Lavoratori migranti: non solo sanatorie, serve riforma strutturale

Roma (NEV), 15 luglio 2022 – di Benedetta Fragomeni – Si è tenuto ieri, 14 luglio, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, al Senato, a vent’anni dalla legge Bossi-Fini, il convegno di Ero Straniero – L’umanità che fa bene, la campagna lanciata nell’aprile 2017, cui aderisce anche la FCEI, che nasce dalla necessità di adottare un approccio pragmatico verso la questione migratoria nel nostro Paese.

La proposta di legge di iniziativa popolare dal titolo “Nuove norme per la promozione del regolare permesso di soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari” è stata depositata con oltre 90.000 firme alla Camera dei deputati nel 2017. Come ha spiegato Giulia Capitani, Oxfam Italia, la proposta è frutto della “coalizione, dell’esperienza di tante realtà molto diverse tra loro che hanno lavorato efficacemente insieme”; la campagna è infatti promossa da varie organizzazioni tra cui Radicali Italiani, ACLI, ARCI, Centro Astalli, CNCA, A Buon Diritto, Oxfam, ActionAid, Legambiente, Federazione Chiese Evangeliche Italiane, CGIL, e decine di altre organizzazioni, con il sostegno di centinaia di sindaci.

A introdurre l’incontro è stata la senatrice Emma Bonino, sostenitrice della campagna, che ha ricordato i successi ottenuti ma anche che la strada è ancora lunga…“Siamo ancora qui ma nel frattempo ho l’impressione che la consapevolezza nel nostro paese sia un po’ migliorata vista la necessità che molti settori industriali e commerciali riconoscono ormai a gran voce che noi abbiamo molto bisogno di loro”.

Durante il convegno sono stati ribaditi gli obiettivi della campagna in un contesto, quello degli ultimi anni, in cui l’attenzione dell’opinione pubblica si è spostata su questioni emergenziali, gli arrivi e l’accoglienza, “tematiche necessarie che però temono di lasciare in secondo piano una visione più a lungo termine”, come ha spiegato Giulia Capitani.

In questo senario, EroStraniero chiede canali d’ingresso per lavoro “reali, efficaci e adeguati agli scenari nuovi della mobilità umana ma anche alle esigenze reali del mondo produttivo da un lato e, dall’altro, la predisposizione di politiche attive nella nostra società per le persone che sono già qui”. La campagna propone quindi una riforma delle normative per raggiungere “una soluzione pragmatica che incontri le esigenze di tutti, delle persone in arrivo nel nostro paese da un lato e della società ospitante dall’altro”.

Fra i temi emersi, infatti, è stato sottolineato come sia necessario far incontrare in modo efficace domanda e offerta, “ci sono due necessità: quella dei lavoratori e datori di lavoro che non si incontrano a causa di un sistema che non si riesce a mettere al passo con la realtà del paese” – ha spiegato Giulia Gori, advocacy officer per le campagne, FCEI – “rispetto all’inizio della campagna c’è più sensibilità e consapevolezza, soprattutto da parte dei datori di lavoro. Ma mancano risposte strutturali al mondo produttivo e ciò corrisponde alla precarietà per i lavoratori stranieri”.

Il convegno è proseguito con una fotografia della realtà e sugli attori coinvolti o da coinvolgere nell’ottica di una nuova strategia. Ha raccontato della situazione attuale sul tema del caporalato Hardeep Kaur, FLAI-CGIL: “Non abbiamo risposte certe per più della metà delle domande presentate” – ha spiegato la sindacalista – “le domande di regolarizzazione non sono numeri, sono persone, che devono uscire da un sistema che è “marcio”. La Bossi-Fini è quanto meno anacronistica”. A proporre una strategia sui bisogni comuni è stato Claudio Cappellini, CNA, che ha portato la voce delle piccole imprese in Italia: “C’è una voglia molto forte nelle comunità straniere di fare impresa e contribuire anche allo sviluppo dei Paesi di origine, bisogna promuovere un coinvolgimento del sistema delle imprese e costruire ponti, forme di collaborazione con i paesi con i quali l’Unione Europea ha fatto accordi”.

Fra le esperienze riportate in occasione del convegno di EroStraniero, Chris Richmond, fondatore di Mygrants, ha raccontato di un progetto concreto, quello di una app che ha lanciato per far incontrare imprese e lavoratori, matchare talenti con opportunità, anche prima che le persone partano dai loro Paesi d’origine. “Pensiamo sia il momento di lavorare sulla valorizzazione delle competenze, miriamo a identificare il soggetto più idoneo per soddisfare il bisogno occupazionale prima ancora della partenza. Chiediamo una coalizione tra aziende e società civile”, ha detto.

L’intervento finale è stato quello di Tatiana Esposito, direttrice generale della DG immigrazione e politiche di integrazione del Ministero del Lavoro. “Abbiamo identificato alcune criticità e immaginato delle strade per il loro superamento – ha dichiarato la rappresentante del Ministero – che in alcuni casi sono molto simili a quelle che la campagna ha identificato. C’è bisogno di tre cose: respiro, programmazione, certezze. L’incertezza aumenta la vulnerabilità e spalanca la strada allo sfruttamento”.

Si è concluso così il convegno della campagna Ero Straniero, in cui si è ribadita la necessità di uscire dalla logica del singolo intervento e lavorare in modo sistemico e sistematico ricercando una visione più a lungo termine che abbia al centro la programmazione di canali di ingresso per lavoro e l’inserimento attivo nella società della popolazione straniera residente nel nostro Paese.

https://www.nev.it/nev/2022/07/15/lavoratori-migranti-non-solo-sanatorie-serve-riforma-strutturale/

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