Rosanna: se avessi deciso di abortire non avrei visto la conversione dei miei fratelli

Pace del Signore… mi chiamo Rosanna, ho 31 anni e sono originaria di Acerra (NA). Frequento la chiesa evangelica da quando ho 5 anni e grazie alla conversione di mia madre sono cresciuta nelle scuole domenicali. Sono sempre stata una ragazza tranquilla e senza troppi grilli per la testa. Non mi sentivo quindi peccatrice ma semplicemente ”buona” agli occhi di Cristo. Ma questa concezione cambiò ben presto quando partecipando ad un campeggio estivo evangelico, una sera durante la predicazione mi sentii cosi piccola, cosi mancante agli occhi di Dio che per amor mio ha mandato sulla terra il Suo unico figlio a morire in croce per i miei peccati. <<Quale amore?>> dissi.

<<Quanto importante sono? Ed io cosa faccio per Lui?>>. E in quell’istante sentii un calore dentro che quasi pensavo mi scoppiasse il cuore! Realizzai che ero peccatrice e mancante come tutti e che volevo Dio come mio personale Salvatore. Cosi a 15 anni scesi nelle acque battesimali presso la Chiesa Evangelica ADI di Acerra, guidata dal pastore Aniello Cucco. Negli anni avvenire il Signore mi ha sempre aiutata ma per problemi di lavoro decisi con la famiglia di partire verso il nord Italia. Vivo in provincia di Vicenza da più di 10 anni e Dio anche qui non mi ha mai lasciata né abbandonata!

Due anni fa mi sono sposata e oggi frequento la chiesa evangelica di Marostica. Con questo scritto vorrei raccontarvi di un grande miracolo che Gesù ha fatto nella mia vita.

Il tutto è iniziato ai primi di dicembre 2015 quando con gioia ho saputo di essere in dolce attesa. Per me e mio marito una gioia immensa! Una notizia che stavamo aspettando! Purtroppo però dopo appena una settimana sono iniziati i primi problemi per minacce di aborto e da subito sono stata messa a riposo. Verso la decima settimana di gravidanza al primo controllo ecografico di routine la dottoressa senza accennarmi nulla mi invita a ritornare il giorno dopo per un altra ecografia. Alla mia domanda ”ci sono problemi?” mi viene risposto di no, che era solo un controllo migliore.

L’indomani dopo la visita la dottoressa a testa bassa e senza alcuna spiegazione mi dice di ritornare ancora, stavolta in ospedale per un ennesimo controllo in quanto sospetta di una patologia chiamata MOLA. A quella parola ho guardato mio marito ignara del significato ma nessuno dei due ha chiesto cosa volesse dire. Allora appena giunti a casa ci siamo seduti e fatta una ricerca in internet siamo rimasti basiti del suo significato. Sapendo che nei motori di ricerca puoi trovare tante cose anche errate ho chiuso la pagina ed ho chiesto esplicitamente di non doverne fare altre, finché non c’era qualcosa di più certo. Siamo rimasti in silenzio anche con i nostri familiari proprio perché non volevo si preoccupassero inutilmente.

La settimana dopo ho rifatto l’ecografia e i medici dell’ospedale di Santorso (VI), con molta apprensione e dispiacere mi spiegano che forse sono affetta da questa patologia e mi spiegano cos’è, confermando ogni singola parola letta in internet e mi invitano sin da subito a prendere una decisione drastica.

Mi parlano quindi di A B O R T O!

Sì, perché si tratta di una patologia rara al mondo, rischiosa per il feto ma anche per la mamma:

<<Sig.ra Di Napoli lei potrebbe perdere il feto da un momento all’altro (6 casi su 10), perché e’ a rischio di aborto spontaneo da ora e sino ai cinque mesi e mezzo di gravidanza; potrebbe avere una emmoraggia forte e perdere l’utero, quindi non avere la possibilità di concepire altri figli; potrebbe avere problemi di ipertensione e trombosi, e sarebbe in serio rischio per un parto molto prematuro; la sua tiroide potrebbe smettere di funzionare correttamente. Signora Di Napoli la mola non è altro che un tumore, e per guarire completamente potrebbe incorrere a chemioterapie (1 caso suo 5).

