Nuove scoperte dalle grotte dei Rotoli del Mar Morto

scoperteLa ricerca dell’École Biblique e della Facoltà di Teologia di Lugano aggiorna i suoi risultati sulle Grotte di Qumran. Giovedì a Lugano una giornata di studio con ospiti internazionali.

di Alessia Bergamaschi

Nello scorso mese di luglio (vedi GdP del 25 luglio) la scoperta di nuovi frammenti dei Rotoli del Mar Morto ha attirato l’attenzione degli addetti ai lavori e degli appassionati ai quattro angoli della terra. Nei mesi successivi la ricerca ha continuato a riservare piacevoli soprese agli studiosi, guidati dal prof. Jean-Baptiste Humbert dell’École Biblique di Gerusalemme e dal prof. Marcello Fidanzio della Facoltà di Teologia di Lugano. Giovedì prossimo ci sarà a Lugano una giornata di studio con ospiti internazionali, in cui saranno presentate per la prima volta le scoperte avvenute negli ultimi mesi. Il professor Marcello Fidanzio ha accettato di anticiparne i contenuti ai lettori del GdP.

Come è possibile che a settant’anni dalla scoperta delle grotte di Qumran si possano ancora ritrovare materiali?

La storia delle ricerche su Qumran s’intreccia con quella recente del Medio Oriente. Dopo la guerra dei Sei giorni nel 1967 i lavori per la pubblicazione di Qumran si sono fermati. Nel 1971 la prematura morte dell’archeologo Roland de Vaux, autore degli scavi, ha fatto il resto. I materiali sono rimasti nei magazzini del museo Rockefeller di Gerusalemme, dove erano stati riposti dopo una prima rapida presentazione. L’anno scorso l’École Biblique ha raggiunto un accordo di collaborazione con l’Istituto di Cultura e Archeologia delle terre bibliche della  Facoltà di Teologia per riprendere i lavori e realizzare la pubblicazione finale. Così avviene che, tornando nei magazzini, gli specialisti scoprano o ritrovino materiali di cui si ignorava l’esistenza.

Quali sono i più interessanti?

Siamo di fronte ad un repertorio molto vario: con le nuove scoperte si può fare una panoramica pressoché completa della cultura materiale che riguarda i manoscritti e la loro conservazione. All’interno delle grotte naturali i rotoli erano spesso conservati in giare di terracotta dopo essere stati avvolti in tessuti di lino. Grazie alle ricerche di Mireille Bélis abbiamo ora un tessuto  quasi completo, con all’estremità una delle corde che servivano per legare rotoli e tessuti. Si tratta di un manufatto molto raro tra quelli conservati a Qumran. Jean-Baptiste Humbert ha ritrovato anche un collo di una giara con il tessuto ancora attaccato: in questo caso si tratta di un esempio di lino usato per coprire l’apertura della giara e migliorare la conservazione. Altri rotoli manoscritti, di piccolissime dimensioni, erano conservati in astucci di pelle, i filatteri, indossati dagli ebrei sulla fronte e sul braccio sinistro. Di questi ne abbiamo ritrovati tre, che erano considerati perduti dopo essere stati solo fotografati negli anni ’50.

Nessun manoscritto?  

Due filatteri sono aperti e vuoti, mentre uno ancora chiuso dovrà essere sottoposto ad esami di laboratorio. Questo potrebbe contenere un nuovo minuscolo rotolo del Mar Morto. Le sorprese però non sono finite, perché studiando altro materiale organico Mauro Rottoli ha osservato la presenza di frammenti di papiro su cui si distinguono delle lettere. Le ultime verifiche, svoltesi la settimana scorsa grazie alla collaborazione del laboratorio per la conservazione dei manoscritti delle antichità israeliane, ci permettono di annunciare la presenza di altri 8 frammenti manoscritti provenienti dalla grotta 11Q di Qumran. Il fatto che ne abbiamo trovati già a luglio non deve sminuire questo nuovo annuncio. Si tratta di eventi estremamente rari, per noi impreziositi dal fatto che i materiali vengono dagli scavi, pertanto la provenienza è sicura.

Cosa si aspetta dal vostro lavoro e come la ricerca su Qumran contribuisce alle conoscenze sul giudaismo e sul cristianesimo? 

Le grotte sono i posti dove vennero ritrovati i manoscritti. Approfondire il loro contenuto materiale potrà aiutarci nella ricerca sulle domande fondamentali: da dove arrivano i Rotoli del Mar Morto? Chi li ha deposti nelle grotte e perché? A Qumran sono stati trovati oltre 950 rotoli manoscritti. Si tratta di testi biblici e altra letteratura religiosa, datati fra la seconda metà del III secolo a.C. e il 68 d.C. Questi ci permettono di conoscere meglio la situazione dei testi biblici prima della chiusura del canone (la lista normativa) e di approfondire il processo di formazione e di conseguenza la natura stessa del testo biblico. Infine la letteratura religiosa scoperta a Qumran e prima sconosciuta ci offre documenti del giudaismo in uso al tempo di Gesù. Inutile cercare i Vangeli, poiché sembra che tra i manoscritti di Qumran dopo il 50 a.C. ci siano solo copie di testi scritti in precedenza. Tuttavia sapere come si esprimeva una corrente del giudaismo del tempo è una fonte per capire meglio il Nuovo Testamento.

di Alessia Bergamaschi | www.gdp.ch/

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