QUANDO IL MALCOSTUME DIVENTA MODELLO CULTURALE

Sono stato educato in un ambito culturale in cui vi è libertà di pensiero.

Oggi, proprio nel nostro ambito vitale, stanno accadendo, almeno in Italia, eventi di tensione culturale e di pensiero che ricalca proprio il clima del ventennio fascista: vi è una forma culturale discutibilissima e dittatoriale come quella della teoria gender, come quella della più squallida perfomance dei gay pride e delle cosiddette “femministe” e poi c’è tutto l’apparato di un movimento politico, amplificato dai giornalisti politicamente e ideologicamente schierati che occupano gran parte del palinsesto della televisione, che vogliono imporre un pensiero culturale, filosofico e sociale, che cerca di scardinare l’identità nazionale, la centralità della famiglia e mettere alla berlina il Cristianesimo a favore di una confessione religiosa, che offende sia le donne che sono disinibite nel loro folkloristico protestare, che nel loro disinibito vivere quotidiano, sia la libertà che questi signori dell’ideologia delle libertà vanno vagheggiando, con la soppressione di ogni libertà, lapidando gli omosessuali che loro vogliono difendere, le donne che vivono alla occidentale, influenzando i governi a legiferare a loro favore, e a sfavore della famiglia che è la cellula fondamentale della società, che è aprioristicamente al di là di ogni legge e di ogni autorità politica.

Questo apparato si è mobilitato per cercare di zittire e reprimere il movimento a favore della vita (contro l’aborto), a favore della famiglia naturale (contro il clone disgustoso delle coppie gay), che si è riunito in una assemblea internazionale a Verona. Si usano parole o espressioni, dette senza avere la minima cognizione del significato di esse, come arretratezza culturale da Medioevo, l’orologio si è fermato sei secoli fa, “meglio froci che fascisti”(la maglietta della sguaiata Cirinnà), e così via. Bene. Ognuno può esprimere la sua opinione, ma non si può cercare di zittire chi la pensa diversamente con metodi quasi coercitivi. Perché in fondo i veri fascisti sono proprio i propagandisti delle Ong che mercificano carne umana africana, che mercificano gli uteri di donne disperate che fanno figli a favore di due uomini o due donne, che sentono “stranamente” l’amore filiale, che favoriscono una religione repressiva a scapito di un pensiero religioso che ha prodotto nel corso dei secoli emancipazione e libertà come quello cristiano.

Noi Cristiani diciamo no alla violenza verbale e anche fisica dei neofascisti di sinistra, che vogliono imporre il loro credo con gli strumenti dell’economia, della alta finanza, dei governi compiacenti e delle leggi ingiuste. Una volta si diceva nella lotta tra destra e sinistra, “il Comunismo non passerà. Oggi noi diciamo: il disfattismo o decadentismo culturale e sociale, ed economico non passerà.

Paolo Brancè – Notiziecristiane.com

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook