LO SPIRITO CORRE PIÙ VELOCE DELLA MENTE!…

“Cosa voglio dire…

Quando Il comportamento umano non è corrotto da una mente soggiogata dal mondo, ma libero e ispirato dal cuore, segue spontaneamente l’indirizzo divino.

Ovvero: essendo noi a immagine di Dio quando siamo spontanei, privi di legami, percorriamo la “nostra” giusta Via.

Molto tempo fa coniai una massima che citava “se vuoi essere razionale usa l’istinto”.

Ancora oggi la trovo perfettamente calzante, sembrerebbe una contraddizione, ma a pensarci bene non lo è affatto”.

Ragionando, comprendiamo che la mente ci conduce a degli atteggiamenti standard che ricercano eccellenza nella vita quotidiana, attraverso comportamenti che esulano spesso da ogni etica, da ogni fede e da ogni consiglio divino.

La mente è uno strumento di calcolo e di analisi che con un suo algoritmo, detto frequentemente tornaconto, ci porta a fare delle scelte precise e mirate a secondo degli obbiettivi: questo se la mente, non è dall’anima educata al benessere spirituale, che richiede per esistere l’annullamento da ogni corruzione.

La mente è materiale! Razionale e speculativa come un computer, dovrebbe essere educata dall’anima a guardare alle cose dello spirito, ad alzare lo sguardo verso il cielo.

È uno strumento “la sala dei bottoni” che l’anima nostra utilizza per raggiungere il cielo o per conquistare il mondo. Due cose assolutamente distanti che producono effetti contrari.

L’anima che utilizza la mente per elevarsi produce bene anche nel mondo materiale, l’anima che usa la mente per gratificare se stessa produce danni alla carne e allo spirito.

La mente è stata creata per essere razionale, (infatti è impossibile avere comprensione di concetti come l’eternità, infinito, sappiamo cosa sono e stop), per obbedire ai comandi che noi (anima) gli diamo, diciamo che è il nostro computer di bordo.

Analizza i fatti e sceglie a secondo dell’obbiettivo che ci siamo fissati.

Viene facile pensare ad un biblico esempio: Adamo avrebbe potuto dire…” Non mangerò dell’albero della conoscenza del bene e del male, si!, ma poiché si era lasciato convincere che cibandosene avrebbe gratificato se stesso diventando come Dio si fece del male.

Genesi 2:15 Dio il SIGNORE prese dunque l’uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo lavorasse e lo custodisse. 16 Dio il SIGNORE ordinò all’uomo: «Mangia pure da ogni albero del giardino, 17 ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai».

Se vuoi essere razionale usa l’istinto dicevo…

In quei tempi pensavo a Dio in modo concettualmente molto diverso, che poi forse, così diverso non è per nulla, semmai era irriconoscibile.

Si! Era un Dio, introvabile spalmato nell’universo.

Un “mix” di passione, emozione, di credo, di bisogno, per il quale non avevo un indirizzo preciso.

Sicuro, ne ero certo, esisteva! ma era più nascosto di un ago in un pagliaio.

Esisteva ed esiste, esiste così tanto che è stato lui stesso ad indicarmi la via.

Lo Spirito corre veloce, così si è portato avanti per spianarmi la via che avrei voluto. Quella che avrei potuto percorrere e comprendere.

Vengo da un popolo carico di tradizioni, un popolo che ha origini in mille diverse divinità, le quali potrebbero tutte sembrare Dio, o tutte sembrano avere prerogative che riconosciamo a Dio, pur tuttavia nessuna di esse è Dio, per cui è molto facile perdersi.

Cosa voglio dire quando asserisco che lo spirito è più veloce della mente?

È un concetto ben preciso che parte dal presupposto, (contrario a ciò che spesso si pensa: ovvero che Dio è una ricerca difficile) che il Signore si pone proprio dove tu lo cercheresti, Egli si pone sulla tua via.

Lo Spirito di Dio operando in noi ci ha creati specificatamente, mettendo in noi il nostro stesso contributo alla vita, alla creazione.

Quindi è stato più “veloce” di me, preparando la mia via. A me non resta che percorrerla liberamente poiché mi appartiene, giacché io stesso sono quella via.

In questa ricerca non ci viene richiesto di cambiare, di modificare la nostra personalità, o di non utilizzare i nostri talenti, anzi, semmai ci viene chiesto di metterli a frutto.

L’Apostolo Paolo andava a Damasco per compiere quella che lui riteneva fermamente essere l’opera di Dio perseguitando la Nuova Via… e proprio su quella strada, metaforicamente parlando, che percorreva con convinzione e correttezza trovò il Signore.

Atti 22: 4 perseguitai a morte questa Via, legando e mettendo in prigione uomini e donne, 5 come me ne sono testimoni il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani; avute da loro delle lettere per i fratelli, mi recavo a Damasco per condurre legati a Gerusalemme anche quelli che erano là, perché fossero puniti.

6 Mentre ero per strada e mi avvicinavo a Damasco, verso mezzogiorno, improvvisamente dal cielo mi sfolgorò intorno una gran luce. 7 Caddi a terra e udii una voce che mi disse: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?” 8 Io risposi: “Chi sei, Signore?” Ed egli mi disse: “Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti”.

Quindi tanto più noi siamo corretti e coerenti con noi stessi, a ciò che Dio ha fatto di noi creandoci (e in questo sta l’essere razionali) tanto più il Signore si lascerà incontrare affinché mettiamo a servizio i nostri talenti per la Gloria del Regno.

Mosè uccise un uomo, Davide fece in modo che Uria morisse, certo furono peccati, azioni che in qualche modo appartennero al loro cammino e per le quali pagarono, in seguito però anche per via di quelle azioni si compì la volontà del Signore.

Quale potrebbe essere la conclusione di questo concetto?

Peccare non è una cosa buona… MAI! sopratutto se è un’accondiscendere alla nostra volontà.

Sbagliare è un contesto diverso, poiché l’errore se pur non segue una via corretta è orientato verso un giusto cammino. Certo non sono ammesse scorciatoie!

Copyright©francescoblaganò 4/2020

Precetti e talenti

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