Liberi dagli inganni

Quando la nostra vita cade in uno stato di insoddisfazione vogliamo dare risposte nuove per un nuovo senso di se.

Senza rendercene conto, però, costantemente ci inganniamo in credenze che ci rendono schiavi del potere. Ad esempio quando pensiamo che l’essere felici dipenda dal successo, dalla posizione di ruolo, dal prestigio, o quando pensiamo che se siamo tristi non otteniamo niente di buone dalla vita. Ma se fosse l’esatto contrario? Ad esempio non si ha successo nella vita perché si è infelici, o magari si è tristi ed è questa condizione che ci porta ad avere fallimenti nella vita? Sta di fatto che il nostro modo di pensare, le nostre convinzioni le nostre credenze confermano cosa ottenere e come comportarci nella vita. Bisogna che l’uomo di oggi impari a cambiare mentalità, inizi a comprendere alcune antiche e millenarie verità: “non sono le cose esterne a noi che entrando impure ma quelle che escono da noi” (Mt 15,11). Un chiaro e semplice appello ad un approccio alla vita, dove ognuno è responsabile del suo agire. Senza rendersene conto, l’uomo di oggi, è governato dall’esterno conformandosi  a tutti gli altri, ad un sistema, ad una massa, ad una frequenza critica di fusione chiamata “moda”. Come va di moda il selfie, istagram, il social. O al contrario si comporta come gli dicono di fare, sia attraverso messaggi subliminali delle pubblicità dei grandi magnati del marcheting  o direttamente dalla scena politica;  il che si è nel totalitarismo inconsapevole. Sta di fatto che l’uomo di oggi, credendo di avere una propria identità, un proprio modo di pensare, un proprio agire è condizionato dall’essere connessi in rete attraverso un social condiviso.

Arriva un momento nella vita in cui vi è un totale stato di insoddisfazione dove si cerca il bandolo della matassa della propria vita per non perdere la propria vocazione alla vita (P. Riccardi., Ogni vita è una vocazione. Pe un sano benessere. Ed. Cittadella 2014). Bisogna cambiare mentalità ci suggerisce la psicologia se vogliamo dare significato alla nostra vita. Ma se con linguaggio specificamente spirituale si dicesse con le parole di Gesù, bisogna pentirsi, pare un discorso anacronistico fuori tempo. Eppure quando Gesù invitò l’uomo al pentimento, lo fece con le parole: «il tempo è compiuto e il regno di Dio è giunto; convertievi e credete al vangelo» (Marco 1,15). La parola Grega, utilizzata dall’originale del vangelo è “Metanoete” che significa letteralmente “cambiate la vostra mente, cambiate pensiero”.  Ma cosa si intende per mente e pensiero? Semplicemente un modo di vedere se stessi, il mondo e Dio con occhii nuovi. Ma nuovi da cosa? dalle abitudini, dai condizionamenti, dagli ipnotismi mentali che ci propongono illusioni

Pasquale Riccardi D’Alise 

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