NIGERIA: RELIGIOSO UCCISO E BAMBINO CRISTIANO PARALIZZATO A BASTONATE

Stragi e violenze degli islamici fulani, lesioni intenzionali al midollo spinale, rendono disabile un piccolo di 5 anni.

Sacerdote rapito in chiesa e ucciso, «la polizia musulmana non ha fatto nulla».

Cristiani perseguitati: città in rosso con acs.

Massacri, decapitazioni, roghi, stupri e torture di ogni genere. Anche quella più diabolica, torva, spietata e infame: la tortura a vita. E’ quella che in Nigeria i mandriani fulani musulmani estremisti hanno inflitto a un bambino di soli 5 anni solo perché cristiano. Lo hanno bastonato selvaggiamente fino a lesionargli il midollo spinale per paralizzarlo, per farne un monito vivente a tutta la comunità dei cattolici colpevoli di credere nel loro Dio. Lo hanno fatto in un paese dove la tecnologia della capitale contrasta con la desolazione dei villaggi nella savana e in altre brulle aree periferiche: dove un disabile non avrà tutti gli aiuti e le corsie preferenziali costruite dalla civiltà e dal progresso in occidente. La terribile e angosciante notizia giunge via Twitter da Alessandro Monteduro, direttore di Acs Italia, la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, impegnata in tutte le zone del mondo dove i Cristiani sono perseguitati sia nel fornire sostegno economico, pratico e morale alle popolazioni, sia nel far conoscere al mondo ciò che avviene. Se l’intero pianeta venne a conoscenza della madre di famiglia pakistana Asia Bibi, rimasta in carcere per 8 anni per una condanna a morte per blasfemia, bisogna ringraziare proprio questa organizzazione che è supportata e finanziata primariamente dal Vaticanoma può sviluppare sempre nuovi progetti grazie alla generosità di ogni credente. Nella stessa giornata sempre dalla Nigeria giunge anche la ferale notizia dell’uccisione di un sacerdote che va ad aggravare il bilancio delle vittime cristiane del paese: secondo stime approssimative nei primi mesi del 2019 sarebbero già 120 le persone credenti in Cristomassacrate in raid punitivi dai mandriani fulani.

Alcuni pastori nigeriani musulmani Fulani sempre armati da guerriglieri

BAMBINO DI 5 ANNI «PICCHIATO COL BASTONE PER PARALIZZARLO»

Il bimbo cristiano rimasto paralizzato dopo il brutale , perverso e chirurgico pestaggio per ledergli il midollo spinale

«Padre Kaura Abba riferisce ad ACS delle violenze inflitte dai mandriani Fulani ai cristiani nello Stato di Kaduna. Cita il caso di un bambino di 5 anni il cui midollo spinale è stato intenzionalmente leso con un bastone. Ora è nel St. Gérard Hospital, paralizzato!». E questo l’agghiacciante tweet postato da Acs-Italia nel suo profilo Twitter gestito direttamente dal direttore. Due frasi succinte per una tragedia enorme che ancora una volta rivela quanto possa essere immensa la malvagità umana.

La violenza perversa dei pastori musulmani estremisti è riprovevole non solo perché si accanisce contro un bambino costringendolo per tutta la vita su una sedia a rotelle che chissà quando la sua povera famiglia potrà permettersi. Non solo perché di mira un’anima innocente solo perché devota a Gesù Cristo ma anche perché ciò rientra in una strategia del terrore di natura anche malignamente materiale. Nell’area c’è un’aspra rivalità tra i mandriani islamici e gli agricoltori cristiani anche per la proprietà delle terre: ecco quindi che la religione musulmana, tollerante verso ogni sopruso nei confronti degli infedeli, diventa uno strumento, un movente spirituale per compiere rapine e razzie. Inquietanti anche le statistiche del 2018: secondo Amnesty International 1.813 persone sono state uccise in 17 dei 36 stati della Nigeria dall’inizio dell’anno – più del doppio degli 894 morti nel 2017. Ma rimane gravissimo il fatto che quando le vittime sono cristiane le autorità locali sono blande nel perseguire gli autori di vere e proprie mattanze. Nell’aprile 2018 la Conferenza Episcopale della Nigeriaaveva pubblicato un duro comunicato con il quale chiedeva al presidente Muhammmadu Buhari, riconfermato a febbraio alla guida del paese, di dimettersi dopo il massacro del 24 aprile nel villaggio di Mbalom, nel quale sono stati uccisi due sacerdoti, don Joseph Gor e don Felix Tyolaha, insieme a 15 parrocchiani. I Vescovi avevano infatti lamentato che «non si può più considerare una mera coincidenza il fatto che i perpetratori di questi crimini odiosi sono della stessa religione di coloro che controllano gli apparati di sicurezza, incluso lo stesso Presidente. Le parole non bastano al Presidente e ai capi dei servizi di sicurezza per convincere il resto della cittadinanza che i massacri non facciano parte di un progetto religioso più ampio». Si tratta quindi di una vera e propria guerra non dichiarata da parte dei fondamentalisti seguaci di Maometto, in qualche modo protetta o quantomeno tollerata dal governo, nella quale spesso vengono giustiziati anche i sacerdoti che cercando di difendere ed aiutare le comunità cattoliche. Come appena capitato in un altro stato della nazione.

