Per l’anima niente lifting

E’ risaputo, dalla scienza psicologica, come l’autostima sia un processo fondamentale per il vivere sereni. Ma quanto al concetto di autostima, molte correnti psicologiche hanno idee e pareri diversi.

Si afferma che l’autostima consenta di raggiungere obiettivi, di vivere serenamente, di affrontare ansie e paure. Il pericolo è che attraverso il concetto di autostima la persona possa perdere realmente il proprio Io autentico per costruirsi un Io artefatto, idealizzato. Ognuno ha ricevuto, in dono dalla vita, qualcosa da mettere al servizio degli altri (1 Pietro 4:10) in virtù del fatto che ogni vita è una vocazione (P. Riccardi Ogni vita è una vocazione, per un ritrovato benessere, ed. Cittadella Assisi, 2014). Ognuno ha il proprio Io reale ed ognuno ha la responsabilità di tirarlo fuori al momento opportuno. La parabola sui talenti (Matteo 25,14 – 30) è un esplicito richiamo alla responsabilità di essere coerenti con i proprio talenti, con le proprie possibilità, con le proprie incertezze perché presi dalla paura si rischia la morte psicologica. La parabola fa riferimento ad padrone che affida ai suoi servi, dei talenti cioè dei denari per farli fruttare; assegnando ad ognuno una quantità di talenti diversa in base alle loro capacità. Infatti al primo assegna 5 talenti, al secondo ne assegna 2 ed ad un altro 1. Il terzo servo, per paura non fa fruttare il talento assegnatogli, tradendo la fiducia in lui del padrone. Nella vita, per paura e timore ci tiriamo indietro, ci nascondiamo a noi stessi, non riconoscendo che ognuno è un valore aggiunto nella vita per gli altri. La cultura dominante è quella dell’immagine, dell’involucro senza l’anima. E’ sorprendente come la chirurgia plastica, unitamente ai trattamenti anti età, diventi sempre più il fiore all’occhiello del mercato economico, insieme agli psicofarmaci. La chirurgia plastica sta perdendo il proprio valore di cura per quei casi realmente problematici, come ferite, cicatrici e altro. Seni, abbondanti, lifting al viso, pettorali tirati per gli uomini sono il corollario della paura del cambiamento, della paura di non potere dare più niente alla vita, della paura di perdere il proprio posto nel mondo. Ma per quanto trattamenti possiamo attuare, l’io ideale non può mai essere l’io autentico.

L’autostima non è nella percezione esterna di se, ma nelle cose che già sono in noi; Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo». (Marco 7, 21-23).

Si rifletta bene, un corpo, per quanto perfetto possa essere, può trovare contrasto con la percezione di se. Volersi bene è accettarsi per ciò che si è.

Pasquale Riccardi | Notiziecristiane.com

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