Seul – Possedevano la Bibbia e sono finiti sulla forca: e’ accaduto in Corea del Nord, almeno secondo quanto riferisce un quotidiano pubblicato oltre frontiera, il sudcoreano JoongAng Ilbo. Secondo il giornale, domenica 3 novembre, in sette diverse città nordcoreane sono state giustiziate in pubblico un’ottantina di persone. Tra i reati di cui erano accusati, aver visto film sudcoreani o distribuito materiale censurato, ma anche aver posseduto Bibbie. In particolare, a Wonsan, la condanna capitale di 8 persone e’ avvenuta nello stadio locale: avevano la testa coperta di sacchetti bianchi e sono stati giustiziati da un plotone di esecuzione munito di fucili e mitragliatrici. Per la macabra occasione, lo stadio era stato riempito di circa 10mila persone costrette ad assistere alle esecuzioni : tra di esse, anche bambini. (Fonte: AGI)
Queste iniziative governative, se così le possiamo definire, sono messe in atto dal regime nordcoreano di Pyongyang per scoraggiare ‘disordini pubblici, accelarate forme di capitalismo e l’occidentalizzione del paese’.
La notizia che desta allarme è che anche il Vietnam torna in questi giorni alla fucilazione, loro, però per altre motivazioni rispetto a quelle dei nordcoreani, ovvero, risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri. Il ministro della Pubblica sicurezza vietnamita è preoccupato perchè di questi tempi è difficile rifornirsi di agenti chimici per l’iniezione letale.
Ci sono, infatti, 678 persone in attesa di esecuzione e il Vietnam vuole ricominciare a eseguire le sentenze di pena di morte usando i plotoni di esecuzione. È quanto rivelano oggi i quotidiani di regime vietnamiti, secondo cui il ministro della Pubblica sicurezza, Tran Dai Quang, ha chiesto all’Assemblea nazionale di permettere l’uso della fucilazione almeno fino alla fine del 2015.
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