«Noi scegliamo la vita»

Ad una settimana dalla sparatoria, la chiesa battista di Sutherland Springs (Texas) ha celebrato il primo culto domenicale,

Non deve essere stato facile per i fratelli e le sorelle della piccola comunità battista di Sutherland Springs ritornare a celebrare insieme il culto di adorazione solo una settimana dopo la sparatoria nella quale hanno perso la vita 26 persone. Nelle giornate immediatamente successive all’attacco, c’era chi addirittura aveva proposto di demolire la chiesa e di costruirne una nuova. Invece, domenica 12 novembre i membri della comunità locale, insieme a centinaia di credenti, amici, ma anche sconosciuti, provenienti da città vicine si sono ritrovati per pregare, cantare e chiedere consolazione a Dio in un momento così difficile.

Il culto – in considerazione del fatto che la partecipazione sarebbe stata numerosa – si è svolto sotto una tendostruttura eretta in un campo da baseball nei pressi della piccola chiesa. Il pastore Frank Pomeroy, la cui figlia di 14 anni, Annabelle, è tra le vittime della violenza compiutasi lo scorso 5 novembre, nel suo sermone ha fatto appello a quanti si trovavano nel lutto a rispondere a tanto male, continuando a celebrare Dio.

«Piuttosto che scegliere l’oscurità come ha fatto quel giovane (Devin Patrick Kelley, ndr), noi scegliamo la vita», ha detto Pomeroy, la cui voce è stata rotta dall’emozione mentre parlava della morte della propria figlia.

«Conosco tutti coloro che hanno perso la vita quel giorno, alcuni sono i miei migliori amici», ha detto, asciugandosi le lacrime. «Sono sicuro che ora stanno facendo festa con Gesù».

La folla si è alzata in piedi, ha applaudito e, con le mani rivolte verso l’alto, ha cominciato ad intonare il famosissimo inno «Amazing grace».

Nella piccola chiesa, luogo della sparatoria, invece è stato allestito un memoriale temporaneo. Tutte le panche, i tappeti e gli arredi della chiesa sono stati rimossi; i fori dei proiettili alle pareti sono spariti; le finestre dipinte con vivaci colori ad acqua. All’interno della sala di culto – mentre in sottofondo, una voce registrata leggeva passi della Scrittura – sono state collocate 26 sedie pieghevoli di legno bianco vuote, sistemate nel punto preciso in cui sono stati trovati i corpi delle vittime. Ciascuna sedia, contrassegnata con il nome della vittima scritto in corsivo dorato, era decorata con una rosa rossa, tranne quella del bimbo portato in grembo da una delle vittime, che aveva una rosa di color rosa.

Nella parte anteriore del locale è stata posta una croce di legno alla cui base c’era una Bibbia aperta alle pagine riportanti i Salmi 149 e 150, mentre sulla parete posteriore erano visualizzate le parole del Salmo 100, che stava per essere letto quando la sparatoria ha avuto inizio e i cui versetti finali recitano: «Poiché Egli è buono; la sua benignità dura in eterno, la sua fedeltà per ogni generazione» (v. 5).

La prossima domenica la comunità si ritroverà regolarmente nei locali della chiesa per celebrare il suo culto, e anche la scuola domenicale riprenderà le sue attività.

Dinanzi all’insensatezza della violenza che ha stroncato la vita di 26 innocenti, la piccola comunità battista di Sutherland Springs si è ritrovata insieme a tanti per ricevere da Dio la consolazione e soprattutto la forza per mettere in pratica l’imperativo evangelico: «Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene» (Romani 12, 21).

di Marta D’Auria | Riforma.it


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