Non confidare nel mondo e negli uomini, ma solo nell’unico Dio

Cielo stellato

Venite e ammirate le opere dell’Eterno, che ha operato meraviglie sulla terra” (Salmo 46:8).
Cari, la testimonianza di questo mese ci esorta a continuare a pregare per i nostri familiari perché non sappiamo quale grande opera Dio sta compiendo nei loro cuori!

Mi chiamo Barbara, ho trentotto anni, provengo da una famiglia cattolica e come loro ho assunto questo tipo d’orientamento religioso il giorno in cui sono nata, come un testimone passato di mano in mano, un dovere acquisito al primo vagito.
Sono cresciuta in una famiglia che ha inculcato la scelta religiosa alla figlia facendole poi perseguire quella via semplicemente perché la società lo imponeva, e soprattutto, per non incappare in nessun tipo di discriminazione.
Ovviamente, le altre religioni non sono mai state avvicinate e tanto meno prese in considerazione, non senza un certo senso di superiorità.

Come accade alla maggior parte dei cattolici, la Bibbia era in casa posta su scaffali polverosi ai quali non si dedicava tempo; e come molti, anch’io, perfettamente ignorante in materia biblica, ho condotto più di trent’anni di vita nella totale convinzione che i precetti insegnatimi da preti, piuttosto che suore o altri addetti ai lavori, fossero veritieri e da non mettere in discussione. Con mia immensa gioia, però, il Signore aveva lavorato il mio cuore fin dalla fanciullezza, tanto che il culto a Maria, non è mai stato nelle mie corde.
Fin da piccola mi sono sempre chiesta nel mio cuore come mai la schiera di santi, che si allunga di anno in anno, dovesse intercedere per me presso il Padre, e come mai io non potessi invece rivolgere direttamente a Lui i miei bisogni. Oggi, gli innumerevoli piccoli particolari che mi rendevano diffidente mi sono più chiari e sono proprio quelli che mi hanno aiutata a distaccarmi fin da subito dal comune pensiero cattolico.

Il mio cammino è cominciato quasi nove anni fa, quando in famiglia mia zia Elena cominciò a parlare del Signore.
Inizialmente, come tutti i miei parenti, pensavo che avesse preso una cattiva strada che inevitabilmente non l’avrebbe portata a buone cose, ma non la ritenevo uscita di senno, per cui, con l’andare del tempo, cominciò ad incuriosirmi il fatto che potesse esserci in lei un così grande trasporto e mi meravigliavo di come, ogni volta che parlava del Signore, anche sottoposta ad una raffica d’insulti e messa in condizioni davvero estreme, riuscisse a mantenersi ripiena di una così grande convinzione.
Nulla la scalfiva, anzi, semmai ne usciva rinforzata. La cosa mi sorprendeva a tal punto che volevo capire da dove provenisse una tale franchezza, anche perché di rimando rimanevo intimamente presa come una forza che mi attirava a sé, alla ricerca continua di quello stato di gioia e benessere che m’infondeva.
Ogni volta che parlavo con lei e le facevo domande, i fondamenti cattolici in me venivano meno sotto il peso di anni di menzogne. Supportata da un sentimento di gioia che proveniva inspiegabile dal profondo, anche se il mio cervello tentava di darle contro proponendole le domande più assurde, le sue parole mi riempivano, evidenziando, d’altro lato, la mia mancanza. Ho cominciato così ad essere inconsapevolmente e inconsciamente assetata della Parola di Dio, che peraltro ancora non conoscevo.

Ho iniziato ad avvicinare la Scrittura per capire meglio le differenze con ciò a cui ero stata legata per troppo tempo. Ricordo benissimo il giorno in cui ho letto per la prima volta nel vangelo di Giovanni: “Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio. Egli (la Parola) era nel principio con Dio. Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui (la Parola), e senza di lui nessuna delle cose fatte è stata fatta. In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini. E la luce risplende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno compresa” (Giovanni 1:1-5). È stato un lampo a ciel sereno nella mia esistenza spirituale, che ha spazzato letteralmente via ogni cosa.
Per anni io avevo creduto a due persone ben distinte che cooperavano, ossia il Padre (in cielo) e il Figlio (uomo nato da donna di cui festeggiavo il compleanno, il lutto e la risurrezione ogni anno), mentre chiaramente scritto stava il tutt’uno, l’unione, l’insieme unico della grandezza divina, l’indivisibile scisso in tre persone per essere comunque uno. Mi sono sentita così disgustata da quelle false credenze che il mio distacco è stato inevitabile.
Ovviamente, il cammino era ancora davvero lungo e da questo inizio al giorno in cui ho creduto fermamente è passato molto tempo, ma il mio cuore era rivolto davvero al Signore e al benessere che in ogni circostanza regalava a ogni singola cellula che mi compone.

All’inizio mi sono avvicinata alla fratellanza di Jerago che ho frequentato per circa un anno, distaccandomi quando il peso del battesimo cominciava a farsi strada nella mia vita. Sentivo la chiamata, ma il mio cuore duro non ne voleva sapere; sebbene credessi, non mi sentivo abbastanza pronta ad affrontare un simile passo, così sono tornata nella mia iniziale condizione.
Ancora una volta, il Signore è venuto a riprendermi, riportandomi nell’ovile dal quale ero scappata, questa volta regalandomi un più sincero attaccamento alla ricerca del vero nella sua Parola, tanto che rileggendo il libro della Genesi, che dapprima leggevo senza vedere, con poco trasporto e di malavoglia, fin dai primi versi mi è stato chiaro come i miei occhi siano stati letteralmente svelati, come è scritto in Isaia 32:3: “Gli occhi di quelli che vedono non saranno più offuscati e gli orecchi di quelli che odono staranno attenti“.

Oggi posso solo ringraziare il Signore per avermi chiamata e avermi concesso la grande grazia del suo amore. Lo ringrazio di avermi fatta scendere alle acque il 10 giugno di quest’anno e di concedermi ancora ogni giorno il suo perdono, di avermi regalato tante sorelle e tanti fratelli e un Pastore unto da Dio e dimorante nella sana dottrina. Prego affinché chiunque legga la mia testimonianza sia chiamato, come me un giorno, a non confidare nel mondo e negli uomini, ma solo nell’unico Dio. Egli ci ha lasciato un unico metro ed un’unica misura, la Bibbia divinamente ispirata, come scritto in 2 Timoteo 3:16-17: “Tutta la Scrittura è divinamente ispirata e utile a insegnare, a convincere, a correggere e a istruire nella giustizia, affinché l’uomo di Dio sia completo, pienamente fornito per ogni buona opera“, così come un’unica via di salvezza: suo figlio, il nostro Signore Gesù Cristo, che in Giovanni 14:6 disse: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me“.

Dio vi benedica!

Tratto da: http://www.betaniachiesaevangelica.it/

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