Minacciati da un nemico invisibile

La situazione che stiamo vivendo è a dir poco paradossale.

Siamo tutti costantemente bombardati da informazioni contrastanti e contraddittorie in merito alla pericolosità del coronavirus ed agli atteggiamenti da mettere in atto per poterci difendere dalle infezioni. Infatti, non soltanto siamo immersi da fake news che da una parte creano allarmismo e dall’altra spingono a trattarlo come un semplice raffreddore, ma perfino le informazioni che pervengono a noi dagli esperti del settore ci giungono come fortemente contrastanti.

La naturale conseguenza di tutto ciò e che le persone comuni non sanno che fare, come affrontarlo, come gestire l’emergenza, come continuare a vivere dovendo convivere con questo nemico invisibile. Inoltre le persone hanno paura, sono agitate, ansiose, consapevoli del fatto che, anche dopo aver rispettato tutte le indicazioni sanitarie, rimane un naturale senso di impotenza.

Non siamo e non saremo mai in grado di tenere tutto sotto controllo perché questo virus, invisibile ai nostri occhi, riuscendo a sopravvivere per ben 9 giorni sulle superfici in metallo, vetro e plastica potrebbe annidarsi sopra qualsiasi oggetto da noi successivamente toccato. Nonostante quanto detto, in qualità di cristiani possiamo comunque avere delle certezze. Sappiamo di avere nella parola di Dio un punto di riferimento oggettivo, il quale non ci fornisce ovviamente ogni risposta dettagliata ad ogni possibile quesito ma ci permette di applicarne i principi oggettivi in qualsiasi situazione. Ne esporrò 3.

1 – Non “tentare il Signore” – proteggiti

Matteo 4:5-7 Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio, e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; poiché sta scritto: “Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo, ed essi ti porteranno sulle loro mani, perché tu non urti con il piede contro una pietra”». Gesù gli rispose: «È altresì scritto: “Non tentare il Signore Dio tuo”».

Secondo lo storico del I° secolo Giuseppe Flavio, autore del libro “Antichità giudaiche”, il punto più alto del Tempio era costituito da un porticato posto sopra l’angolo sud-orientale del muro di sostegno. Poiché il Tempio di Gerusalemme si trovava al di sopra della valle del Chidron, il dislivello tra la il suo punto più alto fino al fondo della valle avrebbe costituito un salto di quasi 137 metri. Satana, citando le Scritture, cercò di tentare Gesù spingendolo a gettarsi nel vuoto, facendo leva sulla promessa del Padre circa la Sua protezione affermando che, in qualità di Figlio, lo avrebbe sicuramente soccorso e preservato. Così facendo stava trasformando un’esortazione nella fiducia in Dio in una giustificazione verso un comportamento che lo avrebbe stoltamente esposto alla morte.

Gesù, al contrario, mediante un altro passo della Scrittura, gli ricordò che spingere Dio ad agire contro la Sua volontà equivale a volergli forzare la mano, corrisponde a tentarlo. Applicando tali principi alla nostra situazione, dobbiamo resistere alla tentazione di scaricare su Dio le nostre responsabilità. Ciò comporterà il mantenere un atteggiamento responsabile, evitando comportamenti che superficialmente ci esporrebbero in maniera eccessiva al contagio. Pertanto, per quel che ci riguarda, abbiamo il dovere di seguire le direttive igieniche che ci stanno ripetendo in continuazione (lavare le mani, tossire o starnutire nel gomito e non sulle mani, ecc.).

2 – Rispetta gli altri

Ecclesiaste 3:1, 4-5 Per tutto c’è il suo tempo, c’è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo: un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per far cordoglio e un tempo per ballare, un tempo per gettar via pietre e un tempo per raccoglierle, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.

Partendo dal contesto precedente, Salomone afferma che Dio è colui che stabilisce le norme, i tempi ed i momenti per la gratificazione dell’uomo. La ricerca della nostra soddisfazione non può essere considerata come l’unico scopo della vita o come l’unico parametro da seguire. Infatti, vi saranno situazioni in cui certi gesti, legittimi, non potranno o non dovranno essere vissuti. Applicando tali principi al nostro contesto, esistono dei momenti nella nostra vita in cui è meglio perfino evitare di manifestare affetto tramite il contatto fisico. Anche questa è saggezza e rispetto per il prossimo. Infatti vi possono essere persone più delicate e soggette alle infezioni che, per causa nostra, potrebbero ammalarsi.

Inoltre, alcuni possono reagire a questa situazione coltivando nel cuore molta più paura di noi, è quindi rispettoso considerare i limiti altrui senza necessariamente forzarli.

3 – Affidati al Signore

Matteo 6:25, 27, 31-34 dice: “Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito?”, 27: “E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un’ora sola alla durata della sua vita?”

vv31-34; “Non siate dunque in ansia, dicendo: “Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?”. Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più. Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di sé stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno”.

Nel passo in questione Gesù afferma che ogni sfida che il credente si trovi ad affrontare non è mai puramente pratica o semplicemente legata alle difficoltà che i nostri sensi possono percepire. Sia essa causata da problemi economici oppure legati alla paura di contrarre infezioni virali, è sempre e soprattutto di carattere spirituale, in quanto inscindibilmente legata al modo in cui si sceglie di affrontarla. Infatti, se non ti aggrapperai a Dio, ti aggrapperai necessariamente ed inevitabilmente a qualcos’altro od a qualcun altro per cercare di affrontare la situazione che ti spaventa. Egli vuole pertanto ricordare a noi tutti che il Creatore di cieli e terra ci ama profondamente, che davanti a quel Dio, che possiamo considerare nostro Padre, abbiamo molto valore.

Questo perciò Lo spingerà a prendersi cura delle persone che ama, ed implicitamente anche Lui deve avere un infinito valore per noi, facendo sì che le Sue priorità diventino anche le nostre. Infine dobbiamo fidarci perché l’ansia, oltre a non avere alcuna capacità di modificare gli eventi in cui viviamo, è tra gli atteggiamenti che maggiormente Lo feriscono, in quanto mostra sia mancanza di fiducia nelle Sue promesse che le errate priorità per cui stiamo vivendo: un eccessivo attaccamento alla nostra idea di benessere.

Tale fiducia non comporterà pertanto la certezza di non essere minimamente toccati dal virus, oppure che tale contagio non avrà alcun impatto sulla nostra salute, perché Dio non ha mai promesso ai suoi figli il benessere in ogni situazione. Tuttavia potremo comunque avere la consapevolezza che, anche in tal caso, non ci mancherà mai il Suo sostegno e che la finalità di tale malessere sarà comunque rendere ancora più forte la nostra relazione con Lui.

Romani 8:28 – Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio.

Questa situazione di emergenza ci ricorda, ancora una volta, di essere piccoli ed indifesi davanti alle incognite della vita. Non dobbiamo tuttavia cedere alla tentazione di vivere con la paura degli altri, con l’angoscia del colpo di tosse del vicino, vedendo tutti come nemici della nostra sopravvivenza o di quella dei nostri cari.

Allo stesso tempo, possiamo esercitare l’amore per il prossimo avendo cura di noi stessi e rispettando i loro limiti. Infine possiamo alimentare, mediante la preghiera e la lettura della Sua Parola, la fiducia nel Dio che chiamiamo nostro Padre e che continua a regnare anche su questo piccolissimo ma temutissimo nemico dal nome Covid-19.

di Patrick Galasso | Coramdeo.it

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