Saul e Davide, quanto spesso combattiamo la parte migliore di noi stessi

image (17)Se Saul non avesse temuto Davide, se non l’avesse allontanato da se (senza ragione) se avesse veramente messo a servizio le capacità del figlio d’Isai, quanto grande sarebbe stato il suo regno?
Chi avrebbe servito Saul meglio di Davide? Così umile, così fedele! Saul combatté Il suo servo per tutto il tempo della sua vita, nonostante Davide fosse dalla parte del re, utile e capace.
Davide difendette Saul anche dopo la sua morte dando dignità alle sue spoglie ed alla sua discendenza.
II Samuele 1:12 Fecero cordoglio e piansero e digiunarono fino a sera, a motivo di Saul, di Gionatan, suo figlio, del popolo del SIGNORE e della casa d’Israele, perché erano caduti in battaglia.
IL RE CHE IL POPOLO VOLEVA ( SECONDO I PROPRI DESIDERI )
I Samuele 8:6 A Samuele dispiacque questa frase: «Dacci un re che amministri la giustizia in mezzo a noi». Perciò Samuele pregò il SIGNORE. 7 Allora il SIGNORE disse a Samuele: «Da’ ascolto alla voce del popolo in tutto quello che ti dirà, poiché essi non hanno respinto te, ma me, affinché io non regni su di loro.
I Samuele 8:10 Samuele riferì tutte le parole del SIGNORE al popolo che gli domandava un re. 11 Disse: «Questo sarà il modo di agire del re che regnerà su di voi. Egli prenderà i vostri figli e li metterà sui carri e fra i suoi cavalieri e dovranno correre davanti al suo carro; 12 ne farà dei capitani di migliaia e dei capitani di cinquantine; li metterà ad arare le sue terre e a mietere i suoi campi, a fabbricare i suoi ordigni di guerra e gli attrezzi dei suoi carri. 13 Prenderà le vostre figlie per farsene delle profumiere, delle cuoche, delle fornaie. 14 Prenderà i vostri campi, le vostre vigne, i vostri migliori uliveti per darli ai suoi servitori. 15 Prenderà la decima delle vostre sementi e delle vostre vigne per darla ai suoi eunuchi e ai suoi servitori. 16 Prenderà i vostri servi, le vostre serve, il fiore della vostra gioventù e i vostri asini per adoperarli nei suoi lavori. 17 Prenderà la decima delle vostre greggi e voi sarete suoi schiavi. 18 Allora griderete a causa del re che vi sarete scelto, ma in quel giorno il SIGNORE non vi risponderà».
Spesso la carne prevale nella nostra vita prende decisioni per noi, il suo bisogno di essere soddisfatta, appagata, diviene frequentemente una priorità.
Essa domina regina quasi incontrastata del nostro quotidiano, fino a quando lo Spirito, per qualche motivo, non viene destato dal torpore in cui l’abbiamo indotto.
Il Signore ci chiama, ci invia messaggi in mille modi diversi, ma non siamo noi a riceverli, piuttosto direttamente il nostro spirito.
Una luce ci raggiunge, forse è l’alba, forse un nuovo giorno, lo spirito si agita in noi il baluginare colpisce il nostro interiore, ormai è impossibile restare assopiti.
Destatosi lo spirito richiede attenzione, la carne prima sovrana ora ha un interlocutore e arrogante reclama la sua autorità.
La luce rischiara mille cose recondite che alla rinfusa abbiamo accantonato negli angoli de nostro essere, lá dove nessuno può scovarli, dove piano piano vengono ricoperti dal ciarpame giornaliero.
Vediamo sempre solo ciò che si può vedere, ciò che sta in superficie, ciò che vogliamo vedere.
La luce però da risalto alle cose nascoste, così come se fossimo saliti in soffitta tra mille oggetti del nostro passato incominciamo a riscoprire cose a noi care, noi stessi!
Ci sentiamo bambini, liberi e fragili allo stesso tempo, un moto di commozione sale piano, dagli occhi dolcemente velati scivola una goccia, il Signore tocca il nostro cuore. Lo spirito nostro, sempre bambino, riemette i primi suoni, vagiti di un essere rinato:” sono qui! Ancora qui!” Pare dire.
La carne arrogante grida, come un adulto che ti distoglie dal gioco:” È pronto!!! Su in fretta a tavola!!!”
Crolla il castello, termina la fiaba, la carne impone la sua autorità:” che fai! Non ti distrarre, comportati da uomo adulto, un vero uomo non si commuove, non si dà al pianto, riponi queste cose nel baule del tuo interiore. Di tanto in tanto gli si da un’occhiata poi si rimettono lì, che non ci facciano riflettere, è meglio badare al sodo!
