Cronache che fino a ieri ci si poteva aspettare di leggere in Paesi come la Cina o il Pakistan giungono ormai sempre più frequenti anche dagli Stati Uniti. L’ultimo caso, degno di ogni regime che si rispetti, si è verificato nello Stato della Georgia che ha chiesto a un pastore protestante la consegna dei sermoni domenicali (pronunciati fra le mura della chiesa) e persino della sua Bibbia.

Bisogna premettere che Eric Walsh, predicatore avventista e considerato un leader nel campo dell’amministrazione sanitaria, aveva già lavorato per il governo federale. Laureato in medicina con un dottorato in salute pubblica, era diventato così noto per le sue doti che nel maggio del 2014 era addirittura stato chiamato a far parte del Comitato consultivo del presidente Barack Obama. Senza nemmeno far passare un mese, però, quando la sua attività di predicatore era giunta alle orecchie dell’amministrazione governativa, anche grazie ai video dei suoi sermoni pubblicati su YouTube, Walsh era stato licenziato. Non solo, perché prima di farlo, come a voler mettere le cose in chiaro, i membri del comitato presidenziale erano stati convocati per visionare insieme il filmato in cui il pastore criticava il cosiddetto matrimonio fra persone dello stesso sesso.

Nei suoi discorsi, anche in veste di medico, ricordava che fino agli anni Settanta l’omosessualità era persino considerata dalla medicina un disturbo psicologico e che poi la militanza Lgbt di alcuni psicologi era riuscita a farla depennare dal manuale delle malattie diagnostiche (Dms).

In seguito alla visione del video, un membro del Comitato aveva sottolineato che con l’intento di non discriminare alcuni per le loro idee sarebbe stato paradossale colpire chi ha vedute opposte, aggiungendo che i dipendenti vanno assunti in base alle loro capacità e non certo al loro credo religioso. A nulla purtroppo era valsa la difesa, dato che alla fine il licenziamento era comunque partito, costringendo Walsh a cercarsi un altro lavoro che aveva poi trovato presso l’amministrazione pubblica della Georgia. Senza pensare che, per la stessa identica ragione, sarebbe stato licenziato anche dal nuovo incarico. Questa volta, però, il predicatore si è deciso a denunciare lo Stato per discriminazione della libertà di espressione e religiosa, ma di tutta risposta, settimana scorsa, ha ricevuto la richiesta di consegna dei suoi sermoni e della sua Bibbia.

“Questa richiesta è una dimostrazione allarmante dell’intrusione del governo nella santità della chiesa”, ha chiarito il presidente del Family Research Council americano, Tony Perkins. Intrusione, ha aggiunto, “incostituzionale” e aggravata dal fatto che l’America nasce e si imposta proprio sulla separazione Chiesa/Stato in difesa della libertà della prima. “E’ qualcosa che mi sarei aspettato di vedere in un paese comunista, non in America”, ha continuato Perkins. Eppure, il mese prima che esplodesse il caso Walsh, il governatore repubblicano della Georgia, Nathan Deal, aveva posto il veto alla norma votata dal parlamento locale per proteggere le persone dalla discriminazione legata alle proprie convinzioni sulle cosiddette nozze fra persone dello stesso sesso. Motivo per cui un editorialista del National Review, David French, aveva commentato così: “Il governatore Deal descrive la Georgia come un luogo in cui la nostra gente lavora fianco a fianco a prescindere dal colore della pelle o della religione a cui aderiamo”, ma “il suo stesso governo rifiuta queste parole. In alcune parti della Georgia la persecuzione è la norma”.

Il commento è così verosimile che nel 2015 uno dei più validi vigili del fuoco degli Stati Uniti, l’afroamericano Kelvin Cohran, fu licenziato per aver scritto un libro sulla famiglia in cui spiegava la perversione dell’omosessualità. Cohran, chiamato a dirigere il dipartimento dei vigili del fuoco di Atlanta dopo la sua egregia azione a New Orleans devastata dall’uragano Katrina nel 2005, era stato assunto come Walsh dal governo federale di Obama e messo a capo dell’amministrazione antincendio degli Stati Uniti. Ma nemmeno questo era bastato a placare il furore Lgbt alimentato dal linciaggio mediatico del pompiere cristiano.

In realtà, le prime avvisaglie di questa nuova ingerenza ancor più invasiva di quella che vuole eliminare la religione dalla vita sociale e che si spinge fino alle sagrestie per violare anche la vita più intima della chiesa, erano già pervenute dal Texas nel 2014. Allora l’ex sindaco di Huston, Annise Parker, aveva citato in giudizio i pastori della città che avevano osato esprimere contrarietà alla legalizzazione del cosiddetto matrimonio fra persone dello stesso sesso. Uno dei predicatori, Hernan Castano, intervistato da Fox News aveva incoraggiato i colleghi a pregare lo Spirito per ricevere forza, combattere contro l’ingiustizia e, anche nel caso “fossimo davvero costretti ad andare in prigione a causa delle nostre idee”, per “non avere paura di continuare a professare ciò in cui crediamo”.

La gravità del passaggio dalla rimozione della fede dall’agone pubblico al controllo della vita privata delle chiese è tale che spinse i Cristeros in Messico alla resistenza civile contro il governo massone prima di imbracciare le armi. Ovviamente la situazione è ben diversa (soprattutto per quanto riguarda la fede) e i casi sono ancora limitati, ma chissà che, in caso di vittoria della sinistra radicale e anticristiana alle elezioni presidenziali, non diventino presto la norma.

di Benedetta Frigerio | Lanuovabq.it

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