Ne vale davvero la pena? Lei è giovane ed è solo la sua prima gravidanza!>>.

Mentre ascoltavo queste parole ho sentito forte la presenza di Dio e la voce che mi ha parlato chiaro: <<Dio va oltre! Dio va oltre! Abbi fede>>.

Senza indugi dico ai medici la mia assoluta volontà di continuare. Se devo perderlo deciderà il Signore di prenderselo ma non sarò io a decidere la sua sorte. E se non potrò più avere figli vorrà dire che dobbiamo adottarne…questi sono stati i pensieri che avevo in cuore.

Inizia cosi il mio lungo percorso. Inizio a stare male. Una forte nausea si presenta forte cosi forte che non riesco a mangiare nulla…e quindi mi indebolisco. Almeno ogni 5 giorni si va di corsa al pronto soccorso per minacce. Ed ogni volta Il cuore a mille …le preghiere …l’ecografia…e quel cuoricino che era li bello e chiaro presente, pulsante! Ogni volta un sospiro e mille ringraziamenti a Dio!

Dicembre finisce e le mie condizioni peggiorano, l’ospedale Santorso spera in un mio cambio di parere, ma il termine previsto per l’aborto e’ giunto quasi al termine. La sera prima dell’ultima ecografia abbiamo pregato con mia madre e chiesto preghiere alla comunità di origine (Acerra) Abbiamo implorato per un’aiuto e Gesù stava già operando. Alla visita con diversi medici mi viene detto che posso rivolgermi al Policlinico Mangiagalli L. di Milano, ove avrei trovato la straordinaria Dott.sa Isabella Fabietti. MI fissano pure l’appuntamento e dopo pochi giorni siamo giunti li. In lei oltre alla professionalità ho trovato una donna, una mamma, una forza d’animo incredibile. mi sono sentita sin da subito in mani sicure e sapevo che era tutta opera del nostro Signore Gesù!

Fatta il giorno stesso la villocentesi, la diagnosi è stata confermata definitivamente: Gravidanza Gemellare con Degenerazione Molare Completa.

Anche qui, la Dott.sa Manuela Wally Ossola assieme ad altri medici straordinari mi mettono di fronte tutti i rischi a cui vado in contro e mi assicurano il loro appoggio nel caso avessi deciso di abortire visto che manca una settimana per poterlo ancora fare. MI spiegano le percentuali che ci sono per poter veder nascere mio figlio, ossia per il 40%. Ma anche stavolta la fede che ho in Cristo mi spinge oltre e non posso fermarmi dinanzi a questo ostacolo. Io voglio continuare, e non mi sarebbe accaduto nulla.

Non sono stati mesi facili. La mia vita sociale, oltre quattro mura, si è fermata da quel 18 dicembre 2015. Sono stata allettata 2 mesi presso la mia abitazione, diverse settimane nella CASA BAMBINI di Milano, poi 2 mesi in un appartamento sempre in zona e per più di 3 mesi ricoverata nel reparto Patologia della Gravidanza del Policlinico Mangiagalli. Dio aveva provveduto per me anche un’aiuto indispensabile quale la presenza di mia madre che ha fatto i bagagli ed e’ partita senza indugi!

Nella CASA BAMBINI abbiamo fatto una bella esperienza seppur dura e non abbiamo perso occasione di dare la nostra testimonianza.

Le nausee forti continuavano e non riesco a mangiare. Ho perso tantissimi chili; la tiroide non funziona correttamente; molti sono gli episodi di svenimenti e di tachicardia, ma il cuoricino del piccolo, che si chiamerà Elia, batte!!! E questo mi incoraggia a non pensare a tutte le circostanze.

Verso la metà marzo abbiamo salutato la casa bambini e ci siamo trasferiti in un appartamento appena fuori Milano. Le giornate passano lunghe ma la lettura mattutina sta diventando un toccasana per l’anima. Mi ha colpito sopratutto ebrei 11 dove PER FEDE l’apostolo Paolo ha accennato le principali prove che i nostri antenati hanno affrontato e che PER FEDE hanno superato.

