Non maledire!

Alcuni giorni fa ho condiviso un video di alcune suore arrestate in America-Latina.

Queste custodivano 25 bambini sordomuti e li consegnavano in mano a “sacerdoti” cattolici che abusavano di loro sessualmente. Certo non è una novità, per quanto nel corso degli anni si è cercato di imbavagliare queste notizie, alla fine poi la verità viene messa alla luce. Non voglio fare nessuna guerra alla casta vaticana, ma fatti del genere non sono solo casi sporadici, forse lo sarebbero stati se avessero preso seri provvedimenti. Questo tipo di abuso: bambini, ragazzi sani e ragazzi con qualche handicap, è successo in molti conventi, ed è probabile continui a nostra insaputa nonostante le notizie pubbliche che dovrebbero allarmare. Molte volte anche il programma “le Iene” ha denunciato simili soprusi. In Vaticano quando si viene a conoscenza di questi preti pedofili (come se non lo sapessero, e sono pure tanti) e vengono scoperti, li spostano da una parrocchia all’altra, addirittura in altro Stato. Di recente ho visto un film: “Il caso Spotlight”, su Netflix. Una storia vera avvenuta nella città di Boston, dove si era scoperto un insabbiamento di atti sessuali su minori da parte di preti pedofili. Nel corso del 2002, il Team Spotlight ha pubblicato quasi 600 articoli sul caso, e 249 preti sono stati accusati di abusi sessuali nella sola Arcidiocesi di Boston. Si stima che il numero delle vittime sia stato di molto superiore a 1000 ragazzi. Nel dicembre del 2002, il Cardinal Law si è dimesso dall’Arcidiocesi di Boston.

Grazie alla tenacia di questi giornalisti, è saltato fuori un vero e proprio accanimento da parte dei colletti bianchi sui minori.

Subito dopo sposati, io, mia moglie e nostro figlio, che aveva si è no due-tre anni, visitammo, con un amico di famiglia, un certo Beto, quasi tutta la cittadina di Antigua del Guatemala. Dopo aver visto i bei posti di Antigua, ci fermammo in quello che una volta era un convento di frati e suore: un posto grandissimo oramai in macerie. La storia racconta, mi disse l’amico Beto, che sotto al terreno del convento, furono trovate centinaia e centinaia di ossa di piccoli corpicini umani. I frati se la intendevano con le suore, e quando, una volta incinte partorivano, i neonati venivano uccisi e seppelliti sotto terra. Il convento era diventato un posto abominevole nascosto alla vista dei fedeli e della cittadina. Ma quando scoprirono il fatto, sembra che vennero tutti uccisi. Si parla di secoli di fa. Un racconto che rabbrividisce. Comunque il mio pensiero non era quello di farvi conoscere altre tragedie umane, solo sottolineare che, nonostante il sangue bolle nelle vene, e la rabbia annebbia la vista, il Cristiano deve sempre e comunque mantenere un autocontrollo. Non deve maledire e né usare parole volgari di bassezza inqualificabile, perché chi legge non identifica i credenti come i veri discepoli di Cristo. Gesù avrebbe maledetto queste persone nonostante il loro grande peccato? Avrebbe avuto un parlare da uomini lascivi? No! Neppure noi dobbiamo, perché siamo chiamati a seguire le sue orme. Giovanni Battista denunciò il peccato di Erode, ma non si fece prendere da reazioni personali, si attenne ad attestare un dato di fatto perché venisse riconosciuto il peccato.

Capisco, che se diamo spazio alla visione di quello che è capitato a quei bambini, e se ci mettiamo al loro posto, ci sentiamo, son sicuro, feriti, umiliati per loro e le loro famiglie; ci sentiamo falliti come umanità, arrabbiati verso chi avrebbe dovuto difendere e proteggere, e sicuramente la nostra carne urla al punto da fare un macello…e qualche volta mentalmente rispondiamo con la stessa atrocità dei colpevoli.

Sei siamo seguaci di Gesù Cristo, sappiamo che Dio un giorno farà giustizia su ogni essere umano che non si sarà ravveduto dei suoi peccati. Noi non siamo i giudici della terra, ma lo è Dio! Se armiamo la nostra mano, non siamo diversi da quelli che volevano lapidare la donna colta in adulterio. Forse qualcuno è convinto che i propri peccati sono, o sono stati, diversi, un tantino differenti, meno gravi, ma devo disilludervi, biblicamente devo rispondere che allora non si è capito il concetto di peccato e di conseguenza nemmeno della grazia. 1Corinzi 6:9-11 vediamo l’esortazione di Paolo contro la dissolutezza, e rinfresca la memoria sul cammino dell’uomo.

“Non sapete che gl’ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v’illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio.”

La parola non fa distinzioni di peccato e di peccatori, ma tutto è rinchiuso nel peccato.

Sicuramente il peccato è da condannare, negli altri e in noi stessi, guai se fosse il contrario! Non c’è giustificazione per il peccato, ma sappiamo che ogni peccatore ha una possibilità, la stessa che, per grazia, Dio ha concesso a coloro che si sono umiliati davanti a Lui. Io, personalmente, non sono per la pena di morte, in quanto è scritto che, nonostante Caino meritasse la morte, nessuno doveva toccare la sua vita, fu l’ordine del Signore, ma sono favorevole alla carcerazione secondo la gravità della pena. L’isolamento può portare, come avvenuto in molti casi, alla meditazione su se stessi, e molti in carcere hanno conosciuto il Signore; la morte, al contrario, porterebbe a togliere ogni possibilità di ravvedimento. Se il nostro cuore non accetta questa visione del carattere di Dio, della sua misericordia e giustizia, allora forse non è chiaro il concetto di grazia, esso è un dono immeritato e non un regalo perché siamo stati più buoni di altri. Non sta a noi fare giustizia contro gli ingiusti, non sta a noi emettere una sentenza, a noi ci viene chiesto di pregare, di intercedere per questo mondo alla deriva, affinché gli abitanti della terra riconoscono il Dio della grazia.

“Non maledire!” questo è un ordine del Signore. I figli di Dio non devono pronunciare mai maledizioni o ingiurie contro il prossimo, nonostante abbiano fatto dei peccati gravissimi. Infatti è scritto nell’epistola di Giuda: 1:9: “…l’arcangelo Michele, quando contendeva con il diavolo disputando per il corpo di Mosè, non osò pronunciare contro di lui un giudizio ingiurioso, ma disse: “Ti sgridi il Signore!”

E se un arcangelo, un capo di altri angeli, ha dato un esempio limpido e puro del comportamento secondo il pensiero divino, come mai noi siamo subito pronti a sparare giudizi e maledizione sul nostro prossimo? Il nostro prossimo è chiunque, anche quello della peggiore specie.

Isaia, profeta di Dio, credeva che i suoi peccati erano meno gravi di quelli degli altri, ma quando in visione vide il Signore seduto sul Suo trono, gli angeli e i Serafini che si coprivano il viso con le ali che gridavano: Santo, Santo, Santo è il Signore, Isaia esclamò: “Guai a me, sono perduto! Perché io sono un uomo dalle labbra impure e abito in mezzo a un popolo dalle labbra impure (Isaia‬ 6:5).

Invito tutti alla riflessione, e che ognuno arrivi a comprendere, per mezzo dello Spirito Santo, che Gesù è morto anche per i loro peccati.

Dobbiamo pregare e non maledire i nostri simili con la speranza di un ravvedimento.

Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com
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