L’istruzione a tutti per costruire un mondo di pace, intervista al Console del Congo Christelle Ollandet

Palermo – Abbiamo il piacere di pubblicare l’intervista esclusiva al console onorario del Repubblica del Congo, Christelle Ollandet, intervenuta all’International Peace Festival di Palermo.

Christelle Ollandet, originaria della Repubblica del Congo, vive a Roma dal 1999 con la sua famiglia. Nel lontano 1995 ha fondato la scuola “Ollandet Savane”.  Lo scopo fondamentale per Christelle è stato quello di dare a ogni bambino del Congo, il proprio diritto d’istruzione cioè un valore, una dignità, un futuro per loro benessere, affinchè possano realizzare i loro propri sogni: quello di un futuro luminoso. “Ollandet savane è prima di tutto una scuola di vita”.

La scuola “Ollandet savane” che ha iniziato con 15 bambini nel 1995 oggi conta più di 2000 bambini. Dal primo giorno di attività a oggi “Ollandet Savane” a dato l’istruzione a più di 25.000 bambini.

Qual è la situazione oggi nella Repubblica Democratica del Congo aldilà delle guerre e delle epidemie di questi anni?

– La situazione nella Repubblica del Congo è politicamente stabile, la situazione socio-economica come tutti i paesi della Comunità degli Stati dell’Africa Centrale (CEMAC), sta attraversando una crisi finanziaria a causa del declino del costo del petrolio che ha causato l’aumento del tasso di disoccupazione.

Quali sono le sfide da intraprendere per la Repubblica del Congo affinché accompagni la popolazione in modo che, a partire da una coscienza nei confronti della giustizia e del prossimo, diventi capace di vivere in pace, per costruire una società nuova?

– La sfida principale è quella di dare a tutti i bambini l’istruzione, questo è uno dei modi per costruire un mondo di pace e una nuova società come rilevato da Nelson Mandela “l’istruzione è il grande motore dello sviluppo personale”. Diamo ai nostri figli l’educazione in modo che diventano la pietra su cui sarà costruito il Congo.

Pace e non violenza, sono stati due temi più volte affrontati da Martin Luther King e ripresi qualche giorno fa all’International Peace Festival di Palermo di cui lei è stata ospite. Un valore trasversale, un precetto religioso o una scelta consapevole e laica?

– A mio avviso, tutti i concetti sono rappresentati nei pensieri di Martin Luter King quando diceva “l’odio disturba la vita, l’amore la rende armoniosa, l’odio oscura la vita, l’amore la rende luminosa”.

Dal punto di vista religioso il Congo è un Paese complesso poiché si contano più di un centinaio di etnie. Ci puoi descrivere la situazione religiosa della Repubblica del Congo?

– Il Congo è un paese laico per sua costituzione, nonostante l’esistenza di diversi gruppi etnici, il Congo rimane retto dal cristianesimo.

Nel suo cammino cristiano il rispetto e l’amore per gli altri e soprattutto per gli ultimi l’hanno spinta all’apertura di scuole in Congo. Ha pensato di trasmettere questa testimonianza in Italia?

– Ovviamente, questi sono i valori che mi caratterizzano, li trasmetto in diverse conferenze, forum, workshop ai quali partecipo, li trasmetto anche alla mia famiglia, ai miei amici e al mio ambiente professionale. Il mio ardente desiderio è di trasmetterlo alle scuole italiane.

Attraverso la sua testimonianza riesce a incoraggiare nel suo paese a chi si spende per la pace e per combattere fame e malattie, affinché, possano migliorare le condizioni di vita delle persone. Attività umanitarie come questa hanno un valore politico o anche religioso?

– La mia azione ha un carattere umanitario il cui l’obiettivo è promuovere lo sviluppo sociale, dare il proprio diritto d’istruzione ai bambini del Congo affinché trovano un valore, una dignità, un futuro luminoso. Il mio leitmotiv è di incoraggiare più persone a investire nel prossimo.

Crede che la fede in Gesù possa dare un contributo a chi oggi sta cercando di rialzare le sorti del Congo? 

– Lo sviluppo del Congo passa attraverso l’amore, la pace e il perdono. Sono simboli di fede in Cristo.

Pietro Proietto

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