Per fede … per fede … Dio mi ricorda che per fede stiamo andando avanti e per fede bisogna continuare!

OGNI giorno Dio parla al mio cuore e la lettura quotidiana appunto ristora l’anima e mi dona speranze. Mi allieva da ogni pensiero e quasi dimentico il motivo per cui sono qui. E’ come se non sentissi tutte le fatiche fisiche e psicologiche di questa situazione ed io so perfettamente perché! Dio le sta prendendo tutte, le raccoglie nelle sue mani ed io mi sento sollevata da ogni peso. Grazie Padre…grazie perché hai lo sguardo rivolto verso di me, al punto che verso la fine del quarto mese avviene un miglioramento fisico generale ed e’ solo merito della grazia divina.

Al mio dire che da una settimana sto meglio la dottoressa Fabietti non poteva crederci. HA spalancato gli occhi incredula.

Per la patologia che ho e per i valori attuali non si può migliorare…ma Dio va ben oltre e me lo sta dimostrando ogni giorno di più.

Un verso in quei giorni mi ha molto ristorata:

Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché egli ti innalzi a suo tempo; gettando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi.

1Pietro 5:6

Il 1′ aprile vengo ricoverata ed inizia un altro step. Siamo giunti a cinque mesi compiuti di gravidanza e ogni giorno è stato un regalo. Sono ancora a rischio aborto spontaneo ma so che supererò anche questi altri 10 giorni! In ospedale ho avuto molte compagne di stanza, ognuno con la loro storia chi o più o meno impegnativa ma una in particolare mi ha fatto riflettere in quanto ha deciso di abortire. Nessun problema o rischio né per lei né per il suo bimbo. Semplicemente ”non lo vuole”…e il mio pensiero va alle donne coraggiose che lottano per arrivare al parto. Va alle donne che sperano di rimanere incinte…che pregano e sperano quindi di avere un figlio. Alle donne che decidono invece di adottarne uno. Il mio pensiero va alle donne che AMANO LA VITA!

Le settimane avanzano e La stanchezza ora si fa sentire. ci sono giorni che sono davvero difficili. Dio però non smette di operare. Non smette di incoraggiarmi. Nei mesi che sono trascorsi mano a mano ho visto la mano Sua mano agire perchè il pericolo aborto è stato superato! Il rischio di parto con gravidanza prematura, ostacolato! I medici ad un certo punto hanno gioito con me per la conquista di ogni settimana gestazionale: “dovresti arrivare al massimo alla 28° settimana”, mi dicevano. E invece che gran risultato l’avanzamento dei i giorni! Dio sta avendo tanta infinita benevolenza nei miei riguardi. Grazie Signore!

Verso la 31° settimana di gravidanza una dottoressa di turno mi guarda e mi chiede ”ma lei a chi prega?” Ed io ho risposto ”a Dio”.

E lei: ”e fa molto bene, perché vediamo che la sta aiutando, e non poco! Andiamo avanti cosi!”- Gli stessi medici inizialmente scettici sul risultato finale ora mi incoraggiano a continuare e a confidare in Dio. Questo è meraviglioso!

Sono arrivata alla fine del settimo mese ed e’ stato programmato il cesario con il quale bisognerà asportare anche la Mola (tumore) presente nell’altra placenta e attendere gli esami istologici per scartare o meno la necessità di trattamento chemioterapico. Io continuo a confidare in Dio perché so che quello che inizia lo porta a compimento!

Una settimana prima del cesario programmato ho visto quella linea di ARRIVO che per mesi ho sperato di raggiungere perché la notte tra il 29 e il 30 giugno ecco arrivare le contrazioni! Dopo una notte tra dolori e preghiere, al cambio turno del giorno 30, viene organizzato d’urgenza il mio cesario, i medici e tutto l’equipe sono pronti…ma prima l’ultima firma sotto una dichiarazione inevitabile: ”…prendo atto della possibilità di esportazione dell’utero qual’ora la mola avesse rovinato le sue pareti“. ”Quello che Dio vorrà, sarà ” e’ stata la mia preghiera ad alta voce mentre firmavo.

