Da Gagarin a Medvedev, lo strano rapporto di Mosca con lo spazio. Programma preliminare di deterrenza contro le minaccie spaziali – 12 mar. – E’ psicosi post meteorite. La Russia di Vladimir Putin dopo che un sasso cosmico ha colpito gli Urali, pensa a una mega bomba per evitare un incontro ravvicinato con gli asteroidi: questa l’ultima risorsa annunciata da Oleg Shubin, vice direttore dell’agenzia spaziale russa Rosatom, a capo del dipartimento per lo sviluppo e la sperimentazione di munizioni nucleari.
“Ci vorrà un ordigno con potenza ben superiore a un megaton per intercettare un asteroide di più di un chilometro di diametro” ha detto, profilando “una soluzione in linea di principio” per la “questione”. La questione è che sino al 50% degli asteroidi pericolosi non possono essere rintracciati in anticipo, ha aggiunto. “L’umanità avrà un tempo estremamente limitato, per evitare la collisione, circa un anno, compreso il tempo per il lancio di un razzo intercettore”, ha detto Shubin.
Mosca ha un rapporto tutto particolare con lo spazio. Storicamente, da quando il primo uomo, Yurij Gagarin, fece il primo volo intorno alla Terra all’interno della navicella Vostok 1, per poi morire qualche anno dopo in uno strano incidente a bordo di un piccolo caccia. Fino ai giorni nostri: pochi mesi fa, tra il serio e il faceto, l’ex leader del Cremlino Dmitri Medvedev ha confessato in un fuori onda che a tutti i capi di stato russi viene consegnata insieme alla valigetta con il bottone rosso una “papka”, ossia una cartellina con le informazioni sugli UFO. E anche sull’ultimo meteorite, circolava voce che fosse stato deviato dai marziani.
In realtà la probabilità di una collisione tra la terra e un “oggetto extraterrestre” è decisamente piccola, ma può succedere. Da un momento all’altro, secondo i russi. Intanto Roscosmos prevede di installare una specie di “faro” sull’asteroide Apophis che ha causato un breve periodo di allarme nel dicembre 2004, poiché le osservazioni iniziali indicavano una probabilità relativamente alta di collisione con la Terra nel 2029. Inoltre, la Russia potrebbe elaborare un programma preliminare di deterrenza contro le minaccie spaziali entro la fine del 2013. Secondo il numero uno di Roscosmos, Vladimir Popovkin, si potrebbero collocare nuovi telescopi per monitorare i detriti spaziali e pericolosi asteroidi e comete. Il programma può anche prevedere l’impiego di satelliti per usi speciali, ha detto Popovkin.
In particolare i russi hanno bisogno di completare la costruzione di un super telescopio grandangolare, l’AZT-33, nei pressi del lago Baikal, ad un costo di circa 17 milioni di dollari. Chiaro che l’effetto meteorite sta attirando nuova attenzione e capitali sull’industria spaziale. Le autorità russe riportano danni di oltre 24,5 milioni di euro dopo a causa dell’onda d’urto delle rocce spaziali che avrebbe provocato la rottura di circa 200 mila metri quadrati di vetri, in particolare nella città di Chelyabinsk, ferendo più di 1200 persone. I frammenti del meteorite che ha colpito gli Urali sono stati ritrovati nelle vicinanze del Lago Chebarkul, sulla cui superficie era già stato fotografato un cratere di 6 metri. Il meteorite, secondo i ricercatori della Urals Federal University, sarebbe una condrite – come la maggior parte dei frammenti di rocce spaziali che arrivano sulla Terra – composta per il 10% di ferro.
L’americana NASA ha stimato che il meteorite fosse di 15 metri di diametro quando è entrato nell’atmosfera, viaggiando ben più veloce del suono, ed esplodendo come una palla di fuoco, più luminosa del sole. Una brutta sorpresa per la Russia, che da sempre vanta numerosi primati su industria spaziale e corsa al cosmo. Da quando quel Gagarin, figlio di un falegname e di una contadina, dimostrò che l’uomo era in grado di volare oltre le previsioni, diventando a soli 27 anni il primo essere umano a orbitare intorno alla Terra e a osservarla dallo spazio. Oggi gli scienziati russi, presi alla sprovvista dal corpo celeste, hanno spiegato che se il meteorite di Chelyabinsk fosse entrato nell’atmosfera con una traiettoria più ripida, le conseguenze sarebbero state ben peggiori. Senza aggiungere troppi particolari.
(fonte TMNews)
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