Se la vostra giustizia non supera quella degli Scribi…

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KONICA MINOLTA DIGITAL CAMERA“… Se La Vostra Giustizia Non Supera Quella Degli Scribi E Dei Farisei Voi Non Entrerete Nel Regno Dei Cieli” (Matteo 5:17-20)

Liberi Di Amare I Precetti Morali Di Gesu’: La Giustizia Di Dio E’ Adempiuta Da Cristo . I Cristiani Adempiono La Legge Morale Di Dio Se Sono Uniti A Cristo.

La giustizia è uguale per tutti” . Questa scritta che campeggia su tutte le aule dei tribunali italiani è una frase riassuntiva dell’Art. 3 della Costituzione Italiana, la quale recita nel seguente modo:

“ Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingue, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali …. Di fatto, questo teorico e suggestivo articolo costituzionale è vilipeso , e realmente avviene che non tutti hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge. Quotidianamente assistiamo a chiari esempi di soggetti che si vogliono porre al di sopra della legge e non vogliono essere giudicati, sottraendosi di fatto al giudizio dei tribunali come un normale cittadino. L’Art. 3 della Costituzione è palesemente violato.

Questa tensione esistente  tra quelli che sono gli articoli costituzionali di uno stato come quello italiano e la sua effettiva realizzazione nel vissuto quotidiano è di fatto analoga alla tensione esistente tra la legge divina data ad Israele e la sua effettiva messa in pratica. In aggiunta, esisteva una chiara schizofrenia nel viverla. Addirittura,  gli amministratori della Legge di Dio, interpretandola, ponevano dei pesi di ordine legalistico ai pii ebrei, ai quali essi stessi si sottraevano (cfr. Matteo  23). Tragicamente, si realizza il detto popolare: “ Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”.

Non bisogna ignorare che nell’ambito dell’illegalità vissuta all’interno dell’ordinamento  giuridico e spirituale  dei Giudei, Gesù è stato accusato di voler abolire le norme legislative mosaiche come il sabato e le leggi di purificazione. Ma Gesù è stato estremamente scrupoloso nel rispettare la legge divina. Gesù non ha mai trasgredito la legge, ma ha avuto l’autorità di modificarla. Meglio di adempierla. Ancora una volta, ci imbattiamo in un testo in cui traspare la divinità di Gesù. Se Dio è il Legislatore, solo Dio può emendare la legge che Lui stesso ha dato. Il testo di Matteo 5:17-20 rileva che l’autorità di Gesù è divina e non quella di un profeta a cui l’autorità è data da Dio stesso. Gesù è il termine della legge, (Rom.10:4).

Il ministerio di Gesù colma la misura, essendo la rivelazione definitiva della volontà di Dio: Gesù realizza quello che il V.T. contempla spasmodicamente. Questo è enfatizzato con la frase dal sapore escatologico: “… Prima che i cieli e la terra passeranno, non uno iota né un apice della legge passerà senza che tutto sia  adempiuto (v.18). Gesù nel pronunciare questa verità egli fa uso della classica formula a cui siamo abituati a sentire e a leggere i discorsi di Gesù: “Amen, io vi dico…”(gr.Amén gàr lego umìn…). La parola “Amen” è usata nelle nostre assemblee nel culto di adorazione come risposta alle preghiere , che significa “così sia”. Pronunciata da Gesù ha una implicazione cristologica. Essa è la parola di Dio che avrà una effettiva realizzazione. Gesù la pronuncia con l’autorità che è di esclusiva pertinenza di Dio. E’ come dire: “ Le parole che sto per dire, avranno la loro effettiva realizzazione”. Dunque, la parola della Scrittura avrà il suo adempimento in Cristo.

La parola “iota”,richiama la più piccola lettera dell’alfabeto greco, riferendosi probabilmente alla parola “ Yodh”, che è la più piccola lettera dell’alfabeto ebraico. “l’apice” (gr.keraia, “corno”), può essere la lettera “waw (facoltativa) o il “segno di termine” che distingue alcune simili lettere ebraiche.  Cosa vuole dire questa affermazione?  Che la legge rimane valida fin a quando non abbia raggiunto il culmine voluto: esso si identifica con la persona, l’opera e l’insegnamento di Gesù.

