Ragazzi scomparsi nel nulla: l’ipotesi oscura di una setta

Un mistero che sembra infittirsi ogni giorno di più, quello del piacentino Stefano Barilli 23 anni, e di Alessandro Venturelli, 21 anni di Sassuolo nel Modenese.

La procura di Modena è stata la prima ad aprire un fascicolo sul caso, ora però anche quella di Piacenza vuole vederci chiaro ed ha avviato un’indagine. I pm nel frattempo hanno ascoltato la mamma di Alessandro. Grazie a questo incontro è stato possibile ricostruire i mesi antecedenti all’addio improvviso del figlio. La donna, però, ha anche mostrato una prova molto importante, ovvero la lettera che il giovane ha lasciato in camera sua prima di far perdere le sue tracce.

 

Le parole dei legali e l’ipotesi più oscura

L’avvocato Ilaria Sottotetti ha spiegato che ora la missiva del ragazzo è in mano a due periti che la stanno analizzando. “Non vogliamo lasciare nulla al caso”, dice ai media. Aggiungendo un dettaglio a dir poco inquietante. “È già emerso varie volte che dei ragazzi entrati in sette o pseudo-sette abbiano scritto lettere d’addio simili”.

Insomma, dietro la scomparsa di questo ragazzo potrebbe esserci il dramma delle sette sataniche? Purtroppo, si tratta di una realtà tanto oscura quanto presente nel nostro Paese. Ogni giorno numerosi ragazzi fragili finiscono vittima di gruppi, spesso a sfondo demoniaco o comunque criminale, che operando un vero e proprio lavaggio del cervello ai malcapitati riescono a mettere le proprie grinfie sulla loro mente e sulla loro vita.

La drammatica realtà delle sette di cui si conosce poco

Una volta che si entra in tali circoli demoniaci, la strada diventa subito fortemente in salita. Le relazioni sociali si interrompono, e presto anche le famiglie di chi finisce in questi circoli della morte perdono ogni relazione con il figlio. A volte, ci si entra in contatto nelle maniere più attese: richieste di aiuto, proposte camuffate con le sembianze più diverse, finte opportunità che si rivelano veri e propri drammi.

Entrambe le famiglie sembra che stiano percorrendo da tempo proprio questa terribile pista. “Stiamo valutando se informare la procura di Piacenza sul commento scritto, il 27 marzo, da una lettrice sulla pagina Facebook del Corriere della Sera in calce all’articolo che dieci giorni prima raccontò come, sulla sparizione di Alessandro Venturelli, la procura di Modena avesse aperto un fascicolo nel tentativo di capire che fine avesse fatto il ragazzo”, dice la legale.

Il commento sui social che getta un’ombra molto pesante

In questo messaggio, infatti, il commentatore scriveva che si sarebbe dovuto lasciare “in pace” i ragazzi, che “non bisogna cercarli e che bisogna lasciarli”, “che hanno nessuna voglia di ritornare. Punto”. Poi aggiungeva: “Noi sappiamo dove si trovano, stanno bene, non sono trattati male”. Un messaggio a dir poco inquietante.

“Lasciateli in pace e ripetiamo interrogatevi cari genitori perché i vostri figli decidono di lasciare le loro case per andarsene in altre case. Lasciateli in pace. Credo abbiano bisogno di pace e tranquillità quella tranquillità che non potevano avere in casa, lasciateli in pace. Non vogliono tornare a casa”. Un commento che quindi non può che lasciare esterrefatti.

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Quel particolare dettaglio finale che inquieta fortemente

Le strade di Alessandro e Stefano si incrociano grazie a una foto di loro due insieme alla Stazione centrale di Milano, scattata il 18 febbraio da una ragazza che, giorni prima, aveva assistito alla trasmissione Chi l’ha visto. In quella trasmissione, infatti, si parlava proprio di loro due. La giovane, riconoscendo il ragazzo, aveva finto di scattarsi un selfie, inquadrando però dietro di sé proprio Alessandro.

Una volta inoltrata alla madre, subito ha riconosciuto sia il figlio sia Venturelli. Lo stesso hanno poi fatto i genitori di Alessandro. Durante la trasmissione Chi l’ha visto, un ragazzo in collegamento dalla Svizzera ha invece chiamato per sostenere che “quelli nella foto siamo io e un mio amico“, sostenendo di ricordare “bene la situazione”.

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