di Daniel Hébert – “E noi stessi abbiamo visto e testimoniato che il Padre ha mandato il Figlio per essere il Salvatore del mondo…; Dio è amore; e chi dimora nell’amore dimora in Dio e Dio in lui. . (1 Giovanni 4:14-16) – Se qualcuno riconosce pubblicamente che Gesù è il Figlio di Dio, Dio vive in lui ed Egli resta in comunione con Dio. Dal momento che cominciamo a conoscere l’amore di Dio, noi confidiamo in Lui.
Dio è amore: colui che vive (dimora) nell’amore, dimora in Dio e Dio dimora in lui. In questa comunione con Lui, l’amore raggiunge in noi la Sua perfezione, così che possiamo considerare con fiducia la venuta del giorno del giudizio.
In effetti, noi dovremmo vivere in questo mondo come Egli ha vissuto. Nel vero amore non c’è posto per la paura, perché l’amore perfetto porta via ogni traccia di paura. In effetti, la paura suppone l’idea d’una colpevolezza e la prospettiva di un castigo. Colui che vive nella paura (di un giudizio) mostra che l’amore in lui non ha ancora raggiunto il suo perfetto sviluppo. Quanto a noi, noi amiamo perché Dio ci ha amati per primo.
Se qualcuno pretende di amare totalmente Dio detestando suo fratello che è sotto i suoi occhi, non può amare Dio che non ha mai visto. Del resto, Cristo stesso ci ha dato questo comandamento: che colui che ama Dio, così deve amare il suo fratello.
L’amore di Dio è presentato qui come il solo rimedio alla paura e alla colpevolezza. Quando queste realtà esistono, paralizzano colui che vorrebbe avvicinarsi a Dio, impedendoglielo.
Quest’amore deve essere sempre considerato in relazione con il dono di Gesù. L’amore di Dio è qualificato come “perfetto”. Questo vuol dire che è completo. E’ alla croce che quest’amore è stato mostrato in tutte le sue sfaccettature.
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