Ogni due secondi una persona è costretta a lasciare la propria casa

Lo rivela il Rapporto annuale Global Trends dell’Agenzia delle Nazioni unite per i Rifugiati (Unhcr).

«Ogni due secondi una persona è costretta a lasciare la propria casa nel mondo per fuggire da conflitti, violenze persecuzioni», questo è il dato più significativo contenuto nel Rapporto annuale Global Trendsdell’Agenzia delle Nazioni unite per i Rifugiati (Unhcr).

E nel 2017 il numero di persone in fuga ha raggiunto un altro record negativo. Tra i motivi le crisi in diverse aree mondiali come la precaria situazione della Repubblica Democratica del Congo, la guerra in Sud Sudan o la fuga dal Bangladesh di centinaia di migliaia di rifugiati Rohingya provenienti dal Myanmar.

Il rapporto Global Trends 2017 ci dice anche che «a fine 2017 erano 68,5 milioni le persone costrette alla fuga e di queste 16,2 milioni, solo l’anno scorso hanno dovuto lasciare le proprie case», un dato impressionante «che porta all’esodo oltre 44mila persone al giorno, dunque una persona ogni due secondi».

Il numero dei rifugiati è in aumento: sono 2,9 milioni in più rispetto al 2016; un incremento mai registrato dall’Unhcr. Si parla di un numero di persone quasi pari al numero di abitanti della Thailandia.

«La gestione degli esodi forzati a livello globale richiede un approccio nuovo e più complesso, per evitare che paesi e comunità siano lasciati soli ad affrontare questo dramma –afferma Filippo Grandi, diplomatico dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, sul sito dell’Associazione Carta di Roma (www.cartadiroma.org) –. In quattordici paesi stiamo sperimentando un nuovo piano per rispondere alle crisi e all’esodo di rifugiati e tra pochi mesi sarà pronto un nuovo Global Compact che potrà essere adottato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Nessuno diventa rifugiato per scelta; noi invece siamo chiamati a scegliere la soluzione migliore per aiutare così tante persone».

L’85% dei rifugiati «risiede nei paesi in via di sviluppo – ricorda il Rapporto – e vive in condizioni di estrema povertà, non ricevendo un sostegno adeguato. Quattro rifugiati su cinque riescono a raggiungere i paesi limitrofi ai loro. Quasi due terzi, invece, rimangono all’interno del proprio paese. Su 25,4 milioni di rifugiati, poco più di un quinto sono palestinesi e sotto la responsabilità dell’Agenzia delle nazioni unite per il soccorso e l’occupazione (Unrwa). Dei restanti, che rientrano nel mandato dell’Unhcr, due terzi provengono da cinque paesi: Siria, Afghanistan, Sud Sudan, Myanmar e Somalia.

Il Global Trends offre altri due dati importanti: la maggior parte dei rifugiati vive in aree urbane (58%) e non nei campi o in aree rurali; l’altro dato che le persone costrette alla fuga nel mondo sono per lo più giovani e nel 53% dei casi si tratta di minori, molti dei quali non accompagnati o separati dalle loro famiglie.

La Turchia è il principale paese ospitante al mondo con una popolazione di 3.5 milioni di rifugiati, per lo più siriani. Il Libano invece vince in ospitalità, se si considera il rapporto tra le persone ospitate e la sua popolazione autoctona. Guerre e conflitti hanno continuato a essere le principali cause della fuga e solo cinque milioni di persone sono ritornare nelle loro case nel 2017.

Il Global Trends dell’Unhcr è diffuso nel mondo introrno alla Giornata Mondiale del Rifugiato (20 giugno). Lo scopo è quello monitorare gli esodi forzati sulla base di dati raccolti dall’Unhcr, dai governi e da diversi partner. 

di Redazione | Riforma.it

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