RAPITO IN CHIESTA E AMMAZZATO

Clement Ugwu della chiesa di San Marco (Obinofia Ndiuno) nello stato nigeriano di Enogu

E’ sempre Acs ha dare la ferale notizia dell’ennesimo assassinio riportata con dovizia di particolari dal blog d’informazione religiosa Il Sismografo: «Nello stato nigeriano di Enugu, nella zona di Ezeagu, è stato trovato morto il sacerdote cattolico padre Clement Ugwu, della chiesa di San Marco (Obinofia Ndiuno) e del quale mancavano notizie da una settimana. Da qualche giorno le autorità e la stampa locale parlavano di un sequestro certo, anche se non era arrivata nessuna richiesta di riscatto». Secondo un giornale locale il chierico era stato rapito il 13 marzo scorso subito dopo una sparatoria all’interno della sua parrocchia. Nello stesso stato, il 4 luglio 2018, era stato rapito un altro sacerdote, padre Paulinus Udewangu, scampato ad una morte sicura grazie all’intervento della polizia. Monsignor Callistus Onaga, vescovo della diocesi di Enugu, dopo i funerali del presbitero ha lanciato un forte appello alle autorità dello stato, in particolare alla polizia,  a lavorare con la massima efficacia e tempestività per trovare presto gli assassini del sacerdote. Il vescovo non ha lesinato critiche ai tutori della legge ricordando che mentre il sacerdote era sotto sequestro, i rapitori e assassini hanno continuato a fare prelievi di denaro dal conto del religioso usando il suo bancomat senza che ci fosse un tentativo di identificazione o di intervento. Il prelato ha chiesto a tutti i cristiani nigeriani di intensificare le preghiere affinché finisca nel Paese questa spirale di odio ma ha anche lanciato accuse di negligenza alle forze dell’ordine: «Dobbiamo prendere atto che siamo al centro di un’ondata di violenza e morte, dove non si rispetta la vita – ha detto Onaga – Subito dopo il rapimento di padre Ugwu mi sono recato tre volte alla caserma della polizia e mi hanno detto che stavano braccando i sequestratori. Ma ho l’impressione che non si è fatto nulla. Qualcosa dovrebbe dirci il fatto che il corpo di padre Ugwu è stato trovato lontano 20 km dal luogo del sequestro». Come spiega sempre Il Sismografo il direttore delle comunicazioni della diocesi padre Benjamin Achi ha invitato il governo dello stato di Enugu a tener fede alla propria responsabilità di proteggere la vita e la proprietà sottolineando che i fatti sono preoccupanti poiché per la prima volta un sacerdote è stato raggiunto e rapito all’interno dei locali della  sua chiesa. E proprio in difesa di tutti i perseguitati cristiani ci sarà in questo fine settimana una manifestazione della fondazione Aiuto alla Chiesa che Soffre.

CITTÀ ILLUMINATE DI ROSSO PER I MARTIRI CRISTIANI

Albenga, Legnano, Pistoia e Sanremo. Sono le quattro città in cui Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) tornerà ad illuminare di rosso monumenti e luoghi simbolo in un fine settimana per rendere testimonianza ai cristiani perseguitati in tutto il mondo. Lo farà in occasione della XXVII Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri, che ricorre domenica prossima, 24 marzo. A Legnano, la veglia di preghiera nel pomeriggio di sabato 23 marzo farà da preludio all’illuminazione della chiesa del SS. Redentore. Domenica 24, a partire dalle 18, vi sarà un evento cittadino durante il quale interverranno il direttore di Acs Italia, Alessandro Monteduro, il sindaco Gianbattista Fratus, e il parroco di San Magno, mons. Angelo Cairati. Seguirà l’illuminazione di rosso del Municipio e della fontana in piazza San Magno. Nella notte tra il 23 e il 24 marzo 2019 la Cattedrale di Albenga e il Santuario della Madonna della Costa di Sanremo si tingeranno di rosso per ricordare i missionari martiri del 2018 e tutti i cristiani che hanno perso la vita nello stesso anno a causa della loro fede: più di 4mila persone come rimarcato nel precedente reportage di Gospa News. L’iniziativa avviene in collaborazione con le Diocesi liguri di Ventimiglia-Sanremo e di Albenga-Imperia, che hanno aderito all’invito di Acs. Non mancheranno momenti di testimonianza, grazie a don Joseph Fidelis Bature, sacerdote della Diocesi di Maiduguri in Nigeria, che racconterà le drammatiche condizioni dei cristiani nel suo Paese, tra i più bersagliati dalle oppressioni dei musulmani estremisti. Si parlerà invece di Siria a Pistoia, la sera del 23 marzo, grazie alla presenza di don Ihab Alrachid, della Diocesi greco-melchita di Damasco. Il sacerdote siriano porterà la sua testimonianza durante la veglia di preghiera per i missionari martiri presieduta nella Cattedrale di S. Zeno dal vescovo Fausto Tardelli (inizio ore 21). In contemporanea con l’inizio della celebrazione, si illumineranno di rosso la cattedrale e il Palazzo comunale di Pistoia.

di Carlo Domenico Cristofori | gospanews.net

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