Emozionata e fiduciosa entro in sala operatoria e alle ore 12.17 ecco sentire un grido forte e chiaro: ELIA! Un miracolo di 2,175 kg! Un emozione unica! Subito dopo i medici si concentrano sull’asportazione della placenta tumorale …chiudo gli occhi e prego, quando ad un certo punto mi dicono: ”L’utero e’ intatto. Quindi potrà avere altri figli…”. Gloria a Dio!
Elia e’ nato comunque prematuro e doveva stare almeno una settimana in incubatrice della sala intensiva. Ma vi dico che dopo poche ore e’ uscito da quel reparto perché voleva respirare da solo e da ché erano 7 giorni ha trascorso solo poche ore in terapia intensiva. IL Signore non lascia nulla al caso. Le sue promesse sono SI ed AMEN.
<<IO VADO OLTRE>> sussurro’ al mio cuore ed è stato fedele!

Non mi sembra vero di aver vissuto 8 mesi cosi lunghi, difficili, duri…ora Elia e’ qui tra le mie braccia e lacrime di gioia mi attraversano il viso! Non ho avuto problemi nella sala parto. Tutto è andato alla perfezione e la tiroide nel giro di 4 giorni e’ ritornata alle sue corrette funzionalità.

Che dire? Rifarei ogni cosa di tutto questo percorso, fatto di statistiche, di percentuali di probabilità. Ma anche di amore, speranze, incoraggiamenti e preghiere. Poco prima che vivessi questa prova meditavo sulla fede dei nostri fratelli passati. Mi riferisco a Mosè che dinanzi a quel mar Rosso ha avuto fede e quel mare si è aperto. A Noè che per fede ha costruito per anni e anni un’arca insultato dai più! Ad Abramo con suo figlio Isacco che per fede andò su quel monte e sapeva che Dio avrebbe provveduto.

Per fede …per fede …e riflettevo che la fede è un dono potente che spesse volte ho sottovalutato. In realtà con queste riflessioni Dio stava già preparando il mio cuore…Quando dunque mi sono ritrovata in questa prova ho riconosciuto da subito che PER FEDE dovevo affidare ogni cosa in Colui che opera segni, Miracoli e prodigi!

Ringrazio chi mi e’ stato accanto, in particolare mia madre che ha camminato al mio fianco sin dal primo giorno.

Ringrazio quelli che hanno pregato per me, le comunità varie, soprattutto quella di Acerra e il pastore Aniello Cucco, alla Chiesa evangelica di Milano e al pastore Riccardo Moschetta, che insieme hanno elevato preghiere alla grazia divina.

E con un cuore di gioia ringrazio ogni giorno Dio perché senza il Suo meraviglioso intervento non sarei mai riuscita a superare tutto questo con le mie forze né tanto meno a veder nascere mio figlio.

La cosa ancor più straordinaria è che non necessito neppure della chemioterapia!
Non potrò mai smettere di ringraziarti oh Padre!

Quelle parole dei medici ”ne vale la pena mettere tanto a rischio? Vale la pena continuare? ” …dico solo che non sempre la scelta più semplice è quella più giusta! Se avessi deciso in base alle circostanze e alle mie forze umane avrei ostacolato ciò che Dio aveva già stabilito per me sin dall’inizio! Se avessi deciso di abortire non avrei visto neppure la conversione dei miei fratelli Davide e Jonathan, e quella di mio marito Roberto. Dio aveva un piano straordinario…e so che non ha ancora finito!

Affidarsi a lui non deve essere solo un modo di dire. Fidarsi di lui deve essere un atto dovuto se abbiamo deciso di appartenere a Cristo. Egli non scherza e se dice che ci ama, CI AMA DAVVERO! Camminiamo fiduciosi sapendo che Egli opera solo per il nostro bene!
A Dio sia sempre la lode e il ringraziamento da ora e in eterno! Amen!

Rosanna Di Napoli

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