Lo scrittore irlandese alla fine della sua vita chiede perdono a Dio e diventa cristiano

Lo scrittore irlandese alla fine della sua vita chiede perdono a Dio e diventa cristiano, chiamando l’omosessualità “depravazione”, “perversione morale”, “degenerazione”, “fango” e “completa depravazione etica”.

Ecco qui citate le sue parole riportate anche nella sua ultima opera, De Profundis, pubblicata dopo la sua morte, nel 1905.

Tre settimane prima di morire dichiarò ad un corrispondente del Daily Chronicle: «Buona parte della mia perversione morale è dovuta al fatto che mio padre non mi permise di diventare cattolico. L’aspetto artistico della Chiesa e la fragranza dei suoi insegnamenti mi avrebbero guarito dalle mie degenerazioni. Ho intenzione di esservi accolto al più presto.»

R. Ellmann, “Oscar Wilde”, Rizzoli, Milano 199, pag. 669.

«Ogni mattina, dopo aver pulito la cella e lavato la mia gavetta, ho letto un poco dei Vangeli».

O. Wilde, “De profundis”, pag. 99.

«Solo nel fango ci incontravamo» … «mi rimprovero per la completa depravazione etica a cui ti permisi di trascinarmi.»

Ibid., pag. 11.

«La pietà è un sentimento meraviglioso, che prima non conoscevo […]. Sapete quale nobile sentimento sia la pietà? Ringrazio Dio, sì, ogni sera ringrazio Dio in ginocchio di avermela fatta conoscere. Sono entrato in prigione con un cuore di pietra; non pensavo che al mio piacere… Ora invece il mio cuore si è aperto alla pietà. Ho capito che la pietà è il sentimento più profondo, più bello che esista. Ed ecco perché non serbo rancore verso chi mi ha condannato, né per nessuno dei miei detrattori: è merito loro se ho imparato cos’è la pietà.»

A. Gide, “Oscar Wilde”, Mercure de France, Parigi 1989, pagg. 39-40.

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