Qualcuno un giorno ti dirà che la tua vita vale di più di quel che fai!

Vige, nel nostro modo di vivere, la grande tentazione di pensare che la nostra vita vale per quello che facciamo. Così programmiamo la nostra vita come se fosse una lavatrice e la riempiamo talmente tanto, analogamente a come quando riempiamo la nostra esistenza di pensieri e di progetti da non lasciare più spazio a noi stessi.

Cioè non lasciamo più spazio a ciò che siamo veramente, alla nostra essenza, e pensiamo di assemblarci solo con le nostre opere. Così entriamo in crisi quando la vita ci costringe a rallentare il passo.

Questa sembra la tentazione degli apostoli nel Vangelo di Marco 6,30-34: “Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato”.
Davanti a quella che può sembrare una condivisione, Gesù compie un gesto inaspettato. Credo che lo faccia appositamente per costringere questi suoi amici a considerare le cose da un altro punto di vista: “egli disse loro: «Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po’». Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare”.

Non avere il tempo sembra la frase simbolo della nostra società. Quando non si ha tempo non si sente più il sapore delle cose, il gusto della vita stessa. E senza sapore è difficile riuscire a continuare a vivere senza desiderare fortemente un’evasione. Ecco perché è necessario di tanto in tanto prendersi degli spazi di vuoto, di sosta, di silenzio, di solitudine: “Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte”.

È bello pensare che Gesù ha a cuore il fatto che non perdiamo mai di vista il motivo per cui le cose valgono la pena. E che esaurirci, anche per cose buone, non dà gloria a Dio…

Quanto c’è di noi “ veramente “ in ciò che svolgiamo? La nostra stessa esistenza merita di più, ovvero, merita il meglio che siamo e che possiamo incontrare stando sempre di più alla Sua Presenza. tutto quello che avevano fatto e insegnato”.

Davanti a quella che può sembrare una condivisione, Gesù compie un gesto inaspettato. Credo che lo faccia appositamente per costringere questi suoi amici a considerare le cose da un altro punto di vista: “egli disse loro: «Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po’». Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare”.

Non avere il tempo sembra la frase simbolo della nostra società. Quando non si ha tempo non si sente più il sapore delle cose, il gusto della vita stessa. E senza sapore è difficile riuscire a continuare a vivere senza desiderare fortemente un’evasione. Ecco perché è necessario di tanto in tanto prendersi degli spazi di vuoto, di sosta, di silenzio, di solitudine: “Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte”.

È bello pensare che Gesù ha a cuore il fatto che non perdiamo mai di vista il motivo per cui le cose valgono la pena. E che esaurirci, anche per cose buone, non dà gloria a Dio…

Quanto c’è di noi “vera mente“ in ciò che svolgiamo? La nostra stessa esistenza merita di più, ovvero, merita il meglio che siamo e che possiamo incontrare stando sempre di più alla Sua Presenza.

Vincenzo Lipari

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