Davide suonava la sua arpa e il cuore di Saul trovava pace.
I Samuele 16:23 Or quando il cattivo spirito permesso da Dio veniva su Saul, Davide prendeva l’ arpa e si metteva a suonare; Saul si calmava, stava meglio e il cattivo spirito andava via da lui.
I Samuele 18:10 Il giorno dopo, un cattivo spirito, permesso da Dio, si impossessò di Saul che era come fuori di sé in mezzo alla casa, mentre Davide suonava l’arpa, come faceva tutti i giorni. Saul aveva in mano la sua lancia 11 e la scagliò, dicendo: «Inchioderò Davide al muro!» Ma Davide schivò il colpo per due volte.
Combattiamo spesso se non sempre la parte migliore di noi stessi. Siamo impegnati costantemente ad allontanare dalla nostra esistenza ciò che ci rende stabili, sicuri, sereni. Quel qualcosa che prende le nostre difese nei confronti del male, quel qualcosa che nel nostro interiore combatte “Goliat”
Saul si adirò sentendo un canto che diceva «Saul ha ucciso i suoi mille,
e Davide i suoi diecimila». ma nessuno fa caso al fatto che Davide era al servizio di Saul e le sue vittorie erano per il Re.
LO SPIRITO SANTO … LA NOSTRA ARPA.
I due aspetti del vivere naturale che ci allontanano dalla voce di Dio sono: una vita terribilmente travagliata o una vita meravigliosamente agiata.
Mettiamo a tacere il Signore che tramite lo Spirito Santo vorrebbe condividere il nostro fare, per darci pace e serenità, per elevare la nostra anima ad una vita intensamente spirituale, al fine di raggiungere la Salvezza eterna.
Questi due aspetti: l’agio e il disagio, occupano molto del nostro tempo l’uno perché gli agi non si dissolvano e l’altro perché i disagi non ci distruggano.
Saul era molto preso dalla “gestione” del suo regno mentre Davide governando le sue pecore rifletteva e osservava il creato.
Se siamo ” convinti” se abbiamo fede che ogni cosa proviene ed è nelle mani di Dio quale preoccupazione ci compete?
“Se” crediamo chi potrà aggiungere o togliere qualcosa alla nostra vita?
Luca 12:16 E disse loro questa parabola:
«La campagna di un uomo ricco fruttò abbondantemente; 17 egli ragionava così, fra sé: “Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?” E disse: 18 “Questo farò: demolirò i miei granai, ne costruirò altri più grandi, vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, 19 e dirò all’anima mia: ‘Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; ripòsati, mangia, bevi, divèrtiti'”. 20 Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa l’anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?”
DAVIDE … UN RE A SECONDO DEL CUORE DI DIO
I Samuele 16:12 Isai dunque lo mandò a cercare, e lo fece venire. Egli era biondo, aveva begli occhi e un bell’aspetto. Il SIGNORE disse a Samuele: «Àlzati, ungilo, perché è lui». 13 Allora Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli; da quel giorno lo Spirito del SIGNORE investì Davide. Poi Samuele si alzò e se ne tornò a Rama.
Così ci lasciamo condurre dalla nostra stessa vita, in noi comandano gli eventi, le circostanze. Non ci opponiamo mai al fluire naturale, anzi! Esso è l’esito del nostro imprinting carnale.
Siamo indigenti perché vogliamo esserlo, siamo abbienti perché vogliamo esserlo, rivestiamo i panni di un personaggio che ci identifica, in questo modo il male ci riempie affinché non veniamo riempiti da Dio.
Il mondo, la carne, la materia, il Principe del male o come vogliamo chiamarlo … peccato! ci dà esattamente ciò che ci compensa affinché non siamo “neutri ” nelle mani di Dio…argilla da plasmare!
Re Davide sulle alture pascolava il suo gregge, certo non pensava ad essere Re, forse non voleva essere nemmeno pastore, era semplicemente Davide figlio di Isai, ultimo di otto fratelli, della tribù di Giuda che diede al mondo Gesù, il Messia.
Dio vide che nel suo cuore non c’era un tesoro nascosto che avrebbe richiesto molto tempo per essere dimenticato, ma una disposizione particolare all’ascolto della Sua voce.
DEPONIAMO LE ARMI
Così anche noi, purtroppo spesso, stiamo allerta con la lancia in mano aspettando di inchiodare quella voce interiore che come il suono di un arpa può donarci serenità, conducendo la nostra vita verso ciò che è e non verso ciò che appare pur di sembrare vera, vitale, piena, fintamente vissuta.
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Francesco Blaganò | Notiziecristiane.com

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