di Elisabeth Elliot – Tra le mie vecchie foto degli anni trascorsi in Ecuador ce n’è una che ha come soggetto principale uno scorpione. Io sapevo cosa c’era al di là della finestra dove quello scorpione si era andato a poggiare, ossia, un prato verde con tante palme ed altri alberi, un giardino di ananas, un vasto terreno dedicato al pascolo e l’ansa di un grosso fiume. Ma la foto non mostra nulla di tutto questo. Il fotografo si era focalizzato solo sullo scorpione realizzando comunque un’ottima foto del soggetto. Ma l’obiettivo della fotocamera non aveva catturato nient’altro che lo scorpione.
L’occhio della fede riesce a guardare al di là di ciò su cui l’occhio umano si focalizza. La fede nota i fatti, anche quelli più brutti, (ricordiamoci di Abrahamo che guardò alla sterilità di sua moglie ed alla sua impotenza), ma non si ferma lì. Essa guarda oltre, alla bellezza delle cose che l’occhio umano non riesce a vedere, alle cose invisibili come le palme e gli ananas della mia foto, anche se non si vedono in realtà.
Quando l’occhio del nostro cuore è focalizzato sul mondo, tutto ciò che è eterno ed invisibile è sfocato o addirittura impercettibile. In nessuna maniera avremo modo di riconoscere Dio se siamo concentrati solo sullo scorpione. Invece di soffermare il nostro sguardo sulla Sua maestà ed il Suo amore, fissiamo la finestra con uno sguardo terrorizzato nel vedere ciò che abbiamo davanti.
Siano benedetti i puri di cuore perché vedranno la gloria di Dio. Rendi il mio cuore puro Signore affinché possa fare il tuo volere. Dammi il coraggio di vedere il mio mondo con tutto ciò che di malvagio e doloroso possiede, ma fai in modo che io stesso possa cambiare la messa a fuoco della mia vita.
Tratto da: http://www.chiesadiroma.it/
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