PAZZI DELLA STESSA PAZZIA… IN CRISTO

Si sa i cristiani delle chiese evangeliche fanno cose strane, quelle pentecostali poi…

Parlare in lingue è la prima manifestazione dello Spirito Santo, ma si deve andare oltre, e non sono io a consigliarlo.

I Corinzi 12:8 Infatti, a uno è data, mediante lo Spirito, parola di sapienza; a un altro parola di conoscenza, secondo il medesimo Spirito; 9 a un altro, fede, mediante il medesimo Spirito; a un altro, doni di guarigione, per mezzo del medesimo Spirito; 10 a un altro, potenza di operare miracoli; a un altro, profezia; a un altro, il discernimento degli spiriti; a un altro, diversità di lingue e a un altro, l’interpretazione delle lingue; 11 ma tutte queste cose le opera quell’unico e medesimo Spirito, distribuendo i doni a ciascuno in particolare come vuole.

Per il bene comune afferma di seguito la “Parola”

Questa manifestazione dello spirito ci lascia comprendere che ogni uno di noi può e deve andare oltre ai limiti impostaci dal raziocinio, nella fede.

La fede è speranza in cose che non si vedono e in questo caso di cose che non si ritengono possibili.

Parlare in lingue come profetizzare sono una manifestazioni dello Spirito Santo in seno all’assemblea, chi profetizza non lo fa in proprio e non per se stesso, ma parla alla chiesa, chi parla in lingue parla con il Signore attraverso lo spirito. Coscientemente non sappiamo cosa abbiamo detto ma qualcuno potrebbe averne l’interpretazione.

Ma ahimè Il confine della chiesa, proprio di quella spirituale, è l’incredulità!

La difficoltà nell’accettare che i segni miracolosi che hanno accompagnato la vita di Gesù e anche dopo, ad opera dei suoi discepoli, possano accadere ancora oggi per la potenza della chiesa.

La Bibbia parla chiaro i doni dello spirito sono stati sparsi e le assemblee di credenti hanno l’obbligo di impugnare queste benefiche armi, a rischio (altrimenti) di divenire chiese religiose o peggio ancora politiche.

Associazioni benefiche con fini sociali nel nome di Cristo. Cosa che naturalmente non è un male, ma di per se non è il principio della fede.

Il bene si posa più sull’essere che su fare. Per essere intendo: consoni al pensiero di Gesù! Non era questo che Gesù voleva morendo sulla croce! non era questo il mandato di cui investì la novella chiesa!

Come possiamo immaginare di avere un rapporto con il mondo spirituale se mettiamo limiti al primo evento che si manifesta in noi; paura? incredulità? l’idea di sentirsi fuori luogo o addirittura ridicoli?

La verità è che siamo spesso piantati con i piedi per terra e per avere un miracolo desideriamo che la sfera del mondo spirituale si pieghi fino a diventare materiale, salvo stupirci che poi non funziona.

Nel mondo dell’impossibile avviene l’impossibile, nel mondo del possibile si fa il possibile.
Può capitare di sentirsi dire “non c’è più nulla da fare” e ciò non è che una verità. Per il mondo del tangibile non c’è più nulla da fare.

Ma, ovvio, a chi non crede non ho nulla da dire… chi non crede non crede! A coloro che si dichiarano credenti (compreso me ovviamente) dico: “ma, in cosa crediamo?” Crediamo forse nella religione? In quella forma di accettazione mite fatta di convegni rituali, o di popolari ritrovi nei luoghi della miracolazione ad opera dei “furono” Santi?

Non è questa la potenza di una chiesa attuale che prega, di una chiesa che ancora è convinta che lo spirito di Dio opera scegliendo i giusti canali per attuare la sua volontà.

Produrre pensieri statici verso Dio vuol dire fuggire da una rete per cadere in un’altra, fuggire da quella per cadere in un altra ancora.

Voglio pensare che non sia questo che è venuto a dire Gesù.

La suprema dimostrazione la fece su se stesso sconfiggendo la morte, cosa altro può essere la bonifica dal peccato se non la sconfitta dalla morte?

Cosa voleva dirci Gesù? “arriva fino al limite, affacciati alla balaustra ma guai a te non andare oltre!” No! Non credo!

Come puoi sperare di sentire la voce del Signore se non credi che ti possa parlare? Come pensi di guarire se non credi che possa esistere una guarigione come decisione suprema! Come pensi di conoscere profondità extra intellettuali se filtri tutto nel possibile della mente.

Se questo è il limite in cui ci adagiamo nella speranza, ovvero: che a noi nulla compete, possiamo esentarci dalla frequentazione della Comunità, dalla preghiera, dalla fede stessa, tutto ciò quando Gesù dice spesso “la tua fede ti ha guarito”.

Ho un’immagine nella mia mente che rappresenta la religione e la fede.

Vedo una grande vetrata istoriata, il volto di Gesù governa dall’alto il luogo, al fondo della navata di una chiesa dietro l’altare, colorata, suggestiva, mistica persino.

La luce l’attraversa spennellando fasci di luce multicolore tutto intorno, persino la polvere fluttuante concorre a creare la scenografia. Si spande sull’altare e sulle prime ambite panche, quale meravigliosa suggestione ci coinvolge.

Un profondo struggimento ci strazia fino al pianto, da noi una richiesta di preghiera si eleva, ma la fede, l’essenza, la potenza sono oltre quel vetro, dietro quel bellissimo vetro là c’è la luce, la fonte di ogni cosa. Lì si trovano pure: il parlare in lingue e la loro interpretazione, le guarigioni, la sapienza, la conoscenza, la fede, la potenza di operare miracoli e di profetizzare.

Cristo non avrebbe dato se stesso per l’adorazione della sua immagine, non sarebbe stato neanche un’affare, morto io adorate la mia immagine? Non credo, Egli è venuto per insegnare prima e per tracciare una via dopo.

Una strada che fosse un ponte tra il mondo degli uomini e il Regno celeste.

Si è dato per coloro che credono, in modo che possano varcare tutti i confini e abbattere tutti i muri dell’incredulità, in modo che anche oggi, seppur la nostra vita è legata con un filo alla realtà tangibile, l’uomo non perda mai l’orientamento della via da seguire.

Un cammino che incomincia con la vita terrena e prosegue (per coloro CREDONO) per l’eternità.

Amen

Francesco Blaganò | Notiziecristiane.com

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