Salvare la famiglia

Famiglia-2Perché tutti in questi tempi attaccano la famiglia? Ci vuole molto a capire che essa resta l’ultimo baluardo sano della società? Eppure molti la attaccano! Ci vuole molto a capire che se crollasse la famiglia non resterebbe nessun nucleo sociale compatto? E’ strano, ma  forse è proprio per questo che quelli che attaccano la famiglia la vorrebbero vedere sconfitta; nel senso che coloro che la lottano lo fanno in nome dell’individualismo e dell’egoismo. La famiglia, invece, è un organismo di più membri e più organi, dove l’egoismo e l’individualismo sarebbero come dei virus e dei parassiti. E sembra che ad alcuni piace il fatto che tali virus e tali parassiti attacchino la famiglia, per scomporla e disgregarla.

Ma come è possibile voler vedere disgregata la famiglia se, come dicevamo prima, essa resta l’unico baluardo e sostegno delle persone, l’unico ambito ancora in cui qualcuno si può curare di esse (sia che si tratti di soggetti ancora in tenera età, di adolescenti, giovani adulti oppure anziani)? Beh, l’egoista, il menefreghista e i libertini non amano la socialità e l’aiuto ma al tempo stesso la responsabilità (ovvero la condizione del rendere conto di se stessi ad altri) che la famiglia, nel suo insieme, comporta. Agli egoisti o anche ai ricercatori del proprio ed esclusivo interesse non importa nulla dei nuclei sociali e, quindi, della famiglia. Per chi cerca semplicemente il proprio interesse il resto non conta. Per chi mette al primo posto soltanto le proprie individuali esigenze un contesto come quello familiare, basato e strutturato su un insieme di norme e principi morali irrevocabili per il proprio funzionamento, reca fastidio. In effetti, la famiglia non è fatta per pensare esclusivamente al proprio benessere, ma anche a quello di altri. La famiglia è un modello di condivisione che viene attaccato e rigettato da chi non vuole condividere nulla o vuol condividere qualcosa soltanto a modo proprio. Attaccare la famiglia, dunque, significa voler attaccare la condivisione, per innalzare al suo posto l’individualismo e l’egoismo.

La famiglia non è un modello concepito dall’uomo, ma è un’istituzione voluta da Dio per il bene dell’uomo in generale (ossia dell’uomo e della donna, dei bambini come degli adulti); un’istituzione che al vertice del suo miglior funzionamento non può che basarsi sul principio dell’amore. Ora, l’amore non consiste nella soddisfazione dei propri egoistici desideri e bisogni (quello che vanno appunto cercando gli individualisti, gli egoisti e gli odiatori del bene in generale), ma nella donazione di se stessi in favore dei bisogni e del benessere degli altri. Amare è più un dare che un ricevere. Per questo la famiglia che funziona (ossia quella i cui membri hanno imparato la virtù del vero amore) è un ambiente in cui non vincono gli egoismi ma i gesti di condivisione e di rinuncia a se stessi (“anche”) per amore degli altri. Ovviamente l’amore per gli altri, poi, ricade anche su se stessi: se c’è pace in famiglia essa è per tutti i suoi membri.

E, allora, per quale motivo la famiglia è oggigiorno attaccata? Perché attualmente la società sta subendo una deriva morale, che la sta facendo allontanare da ogni valore e principio.

Al vertice del suo miglior funzionamento la famiglia rappresenta un piccolo nucleo in terra di quella che sarà la comunità dei santi nel cielo. Ecco che, allora, coloro a cui la famiglia non piace sono quelli che vivono distanti dagli standard della giustizia divina, coloro che mettono se stessi al primo posto anziché Dio e gli altri. L’uomo in sé stesso non è capace di bene. Ecco perché la famiglia è un banco di prova per vedere se sappiamo davvero volere il bene gli uni degli altri. Ma tale banco di prova ovviamente ci vedrebbe perdenti se dovessimo cercare di superarlo facendo affidamento semplicemente sulle nostre forze e intenzioni. L’unità morale e spirituale dei diversi membri di una famiglia è garantita quando all’interno di essa sono presenti e vissuti i principi e i valori della giustizia di Dio. Spesso, nel corso della celebrazione di alcuni matrimoni ho sentito intonare un canto nel quale c’è un passo che dice che “una corda unita in tre (marito, moglie e il Signore) no, non si spezzerà”.

Non c’è attualmente nella nostra società altro ambito, eccettuata la famiglia, in cui gli individui possono trovare soccorso ed aiuto. Se non ci fossero i genitori che provvedono ai figli, da chi riceverebbero questi aiuto e sostegno?! La nostra attuale “società” è fatta da individui che pensano a se stessi; essa è un luogo in cui pur vivendo in mezzo agli altri, effettivamente, si è soli. Chi, infatti, pensa al prossimo? Ognuno vive solo per sé. Gelosie e invidie nel luogo di lavoro, disinteresse reciproco fra la gente mentre questa passeggia per strada tra l’indifferenza di chi passa intorno o magari la solitudine di chi sta a casa da solo senza che nessuno si dia pensiero di andare a trovarlo.

