Religione o Relazione?

Religione o Relazione? E’ proprio questo il grande bivio di fronte al quale ci troviamo spesso nelle piccole o grandi situazioni della nostra vita, non sempre rendendocene conto. Si possono trovare diversi sinonimi per queste due parole contrastanti come.. Persecuzione o Comprensione? Rigidità o Apertura? Classismo o Tolleranza? Etc.. infatti per religione qui si intende un insieme di regole, di comportamenti dottrinali, sociali e/o culturali intrapresi per finalità di forma e che spesso sfociano in atteggiamenti giudicanti e deprezzativi.
Cattolici, evangelici ma anche atei possono essere dei religiosi, anteponendo comportamenti e credenze stereotipate per dottrina, tradizione, uso, cultura o altro e configuratisi come unicamente accettabili nella loro mente, alla relazione intesa come conoscenza del cuore altrui.
Gesù contrastava fortemente i religiosi dell’epoca, i cosiddetti farisei i quali erano attenti solo all’esterno del piatto, definendoli addirittura dei sepolcri imbiancati. Se ci pensiamo bene tutta la sua vita terrena si è svolta in contrapposizione ad essi: sono i religiosi che volevano condannare la donna adultera, che giudicavano Gesù per le guarigioni fatte in giorno di sabato e che hanno perseguitato Gesù fino alla sua messa a morte.
I religiosi “legano dei fardelli pesanti e li mettono sulle spalle della gente; ma loro non li vogliono muovere neppure con un dito” dice Gesù stesso. La relazione invece è l’occasione per comprendere ciò che è diverso ed è finalizzata alla compassione, alla tolleranza ma mai alla condanna e al giudizio perché altrimenti essa stessa ricadrebbe nella religiosità. La vera relazione è quella che guarda al cuore, che porta Gesù a perdonare l’adultera, a guarire la donna dal flusso di sangue, a liberare gli oppressi. La religione comporta giudizio, la fede è il frutto della relazione, pertanto la religione divide mentre la fede unisce. Se conosci il buon cuore di un amico ti fidi di lui, e così la fede è conoscere da vicino la bontà di Dio e appoggiarsi su di essa; la buona battaglia della fede allora è il persistere nell’avere una buona opinione di Dio, lo stesso che ci ha detto che nel mondo avremmo avuto tribolazioni ma di non aver paura perchè Lui ha vinto il mondo.
Al giorno di oggi si parla molto di tolleranza di razza, di diverse abitudini sessuali etc.. ma non si parla abbastanza delle persecuzioni psicologiche a cui spesso i cristiani sono sottoposti solo per il fatto di dichiararsi cristiani che vanno in chiesa e che vogliono avere una relazione con Gesù.
“sei una illusa, credi in cose sbagliate, non troverai mai nessuno che ti accetta pienamente pe quello in cui credi, frequenti una setta, come può interessarti la bibbia?!, siete in pochi a pensarla cosi, non vivi come vive la maggior parte della gente…” questa è la religione che ignora la relazione con Dio e con te.
La religione rifiuta la grazia, quest’ultima invece usa se stessa sempre, anche nei confronti della legge e anzi permette di compierla; chi è in grado infatti di rispettare tutti i comandamenti di Dio sempre e comunque? (e non si parla solo dei 10 comandamenti)….bè nessuno solo Gesù. I criteri di Dio di buona condotta sono talmente elevati che nessuno potrebbe raggiungerli se non appunto con la grazia.
I religiosi giustificano sempre i propri comportamenti ma giudicano quelli degli altri, chi sta in relazione invece sa chiedere scusa dei propri e vuole comprendere quelli altrui…a te la scelta.

Irene Rocchetti

 

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