Scandalo in Germania: La reggia del vescovo cattolico di Limburg

In Germania la situazione è tragi-comica, la residenza del vescovo cattolico di Limburg costa 31 milioni di euro e i fedeli tedeschi, infuriati, scappano dalla Chiesa, mentre, altri vescovi imbarazzati dallo scandalo pensano bene di aprire le porte a gay e divorziati.

Il progetto del vescovo Limburg  ha fatto infuriare la conferenza episcopale tedesca, indignare i fedeli e sorridere amaramente l’opinione pubblica. La Süddeutsche Zeitung gli ha già riservato un posto d’onore accanto ai grandi flop delle opere pubbliche in Germania, come la stazione ferroviaria Stuttgart 21, la filarmonica di Amburgo o il nuovo aeroporto di Berlino, trasformatisi in pozzi di denaro senza fondo e per i quali non si conosce ancora la data di inaugurazione. Ma qui si tratta di un progetto privato del vescovo di Limburg, Franz-Peter Tebartz-van Elst, un nome tanto lungo e pieno di trattini da poter essere il parto fantasioso di un canovaccio satirico di Loriot, il principe dei comici tedeschi scomparso nel 2011.

RESIDENZA DA 31 MLN. L’alto prelato si è messo in testa di costruire una nuova residenza episcopale accanto al duomo di questa cittadina dell’Assia di appena 33 mila abitanti: non un piccolo rifugio, ma quasi una reggia con cappella privata, giardino, cantina per le reliquie, stanze per il vicariato e per i suoi assistenti. Già il costo iniziale aveva scatenato una valanga di proteste, 5 milioni di euro ritenuti vergognosi per soddisfare il lusso di un uomo di fede. Poi con il tempo quella cifra era salita a 11 milioni, e giù ancora critiche. Finché martedì 8 ottobre Tebartz-van Elst ha vuotato il sacco e comunicato ai parroci riuniti nella grande sala del seminario che l’intera somma ammonterà a 31 milioni di euro.

NUOVE SPESE ALL’ORIZZONTE. E non sarebbe ancora finita perché, come ha raccontato lo Spiegel, al conto mancano alcuni dettagli che l’amministrazione comunale di Limburg sta ancora valutando, legati alle complicazioni intervenute per i lavori in corso: spese per gli accessi stradali utilizzati dai mezzi, lavori supplementari in profondità, misure per drenaggio dell’acqua nel sottosuolo e danni collaterali alle abitazioni storiche che circondano il cantiere sulla collina del duomo. Secondo indiscrezioni provenienti dagli uffici comunali, il vescovo può già mettere in conto un ulteriore aggravio di spese nell’ordine di milioni di euro. Intanto i lavori proseguono: erano iniziati nel maggio 2010 e ancora non se ne vede la fine. I fedeli scappano dalla Chiesa. Anche per non pagare i lavori Il progetto della ‘reggia’ dell’alto prelato tedesco potrebbe costare più di 31 mln di euro. .Per la Chiesa tedesca è una patata bollente difficile da maneggiare. I fedeli continuano a chiamare inviperiti in sacrestia, e martedì 8 ottobre, appena la notizia dei 31 milioni si è diffusa in città, il telefono ha cominciato a squillare per non smetterla più. E in tanti hanno già preso congedo, passando dagli uffici dell’anagrafe comunale per comunicare l’abbandono della confessione cattolica e il conseguente obbligo di pagare la tassa annuale.

GUERRA AL VESCOVO. Gli ecclesiastici non sanno più come uscire dall’incubo, nelle settimane scorse hanno ingaggiato una guerra totale con il vescovo, caparbio fino all’ostinazione, senza però riuscire a minarne la resistenza. «Il parroco Reinhold Kalteier, portavoce del consiglio diocesano di Limburg, vorrebbe che l’esoso vescovo facesse le valige», ha scritto ancora lo Spiegel, «ma Tebarz-van Elst, seppure ne avesse intenzione, non può lasciare l’incarico volontariamente senza l’approvazione di papa Francesco. E dunque tocca alla conferenza episcopale tedesca e al Vaticano avviare la procedura per le dimissioni, che giungerebbero comunque in ritardo».

NIENTE CONTROLLI SUI COSTI. Perché ora tutti si chiedono come sia stato possibile che i componenti del comitato di controllo, che avrebbero dovuto vagliare con scrupolo l’operato finanziario del vescovo, si siano accorti con tanto ritardo dell’esplosione dei costi per la nuova casa e abbiano lanciato l’allarme solo adesso. I tre rappresentanti che sovraintendono l’amministrazione del vescovado si sono giustificati dicendo che Tebarz-van Elst ha fatto tutto da solo, nascondendo ai controllori la verità delle cose. «Ma le procedure seguite nella diocesi di Limburg non sono un’eccezione in Germania», ha concluso il magazine, «giacché a nostra domanda diretta 25 diocesi su 27 si sono rifiutate di fornire informazioni sullo stato patrimoniale». Non può dunque sorprendere che scandali, magari meno gravi, siano venuti ripetutamente alla luce negli ultimi anni.

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