Sanità. A Ferrara un protocollo a favore dell’assistenza spirituale in ospedale per tutti

Roma (NEV), Da qualche giorno, ormai all’Ospedale Sant’Anna di Ferrara ministri di culto diverso da quello cattolico e assistenti morali non credenti hanno regolare accesso alle strutture ospedaliere per offrire la propria assistenza spirituale e morale ai ricoverati e ai loro famigliari. 
Partendo dalla constatazione che la presenza di persone non credenti o di confessioni diverse dalla cattolica è sensibilmente aumentata, l’Azienda ospedaliero-universitaria S. Anna di Ferrara con questa iniziativa riconosce formalmente il pluralismo religioso e filosofico esistente nella società italiana. Con il protocollo d’Intesa che verrà sottoscritto da una dozzina di rappresentanti di comunità religiose e non religiose presenti sul territorio non solo verrà istituita una “stanza del silenzio” dedicata alla libertà di culto e di pensiero, ma verrà disciplinata l’assistenza spirituale al malato non cattolico. Si tratta di un diritto attinente alla libertà religiosa e di coscienza, purtroppo non sempre garantito nelle strutture ospedaliere pubbliche (così come nei penitenziari), e in particolar modo a chi si riconosce in una religione non tutelata da Intesa con lo Stato.
Per i contraenti dell’accordo, tra cui quelli con Intesa (come valdesi e metodisti, battisti, ebrei, avventisti, buddisti), ma anche senza (come Pentecostali, ortodossi romani, musulmani, sikh e per la prima volta non credenti), vale la “necessità di garantire indistintamente a tutti gli utenti la libertà di culto, di pensiero e di interfacciarsi con un rappresentante della proprio fede e delle proprie convinzioni, soprattutto in momenti difficili quali il ricovero ospedaliero, la sofferenza e il lutto”. Protocolli simili esistono già in ospedali pubblici di Torino, Milano e Roma, ma qui per la prima volta figurano tra i contraenti anche i non credenti, in ottemperanza all’art. 52 comma 2 del Trattato UE che equipara lo status delle Associazioni filosofiche non confessionali a quello delle confessioni religiose.
Di questo traguardo, seppur territorialmente limitato, si dice soddisfatto il pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese: “Le cose stanno iniziando a cambiare grazie al cammino ecumenico fin qui percorso e grazie alla sensibilità di alcuni amministratori pubblici”. Sottolineando la natura assolutamente gratuita della prestazione offerta da parte dei contraenti del protocollo ferrarese, i quali potranno indicare ognuno fino a 4 ministri di culto o assistenti morali, Bernardini aggiunge: “La differenza col cappellano cattolico resta. Com’è noto esso è incaricato a pieno tempo e retribuito dal sistema sanitario, con tanto di cappella interna. Ma il cambiamento è iniziato”.

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