Orologi & Gioielli: innocenti spot tivù?

Il nuovo video pubblicitario di Breil torna a prendere di mira e in modo subliminale le storie bibliche. Oltre che associare sesso, sensualità e piaceri della vita, infatti, l’ultimo spot tivù della famosa azienda di gioielli e orologi propone i protagonisti dell’Eden con toni caricaturali. Nel video si nota una donna e un uomo vestiti che si avvicinano ad un grande albero dalle radici nodose: la donna, che mima Eva, allunga la mano per raccogliere la mela appesa a un ramo (Genesi 3:6), malgrado la propaggine che spunta dal tronco assume i tratti verosimili di un organo sessuale che sorge fra due grossi rami somiglianti, a un veloce colpo d’occhio, a due cosce …

All’improvviso, il serpente si attorciglia al polso e al braccio della donna e si trasforma in un “bracciale d’argento”. La giovane si denuda completamente e s’incammina a piedi scalzi verso quello che sembrerebbe a prima vista un grande schermo tivù, con una vista panoramica della metropoli, mentre il pavimento, il tetto e le pareti interamente a “specchio” ne riflettono nitidamente le nudità in maniera integrale, anche se per brevi secondi. L’uomo si toglie a sua volta la giacca e si avvia a raggiungere la donna, laddove il grande schermo si rivela invece come la finestra di un grattacielo da cui si ammirano luci e palazzi. Lo spot si chiude con la didascalia “Born to be”, cioè “nato per essere”. Oltre all’evidente binomio nudo e sesso, il video ridicolizza la figura del maligno (che è un essere angelico vivente) in forma di serpente, ma è indubbio che l’intera storia della creazione di Adamo ed Eva appare sfocata e ironizzata, forse nel tentativo della Breil di presentare l’Eden come un Paradiso Terrestre “virtuale” da cui ci si affaccia verso l’opulenza e il lusso (il mondo e le sue concupiscenze?).

La pubblicità, al solito ritmo sensuale, presenta l’azione del “peccato originale” come una tentazione che si tramuta, tuttavia, in qualcosa di valore ossia nel prezioso monile che si attorciglia al braccio di Eva: come a dire che il peccato può farci bene e ci “prende la mano” letteralmente, parafrasando Ebrei 12:1 laddove Paolo ci esorta ad abbandonare il peccato che “così facilmente ci avvolge”. Tuttavia, il tema del cielo, paradiso e inferno nonché la figura del serpente sono illustrazioni ricorrenti in molti degli spot Breil come, ad esempio, quello del 2001 che mostrava una donna che usciva di strada con l’auto, cadeva nel burrone e poi giungeva subito nell’aldilà. Vi ricordate? La donna si trova immediatamente in un grande salone dove, alla sua destra, si intravede un mobile bianco a forma di numero “sei” (forse per ricordare il 666 della bestia?), mentre la stessa procede verso il banco della reception sormontato da qualcosa che somiglia a “due corna di caprone” o due serpenti. L’uomo elegante annuisce con lo sguardo all’orologio al polso della giovane, mostrandole due chiavi: una ha un pendente di colore rosso e la scritta INFERNO, e l’altra ha un pendente bianco con la scritta PARADISO. La donna afferra le chiavi per l’inferno e ne varca la porta, con la voce fuori campo che proclama il famoso slogan “toglietemi tutto, ma non il mio Breil!”. Ovviamente chi è a digiuno di vangelo sorriderà e penserà che, effettivamente, il diavolo non esiste e che il destino finale della dannazione o salvezza sono realtà effimere su cui non bisogna soffermarsi, ragion per cui credo che siamo di fronte all’ennesima dissacrazione delle cose di Dio (gli uomini saranno irreligiosi, recita 2^ Timoteo 3:1) e a un chiaro video subliminale dove satana si fa pubblicità e prende gloria dall’uomo.

E la Breil lo innalza, consapevolmente o meno, mediante questi spot elaborati ad arte.

Salvatore Di Fede | Notiziecristiane.com

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