Per quale motivo alcune Chiese non convertono più nessuno?

Dio non ha rapporto con la nostra apparenza, Dio ha rapporto con la nostra essenza. Dio non ha più rapporto con il credente con la Bibbia sotto al braccio, che la domenica va nella chiesa, che alza le mani e inizia a gridare “Lode a Dio!”. Dio ha più rapporto con quel credente che il martedì mattina si sveglia e inizia a sperimentare tribolazioni nella fede, che inizia “anche” dubitare e che sta male. Con quel credente Dio vuole avere più rapporto, perché riconosce che quella persona ne ha più bisogno.

Dio non parla con personaggi (ed oggi ce ne sono tanti nel mondo evangelico), Dio parla con persone.

Oggi, molti puntano alla fama e alla popolarità sociale nel cristianesimo, aspirano a diventare personaggi. Ma Dio non ha rapporto con personaggi, Dio ha rapporto con le persone!

Dio non vuole rapporto con l’apparenza dei credenti, Dio vuole rapporto con l’essenza dei credenti.

Noi possiamo andare in chiesa e indossare maschere e sembrare più “spirituali”; ma quanto più noi nascondiamo la nostra debolezza, quanto più nascondiamo che sbagliamo, quanto più nascondiamo che non riusciamo, quanto più nascondiamo che pecchiamo, noi non riusciremo a mantenere un vero rapporto con Dio.

E per questo motivo, la Chiesa, oggi, vive con una maschera sul volto che non converte nessuno, perché il mondo non vuole vedere “super santi” (questo è un errore della nostra testa), il mondo vuole vedere persone NORMALI che riescono a vincere di fronte ad ogni circostanza che la vita li presenza, perché lo Spirito Santo è dentro di loro e sono più che vincitori!

Gesù non era un fanatico religioso, non era uno che ostentava la sua spiritualità, era un uomo normalissimo. Figuriamoci che il giorno del tradimento, Giuda, quando si recò al Getsemani con i capi dei sacerdoti e le guardie del tempio, dovette dare loro un segno di riconoscimento nei riguardi di Gesù: “Colui che bacerò, è Lui, prendetelo!”.

Per quale motivo Giuda agì in quel modo?

Perché, Gesù, come ho già detto, non ostentava la sua spiritualità, era un uomo normale, così normale che sembrava uno dei discepoli, e che in quel momento, attraverso il bacio di Giuda, doveva essere distinto dal gruppo e riconosciuto.

Quando facciamo finta, quando non riconosciamo che siamo uomini, noi iniziamo a perdere la nostra vera identità. E se noi perdiamo la nostra identità, noi diventiamo “strani”. Dio non ci chiama ad essere strani o fanatici. Dio ci chiama ad essere normali, veri, umani, semplici uomini che non indossano una maschera per sembrare più santi, ma che nella loro normalità mostrano una parte di loro che può incoraggiare altri ad andare a Gesù.

Alessio Sibilla

 

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