NON USARE IL NOME DELL’ETERNO INVANO

Non usare il nome dell’Eterno, del tuo Dio, invano, poiché l’Eterno non terrà per innocente chi avrà usato il suo nome invano.’ (Deuteronomio 5:11)

Dio ha iniziato la Sua relazione con Mosè rivelando il proprio nome (Esodo 3:14). Questo nome viene oggi conosciuto come “il tetragramma” (ossia, 4 lettere). È composto di 4 consonanti, perché a quei tempi non si usava scrivere le vocali (potrebbe essere Yahwé, o Jehovah). Proprio per il comandamento che esaminiamo oggi, gli ebrei non pronunciavano questo nome. Anche per scriverlo, quando trovavano questo nome, gli scribi hanno preso l’abitudine di scrivere Adonai (Signore). Nelle nostre versioni italiane, troviamo spesso “il Signore” o “l’Eterno”. Ancora oggi, la maggior parte degli ebrei non scrivono nemmeno “Dio” ma usano scrivere “D_o”.

Gesù ci ha portato un nuovo modo di relazionarci con Dio, chiamandolo “Padre” (Matteo 6:9). Credo sia molto importante che manteniamo la nostra relazione con Dio molto aperta e fiduciosa, come quella di un bambino con il proprio genitore. Ad esempio, non esitiamo mai ad accostarci a Lui, anche (e forse soprattutto) quando abbiamo commesso uno sbaglio, perché in Lui c’è il perdono e la possibilità di ripartire.

Allo stesso tempo, non dobbiamo mai dimenticare ch’Egli è il Dio di giustizia, e ricordare che è necessario mantenere il rispetto e il timore che ci insegna il popolo ebreo.

Così, ancora una volta, amico mio, sei invitato ad andare al di là del comandamento: che il nome di Dio ti incuta un sano timore, ma sei anche invitato ad entrare in una relazione intima con Lui. Hai ricevuto lo Spirito Santo che vive in te, sei pienamente suo figlio, amato e accettato.

Grazie di esistere,

Emmanuel Gau

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