La Legge dunque non è abolita, ossia il VT (come avrebbe voluto l’eretico Marcione nel II sec. d.C.). Gesù ammonisce con risolutezza quei Cristiani che insegnano che il VT non è rilevante, perché essi sono passibili di un duro giudizio (saranno chiamati “minimi” nel Regno dei Cieli). Ma il VT con i suoi insegnamenti dottrinali, con le sue profezie e con le sue esigenze etiche senz’altro hanno avuto in Cristo una notevole rilettura. Quando Gesù afferma autorevolmente che la giustizia dei discepoli deve superare quella degli Scribi e dei Farisei, non significa che i suoi seguaci avrebbero dovuto ottemperare ai 248 comandamenti e ai 365 divieti in maniera quasi più maniacale degli Scribi e dei Farisei. No, significa che il VT con le sue dottrine e con le sue profezie e con le sue esigenze etiche ha raggiunto la sua pienezza con la Rivelazione definitiva del Messia, identificato con Gesù Cristo. Il duro monito di Gesù contro chi osa sciogliere i comandamenti veterotestamentari (gr.”lose mian ton entolòn) contiene in sé una rivisitazione di essi e della loro applicazione alla luce del loro adempimento nell’insegnamento, e nell’opera  e nella persona di Gesù. Il superamento della giustizia dei Farisei e degli Scribi non si misura nel totale e formale adempimento delle prescrizioni, ma la giustizia dei Cristiani è più grande di quella degli Scribi e dei Farisei, perché è qualitativamente più profonda, essendo la giustizia del cuore. I Farisei erano soddisfatti con la loro formale ubbidienza alle normative veterotestamentarie interpretate peraltro in maniera scorretta (cfr. le antitesi di Matteo 5:21 e segg.), e la loro pretesa di adempiere la lettera della legge; Gesù , al contrario, insegna ai suoi discepoli che le esigenze della legge veterotestamentaria sono più radicali di quelle espresse formalmente dai dottori della legge. La giustizia di cui Gesù sta parlando e per la quale è richiesta un totale e appassionato adempimento è quella interiore, della mente e del cuore. Essa è la giustizia interiore di cui parlavano i Profeti nelle loro profezie come una delle benedizioni dell’età messianica: “Io metterò la mia legge dentro loro, e Io scriverò essa dentro i loro cuori… ”(Geremia 31:33) o“Io metterò il mio Spirito dentro farà si che voi osserviate i miei decreti e seguiate le mie norme”(Ezechiele 36:27).

Cosa significa questa profezia alla luce della rivelazione definitiva di Dio nella persona, nell’opera e nell’insegnamento di Gesù?

Se Gesù avvalora la legge dell’AT, Gesù si rivolge ai suoi discepoli, ossia a coloro che si sono vincolati  solo a Gesù Cristo. Camminare negli Statuti divini, come è stato profetizzato da Ezechiele significa seguire Cristo, unendosi a Lui, solo e soltanto a Lui. Gesù rimanda i Suoi discepoli alla Legge veterotestamentaria, non a una nuova legge: Egli rimanda i suoi alla stessa legge alla quale fu rinviato anche il giovane ricco, perché in essa è manifestata la volontà di Dio. La legge di cui sta parlando Gesù non è una legge migliore di quella dei Farisei, ma è la stessa legge integra in ogni sua lettera, che deve essere osservata e adempiuta. Ma Gesù richiede una giustizia maggiore di quella dei Farisei e degli Scribi. Ma questa “giustizia maggiore” che Gesù richiede dai suoi discepoli è solo e soltanto realizzabile e realizzata nell’unione del discepolo con Gesù. Il discepolo è chiamato a seguire Gesù, la condizione per realizzare questa giustizia maggiore è la chiamata di Gesù e la risposta positiva del discepolo. Nessuno può realizzare la legge di Dio con le proprie forze, né l’unione con Cristo è verace se il discepolo non adempie la legge.

Che bella espressione quella di Bonhoeffer nel tratteggiare drammaticamente la colpa di Israele , che consisteva nell’aver divinizzato la legge e avere trasformato Dio in legge, mentre quella di diversi cristiani è quella  di voler privar la legge della sua origine divina o il separare Dio dalla Sua legge( a dire il vero esiste anche una schiera folta di cristiani che hanno “divinizzato” le formule dottrinali ricavate dall’insegnamento cristiano, trasformando Dio in dottrina). “Dio è Donatore e Signore della legge, e solo nella comunione personale con Dio viene adempiuta” (1)

Ancora, “Egli stesso si pone tra i suoi discepoli e la legge, ma la legge non può porsi fra lui e i suoi discepoli. La via dei discepoli verso l’adempimento della legge passa per la croce di Cristo. … Chi vuole seguire lui, che ha osservato la legge, seguendolo osserva e insegna la legge. Solo chi osserva la legge può restare in comunione con lui. Non la legge a distinguere i discepoli dall’ebreo, ma la “giustizia maggiore”. La superiorità della giustizia del discepolo consiste nel fatto che tra lui e la legge sta colui che ha completamente adempiuto la legge e che il discepolo vive in comunione con lui … Gesù è la giustizia dei discepoli, è giustizia donata, donata mediante la chiamata a seguirlo… La giustizia dei discepoli è giustizia sotto la croce. ..La giustizia di Cristo è la nuova legge, la legge di Cristo.” (2)

Questo non significa che ogni regola o norma veterotestamentaria sia permanentemente valida. Al contrario, il pensiero del Cristiano si concentra ora su Gesù e sul suo insegnamento, e sotto questa luce va esaminata la validità delle regole del VT. Si noterà che alcune regole sono state adempiute da Gesù(vedesi ad. Esempio le leggi di purità alimentare e le leggi rituali, altre saranno reinterpretate.

Il Cristiano in Cristo è libero di amare i precetti di Dio.

(1) Dietrich Bonhoeffer- Sequela- Queriniana, Bs, 1975, pag. 103

(2)  Dietrhich Bonhoeffer- Op. cit. , pag. 104-107

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