Sua mano potente. Autolesionismo, iperattività, insonnia, selettività alimentare grave, ritardo grave cognitivo, disturbi che avrebbero potuto spaventare chiunque ma non Dio. Toccai con mano la Sua presenza specie quando corsi il rischio di poter essere annientata dalla prova.  Cristo mi sostenne, infatti, non subii la tempesta ma l’affrontai, benché i medici continuassero a minare la mia perseveranza asserendo che in mio figlio si paventassero le mancanze di articolare i suoni o di esprimere la facoltà di linguaggio.

Dedicai mio figlio ai piedi del Signore in preghiere e suppliche … Credevo in Gesù e i consapevolmente fui certa che l’infermità di mio figlio fu inchiodata  alla Croce, il profumo di Vittoria in Cristo si radicò saldamente nel mio cuore e nessun altro dubbio mi assalì.

 “Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo.” Giovanni 16:33

Quest’anno mio figlio ha compiuto otto anni  ed è cambiato molto.  Ora parla e tre anni fa dopo una preghiera al cospetto di Dio, non si sono più verificati episodio di autolesionismo.

Dopo il culto domenicale, la sorella Anna pregò per una richiesta specifica e Dio misericordioso la esaudì prontamente, tant’è vero  che sgranocchiando un cracker, mio figlio me lo strappò dalla mano e iniziò a masticare come se lo avesse sempre fatto.   Ora legge, e non soffre più d’iperattività, dorme con regolarità e la mia vita è tornata a sorridere.

Non esiste montagna che la fede non possa spostare. Dio ha iniziato un’opera e la porterà a compimento!

“Egli ti coprirà con le sue penne e sotto le sue ali troverai rifugio; la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza. Tu non temerai lo spavento notturno, né la freccia che vola di giorno, né la peste che vaga nelle tenebre, né lo sterminio che imperversa a mezzodì.”  Salmo 91:4

Lella Francese

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