Scappata dal regime dei Kim, Kyoko dedica la sua vita ai bambini del Nepa

nepal_school_childrenFuggita dalla dittatura comunista all’età di 19 anni, è arrivata da sola in Giappone passando per la Cina. Dopo anni di sacrifici, unendo studio e lavoro, è riuscita a coronare il proprio sogno di fondare una scuola sulle montagne del Nepal.

Tokyo – Kyoko Takayasu è una di quelle giovani nordcoreane che scapparono da sole in Giappone pur di sfuggire al regime dittatoriale che opprimeva il proprio Paese. Non dà per scontata la propria libertà, ma la usa per aiutare i poveri e i bisognosi del Nepal. La ragazza ha 29 anni, risiede a Tokyo e ha donato i propri risparmi per sostenere la costruzione della Saraswati English School di Libe, un villaggio situato tra le montagne nepalesi a un giorno di viaggio da Kathmandu. Takayasu ha deciso di risparmiare denaro per il progetto quando ancora frequentava un corso serale presso la Toyo University di Tokyo e arrotondava lavorando in una sala giochi durante il giorno.

Era il 2006 quando, dopo aver visto un programma televisivo su Kazumasa Kakimi (un giapponese impegnato in progetti umanitari sui monti nepalesi dal 1993) la ragazza ancora liceale decise che avrebbe risparmiato il proprio denaro per fondare una scuola in Nepal. “Era giovane e non veniva da una famiglia ricca – ricorda Kakimi, ora 74enne – quando mi parlò del suo desiderio di costruire una scuola in Nepal mi colse molto alla sprovvista. Mi sembrava un’impresa improbabile considerate le difficoltà del suo trascorso”.

Ma una volta ascoltata la ragazza, impressionato dalla sua determinazione, Kazamusa Kakimi decise di iniziare a fare da tramite con un villaggio nepalese in crescita e, dal 2008, i due iniziarono a raccogliere fondi in Giappone durante l’estate. La scuola, fondata tre anni fa, offre oggi corsi in inglese a circa 150 bambini tra i 2 e i 12 anni suddivisi in 7 classi. In due anni, Takayasu ha raccolto circa 1,5 milioni di yen – l’equivalente di 15mila dollari – sufficienti a coprire i primi costi della scuola.

I prezzi nelle aree rurali del Nepal sono molto inferiori rispetto al Giappone e il salario mensile di un insegnante, che è ricavato dai versamenti degli studenti, ammonta all’equivalente di qualche migliaio di yen (poche decine di euro). Inoltre, quest’anno l’edificio in mattoni è stato restaurato e sono state aggiunte sedie e lavagne. Takayasu spera poi di riuscire a donare due computer alla scuola entro il prossimo anno.

Kyoyo Takayasu è cresciuta nella provincia dell’Hamgyong, nel nordest della penisola coreana. Sebbene da giovane fosse molto portata per lo sport – vinse infatti il campionato regionale di sollevamento pesi ed eccelleva nel taekwondo – non avrebbe mai potuto avere una carriera sportiva di successo semplicemente perché proveniva dalla famiglia “sbagliata”: suo nonno, nordcoreano di nascita residente in Giappone, era tornato infatti in patria dopo aver sposato una donna giapponese.

All’età di 19 anni, saluta i suoi  genitori per intraprendere un lungo viaggio. Kyoyo abbandonò la Corea del Nord in favore della Cina, attraversando il fiume ghiacciato che segna il confine tra i due Paesi. Rimase dunque nascosta a casa di un parente nel nordest della Repubblica popolare e dopo un anno riuscì finalmente a sbarcare in Giappone.

Senza alcun contatto, Takayasu lavorò duramente e imparò il giapponese, dovendo anche spedire una somma di denaro mensile ai parenti rimasti in Corea. Nonostante le difficoltà iniziali, riuscì a rifarsi una vita in Giappone, dove tra l’altro ricoprì il ruolo di presidentessa del consiglio studentesco all’epoca delle scuole superiori.

Nel 2006, l’operato di Kakimi in Nepal trasmesso da un’emittente televisiva giapponese, non avrebbe potuto influenzare la sua vita in un momento migliore: Takayasu era ormai in una condizione di relativo agio, aveva una vita in Giappone e stava riflettendo su come allargare i propri orizzonti. “Vedere i bambini nepalesi in televisione ha riportato alla luce i ricordi della mia infanzia – racconta – volevo che anche loro potessero avere dei sogni”.

Takayasu visitò il villaggio per la prima volta nel dicembre del 2010, per prendere parte alla cerimonia d’inaugurazione dell’istituto da lei fondato. Quando uscì dalla macchina che la condusse al paesino, si trovò attorniata da una marea di bambini sorridenti e festosi che la ringraziavano cantando “Kyoyo, Kyoyo”. “Non potrò mai dimenticare quel momento e il modo in cui fui accolta dal loro caloroso benvenuto”.

Ora la giovane prevede di tornare in Nepal in primavera per vedere come procede il percorso scolastico intrapreso dai bambini e spera che i suoi coetanei giapponesi si rendano conto di quanto siano fortunati a vivere in un Paese con così tante opportunità. “Volevo vivere la mia vita, – racconta la donna ora 29enne – è per questo che ho lasciato la Corea. In questo Paese, se lavori duramente la gente lo nota e questo ti rende felice. Tutto ciò ti porterà a nuovi incontri; io l’ho trovato meraviglioso e voglio che i giapponesi lo sappiano”.

Takayasu ha ottenuto la nazionalità giapponese lo scorso autunno e ha di recente acquistato un appartamento a Tokyo. Come cognome, ha scelto quello della persona che le affittò il primo posto in cui stare una volta arrivata in Giappone.

Da Asianews.it

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