Se Dio non  ti apre una strada, perché

forzare le porte altrui?

Quando Dio ti apre una strada, non serve forzare porte altrui. E soprattutto non serve intrufolarsi nei corridoi degli altri.

C’è qualcosa che mi ha sempre dato fastidio, e non perché mi senta chissà chi… ma perché credo nell’onestà.
E in un Regno che si fonda sulla verità, non sulla furbizia spirituale.

Mi è successo anni fa, ma continua a succedere. Quando facevo le dirette, quando avevo creato una piccola scuola online, qualcosa si stava muovendo: persone che seguivano, che si edificavano, che crescevano. Non avevo luci, effetti speciali o rivelazioni da “televangelo”, ma c’era sostanza.
Ed è proprio lì che arrivano… i “profeti”.

Non parlo di chi è realmente guidato da Dio. Parlo di quelli che, appena vedono movimento, entrano nei commenti e cominciano a sparare visioni a raffica, come se fossero i camerieri delle rivelazioni celesti, distribuendo porzioni personalizzate di “parola profetica” a chiunque respiri.
Il problema? Distraggono. Deviano. Incantano.
E a un certo punto… si portano via pure le persone.
Non perché hanno autorità. Ma perché sanno come affascinare le anime instabili che cercano sempre la prossima emozione spirituale.

E no, non mi ha fatto male per l’ego.
Mi ha fatto male vedere cuori che stavano ricevendo verità solide, venire spostati da illusioni lucide.
Mi ha fatto male capire che a molti non interessa essere trasformati… vogliono solo essere intrattenuti.

Poi ci sono quelli che non si intromettono nei commenti, ma fanno anche peggio: ti osservano, studiano il tuo stile, si ispirano (cioè praticamente ti copiano), e vanno a pescare tra le persone che ti seguono.
Attraverso l’ausilio dei social network, li contattano, gli mandano l’amicizia, si presentano con parole unte e affascinanti, e poi zac: li portano sotto le loro dirette.
E magari nel giro di poco cominciano a parlare come te, scrivere come te, ragionare come te… ma lo Spirito? Non c’è.

Perché puoi rubare la forma, ma non puoi imitare l’unzione.
Quella viene dallo Spirito Santo. Non dalla vetrina di me stesso.

Ti dico questo con amore:
Se devi costruire qualcosa rubando pezzi da altri cantieri, allora non stai edificando il Regno. Stai costruendo la tua torre di Babele spirituale, e prima o poi cadrà.

Se ti serve attirare gente per sentirti qualcuno, allora non hai ancora capito Chi ti ha chiamato.
Se vai in cerca di visibilità, follower o platee già pronte… il problema non sono gli altri. Il problema è che non sai ancora chi sei tu.

Io non mi sono fermato perché mi mancava pubblico.
Mi sono fermato perché non sopporto la disonestà.
Perché non riesco a fingere che certi comportamenti siano “ministeriali” quando sono solo carnali.
Mi sono fermato per proteggere la mia pace, non il mio ego.
E so che quando sarà il momento, Dio stesso farà risuonare la voce che ha messo in me, senza bisogno di giochi sporchi.

Sii integro. Lavora con le tue mani.
Non serve farti bello con la luce di qualcun altro.
Brilla con quella che Dio ha acceso dentro di te.
E se non sai chi sei, non cercare di sembrare qualcun altro: vai alla fonte. Perché l’unico che ti può dire chi sei… è Colui che ti ha creato.

Marcello Donadio 

@inprimopiano


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