Stanotte inizia Yom-teruah, (la festa delle trombe). Levitico 23:23-25
Tempi addietro 2 testimoni israeliani salivano sulle mura di Gerusalemme e osservavano il cielo buio e scuro per la prima apparizione della nuova luna. Appena avvistata, due corridori correvano con le loro lampade, come un lampo uno ad est uno ad ovest X dare la notizia del santo “moed” (appuntamento sacro in ebraico, “moedim” al plurale, rivelato X la prima volta in Genesi 1:14), mentre le “shofar” (le trombe di corno di montone) venivano suonate.
Yom-teruah, la festa delle trombe, la festa delle urla, (ci ricordiamo e le mura di Gerico e Giosuè?), la festa del vento, (ruah in ebraico vuol dire spirito/vento), ma era chiamata anche la festa che nessuno sa il giorno né l’ora proprio xké bisognava aspettare e cercare la prima apparizione della prima striscia di nuova luna.
Oggi gli ebrei non salgono più sulle mura, hanno la tecnologia X avvisarli. Oggi gli ebrei hanno scambiato questo “moed” (appuntamento sacro) con Rosh-hashanah, il capodanno ebraico che X loro ha piu senso.
Questa festa segna il fatto che tra 10 giorni inizia la festa dell’espiazione (Yom-Kippur, e tra 15 la festa delle capanne (Sukkot).
Gli ebrei non hanno mai capito questa festa, e X la maggiore neanche la chiesa, ma per chi come “la sposa” sta aspettando l’incontro con lo Sposo nell’aria, ha un enorme senso, di anticipazione preparazione e gioia.
Non sappiamo se il Signore tornerà X rapire la sposa tra stanotte e la notte del 3, (la fine della festa delle trombe), ma come ci dice il Signore, lo Spirito e la sposa dicono “vieni”, e lo Sposo risponde “si, io vengo presto” così saremo vigilanti e pronti sempre pieni di gioia come ci ha comandato il nostro Signore, mentre ci ricorda Giovanni:
“E ora, figlioli, rimanete in lui affinché, quando egli apparirà, possiamo aver fiducia e alla sua venuta non siamo costretti a ritirarci da lui, coperti di vergogna.” 1 giov 2:28
Allegri ragazzi, ci siamo quasi…