L’evidenza del disinteresse per gli altri è manifesta nelle differenze tra ricchi e poveri, tra chi vive nel lusso e sperpera e chi vive di stenti e manca del necessario. Eppure anche nelle famiglie povere la cura per i figli in esse presenti viene dai loro stessi genitori o dai loro fratelli e dalle loro sorelle (fin quando questi di solito vivono ancora all’interno del nucleo familiare originario) e non certo spontaneamente dagli estranei (che spesso, pur sapendo delle difficoltà presenti in certe famiglie, fanno finta di non sapere).

Se poi qualcuno dice che all’interno della famiglia possono accadere fatti delittuosi, ciò non significa che a non andare è la famiglia. Significa, invece, che all’interno di certe famiglie si sono insinuati determinati problemi e che i membri di queste non sono stati aiutati a superarli. E’ pura follia sostenere che certi problemi familiari esistono dal momento che esiste la famiglia! Non è attaccando la famiglia che si risolvono i problemi familiari. Se all’interno di certe famiglie a volte possono esservi problemi ciò non vuol dire che a non andare è la famiglia, ma semplicemente che i suoi membri (le persone) non essendo perfetti non riescono a vivere nella perfetta unità. Per fare un paragone, sarebbe come dire che, se in una scuola vi fossero degli insegnanti che maltrattano gli alunni o degli alunni che non hanno alcun interesse di imparare ciò non inficerebbe la credibilità dell’istituzione scolastica in generale, ma sarebbe la semplice evidenza del fatto che alcuni insegnanti ed alcuni studenti non sono capaci di vivere nella scuola. A quel punto la soluzione non dovrebbe consistere nell’abolizione della scuola, ma solo nell’allontanare o nel rieducare (se possibile) quei soggetti che hanno creato problemi all’interno della scuola.

Il problema (quando vi sono problemi familiari) non è la famiglia in sé. In questi casi il problema è presente in alcuni membri di quella particolare (disagiata) famiglia. Con l’amore, la grazia e la giustizia di Dio i diversi problemi che potrebbero esservi in una famiglia si potrebbero benissimo risolvere. Coloro che, invece, attaccano la famiglia, attribuendo ad essa come istituzione la responsabilità di eventuali problemi tra i suoi membri, celano la loro iniqua intenzione di andare contro Dio (non accettando di correggersi, per vivere secondo le disposizioni e i principi che Dio ha concepito e stabilito per mettere ordine (psicologico e spirituale) nell’istituzione che Lui ha creato in favore del benessere dell’uomo e della donna.

E quali “alternative” pongono e propongono i detrattori della famiglia?

Ci sono coloro che propongono la convivenza; coloro che propongono il libertinaggio, la promiscuità o ogni sorta di perversione sessuale e morale. Costoro dicono che queste “alternative” rendono più liberi (gli istinti). Costoro accusano la famiglia di inibire le loro pulsioni. E per giustificare questa loro tesi costoro dicono che i sostenitori della famiglia sarebbero dei bigotti (ovvero dei moralisti esagerati).

Come se il tenerci alla famiglia (rispetto alle scappatelle, ai tradimenti e alle perversioni sessuali e morali) fosse qualcosa di strano e, invece, le “alternative” dei critici della famiglia costituissero la normalità!

E a furia di martellare i loro slogan sulla famiglia bigotta, sulla famiglia anacronistica e “bla bla bla, bla bla bla, bla bla bla” questi modernisti vorrebbero far pensare che la famiglia che esiste da che Dio ha creato il mondo e ha retto e funzionato fino ad ora, tutto d’un botto, non sarebbe più idonea per i nostri tempi!

Ma è davvero la famiglia a non andare o sono le persone che vivono secondo la filosofia di questi tempi (il relativismo e la deriva morale) ad essere divenuti inadatti a quei sani principi che hanno da sempre fatto funzionare la famiglia?

Ascoltare gli slogan di coloro che attaccano la famiglia sarebbe come seguire la scia (perversa e amorale) di questi ultimi tempi, che anziché essere davvero moderni e progressisti stanno, invece, sempre più evolvendosi verso la barbarie e la perdita di ogni senso morale e divino.

Già, l’istituzione della famiglia ha retto e regge fino ad oggi proprio perché a concepirla non sono stati gli uomini. Loro, anzi stanno facendo di tutto per cercare di eliminarla.

Ma chi ancora vuole riflettere un poco non potrà non accorgersi che la famiglia resta quel baluardo di unione e speranza in questo mare di indifferenza e degrado spirituale che è la nostra società.

La famiglia regge e funziona molto più delle istituzioni create dall’uomo. Ovviamente perché in essa regni e si rifletta quell’angolo di paradiso in cui vissero membri della prima famiglia, quando essa fu creata ed era perfetta, bisogna “ritornare al principio” e ricordarsi che le fondamenta di essa coincidono con il Fondamento da cui essa ebbe origine e per il Quale essa può (ancora oggi) durare: Dio.

Un canto cristiano dice “E’ la casa un paradiso quando vi è il Signore”. Cari lettori se volete che nel vostro focolare domestico brilli e splenda la luce della grazia, della giustizia e dell’Amore (che unisce e che lega e che non fa sentire tali “vincoli” un peso ma una benedizione) mettete al centro di essa la Lampada della Parola di Dio e vedrete come la famiglia può divenire quella cellula e quella comunità dove possono regnare i principi ed i valori del Regno di Dio con tutte le benedizioni che da Lui ne possono derivare. Amen

Enzo Maniaci | Notiziecristiane.com

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